Portami da Lui,
sulle note dei tuoi Raggi
e conducimi là
dove il nostro nido si confonde
nel refrigerio della brina.

Accompagnerò
il nostro viaggio
con la sinfonia selvaggia
di un pensiero sbrigliato che,
nell'accendermi in fronte
un occhio di Luce,
s'invola nella fragranza
di uno sprazzo di Sole.

Porta il mio canto alle sue orecchie
e calma i suoi sospiri
con la malva della mia voce:
saprò cullare di lavanda
il sonno febbrile della sua Essenza,
abbracciandola
nella quiete alcova del mio cuore.

Mostrami, oh giorno,
il fazzoletto di cielo
sul quale il suo sguardo s'è posato
e permettimi di osservare,
nel volo guizzante degli uccelli,
le acrobazie ascendenti dell'Animo suo che,
nel sapermi emozionata spettatrice
della medesima veduta,
s'innalza vitale verso la Gioia.