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Il lavoro, il risparmio e la concordia
assicurano la pace e la ricchezza;
con essi l'uomo acquista nitidezza,
viceversa solamente la discordia.
Il lavoro è fonte di guadagno,
rende la vita operosa e bella;
chi sceglie l'ozio per compagno
alla noia succhia la mammella.
Però non basta solo guadagnare,
bisogna far buon uso dei denari;
spender si deve, ma anche serbare,
senza fare la fine degli avari.
Ma lavoro e risparmio da soli
non bastano, concordia ci vuole
tra gli uomini, se no son duoli
dall'alba al tramontar del sole.
Per avere le tre cose ci vuol poco:
basta dare a tutti il tutto;
ogni cosa avrebbe il giusto loco
e lo Stato godrebbe sì gran frutto.
Se i governanti di questa società
saranno sempre falsi e disonesti,
gli italiani non avran prosperità,
ma vivranno solo dì funesti.
A chi giova questo malcostume?
Forse a chi non usa la ragione,
al folle, all'onorevole lordume.
Aborrite la prevaricazione!
Demolite finalmente i piedistalli,
su cui si regge il vostro falso regno.
Date ai cittadini un vero segno
di mea culpa per i vostri falli!
Potessi, perdinci, farvi capire
che l'uomo ha il diritto quaggiù
di nascere, crescere e campare
con stenti naturali e poi finire
di vecchiaia e non di schiavitù,
da uomo e non come giullare.
Entri nella vostra mente aperta
quel che oggi io ho inteso dire.
Viver la vita sempre più incerta
spinge al delitto ed al suo fiorire. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«La poesia: " Penso ed esorto " è tratta da " Miele e fiele "
Ursini Editore - Catanzaro 1993» |
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