Prepotente,
s’insinua come un dardo accecato
percorre le strade dell’essere,
elemosinando speranze
sogni comuni
nel braccio dell’ascolto.

Si lascia penetrare,
è quasi palpabile
alla coscienza di chi,
al cuor suo, dischiude il velo
ma ignoto a chi, sul trono muto,
resta accovacciato.

Bussa trepidante,
come un dannato
che fugge alla sua pena,
attinge la fiamma Suprema
ne spegne l’arsura,
e un po’ rinfresca
le madide richieste.

Poi riprende la sua corsa,
come travolto
da un pulsante chioccolio
che, inarrestabile, lo spinge a sorbire
gocce di veleno
qua e là
per non morire...