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«Questa Poesia la sento dentro l'anima particolarmente, forse perché è vita mia in qualche modo. Lo so, è difficile catalogare, dare un volto, un nome a tutte le cose che hai visto passare... E poi a quello che ero io e al padre che eri tu: troppo presto sei andato via... Ma a chi lo dici? Chi ti ascolta. Ed ecco che lo scrivi. Ma a volte non basta. Ma non c'è altro da fare, è tutto qui...» |
Inserita il 23/04/2014 |
Dov’è andato a finire
il bambino che era in te
quello che mostrava le sue mani:
guarda sono pulite, non sono stato io...
E poi, pensare ancora un po’
agli anni panna e fragole
e, ad una madre che quando usciva
mi lasciava li da solo a piangere.
E poi, crocifiggere un po’ se stessi
con un atteggiamento adulto
perché è la vita che lo chiede
e non ti resta altro che, scrivere versi...
Perciò cominciai a scrivere
io, ragazzino già maturo
con un padre troppo presto andato
e suo figlio che, senza molto conoscere,
violentemente venne sospinto nel futuro.
Madre mia, dov’è che si è nascosta
quell’ombra che mi dava sicurezza
forse, forse lui, l’ha fatto apposta
per permettermi di vivere la mia giovinezza...
Oppure ha rinunciato
perché corto era il respiro
e se ti manca il fiato,
sei morto già da vivo.
Oggi ritorno con queste mie parole
a consumarmi il volto,
e, come acqua di nuvole
che cade giù dal viso,
mi ubriacano il pianto ed il sorriso.
Perché in ogni ricordo
perfino nel più amaro,
forse sarai d’accordo
c’è un sentimento caro.
Oggi che sono triste
passano sul mio schermo
le mille cose viste
nella mia vita d’inferno,
ed io vorrei tanto tornare
da quel bambino che
mostrava le sue mani:
guarda sono pulite,
non sono stato io... |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Un padre presto andato, un figlio cresciuto troppo presto ed una madre che lo lascia solo per guadagnarsi di che vivere. E se cede ai pochi anni e gioca, se ne vergogna, o peggio si sente in colpa e, prima di mostrarle, pulisce le sue mani perché "responsabilmente grande" non può far vedere che perde tempo a giocare... "...guarda, non ho giocato con gli altri ragazzini, io oramai son grande: sono pulite le mie mani..."» |
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