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La ruota del tempo
ne ha fatto di giri
da quando lasciai
la città del sole
e delle canzoni!
Il clamore delle voci
nel budello dei vicoli
che ti soffocano,
la miseria che vi ha fissa dimora,
i bassi angusti affollati da nugoli
di fanciulli senza avvenire,
una gioventù che sfiorisce
per orditi di strade sconnesse
lastricate di sogni stroncati,
la tristezza che scolorisce
il volto di chi non trova
la mano tesa della speranza,
dalla memoria, da allora
che via me ne andai,
più non si invola!
Là, una canzone zittisce
ogni dolore, una pizza sazia
un pinzare di fame,
un mandolino in dolcezze
scioglie il cuore come il burro
se esposto a calura eccessiva!
Sotto il Parco delle rimembranze,
il progresso e il tornaconto di pochi
da tempo hanno dato un colpo
di spugna all’altoforno e alle ciminiere!
Effeminati ed esotiche clacson girls
come cavallette, in una nuova apocalisse
la notte hanno invaso; la polvere
bianca con i suoi annessi dilaga:
a venti anni la vita già si perde
in un pronto soccorso finale!
Neanche il mare
è lo stesso dall’ultima volta
che azzurro lo vidi!
Da quei moli, quante navi
sono salpate negli anni
trasportando destini
quante vite sono state traslate!
I distacchi, le partenze forzate
la malinconia di chi rimane,
57
la nostalgia che addentella il cuore
di chi va lontano, per ressa di ricordi,
addosso mi ripiombano
come una grandinata improvvisa!
E’ vero, sulla collina,
tra i quartieri buoni,
là dove affacciandoti a un balcone
il pino ripiantato, i panfili
e uno scenario disegnato
su un lenzuolo di mare
si mostrano, tutto diverso
e trasformato t’appare.
Ma ciò appaga l’occhio e non il cuore:
la bassura dove si affonda conosce
l’indifferenza che viene dall’alto!
Vorresti le cose diverse, una chiarìa
che non fosse mero vaneggio;
vorresti la gente tutta felice
e che sotto il bistro e il belletto,
sotto il sudore e lo sconforto
tutti i sogni fossero uguali!
Oh i guasti antichi del mondo,
la pena che il cuore distilla
e amara s’affolta nel tempo
che fugge senza rinascimenti
(Michele Cozza - 08/06/1997 )
La città del sole
La ruota del tempo
ne ha fatto di giri
da quando lasciai
la città del sole
e delle canzoni!
Il clamore delle voci
nel budello dei vicoli
che ti soffocano,
la miseria che vi ha fissa dimora,
i bassi angusti affollati da nugoli
di fanciulli senza avvenire,
una gioventù che sfiorisce
per orditi di strade sconnesse
lastricate di sogni stroncati,
la tristezza che scolorisce
il volto di chi non trova
la mano tesa della speranza,
dalla memoria, da allora
che via me ne andai,
più non si invola!
Là, una canzone zittisce
ogni dolore, una pizza sazia
un pinzare di fame,
un mandolino in dolcezze
scioglie il cuore come il burro
se esposto a calura eccessiva!
Sotto il Parco delle rimembranze,
il progresso e il tornaconto di pochi
da tempo hanno dato un colpo
di spugna all’altoforno e alle ciminiere!
Effeminati ed esotiche clacson girls
come cavallette, in una nuova apocalisse
la notte hanno invaso; la polvere
bianca con i suoi annessi dilaga:
a venti anni la vita già si perde
in un pronto soccorso finale!
Neanche il mare
è lo stesso dall’ultima volta
che azzurro lo vidi!
Da quei moli, quante navi
sono salpate negli anni
trasportando destini
quante vite sono state traslate!
I distacchi, le partenze forzate
la malinconia di chi rimane,
57
la nostalgia che addentella il cuore
di chi va lontano, per ressa di ricordi,
addosso mi ripiombano
come una grandinata improvvisa!
E’ vero, sulla collina,
tra i quartieri buoni,
là dove affacciandoti a un balcone
il pino ripiantato, i panfili
e uno scenario disegnato
su un lenzuolo di mare
si mostrano, tutto diverso
e trasformato t’appare.
Ma ciò appaga l’occhio e non il cuore:
la bassura dove si affonda conosce
l’indifferenza che viene dall’alto!
Vorresti le cose diverse, una chiarìa
che non fosse mero vaneggio;
vorresti la gente tutta felice
e che sotto il bistro e il belletto,
sotto il sudore e lo sconforto
tutti i sogni fossero uguali!
Oh i guasti antichi del mondo,
la pena che il cuore distilla
e amara s’affolta nel tempo
che fugge senza rinascimenti
(Michele Cozza - 08/06/1997 )
La città del sole
La ruota del tempo
ne ha fatto di giri
da quando lasciai
la città del sole
e delle canzoni!
Il clamore delle voci
nel budello dei vicoli
che ti soffocano,
la miseria che vi ha fissa dimora,
i bassi angusti affollati da nugoli
di fanciulli senza avvenire,
una gioventù che sfiorisce
per orditi di strade sconnesse
lastricate di sogni stroncati,
la tristezza che scolorisce
il volto di chi non trova
la mano tesa della speranza,
dalla memoria, da allora
che via me ne andai,
più non si invola!
Là, una canzone zittisce
ogni dolore, una pizza sazia
un pinzare di fame,
un mandolino in dolcezze
scioglie il cuore come il burro
se esposto a calura eccessiva!
Sotto il Parco delle rimembranze,
il progresso e il tornaconto di pochi
da tempo hanno dato un colpo
di spugna all’altoforno e alle ciminiere!
Effeminati ed esotiche clacson girls
come cavallette, in una nuova apocalisse
la notte hanno invaso; la polvere
bianca con i suoi annessi dilaga:
a venti anni la vita già si perde
in un pronto soccorso finale!
Neanche il mare
è lo stesso dall’ultima volta
che azzurro lo vidi!
Da quei moli, quante navi
sono salpate negli anni
trasportando destini
quante vite sono state traslate!
I distacchi, le partenze forzate
la malinconia di chi rimane,
57
la nostalgia che addentella il cuore
di chi va lontano, per ressa di ricordi,
addosso mi ripiombano
come una grandinata improvvisa!
E’ vero, sulla collina,
tra i quartieri buoni,
là dove affacciandoti a un balcone
il pino ripiantato, i panfili
e uno scenario disegnato
su un lenzuolo di mare
si mostrano, tutto diverso
e trasformato t’appare.
Ma ciò appaga l’occhio e non il cuore:
la bassura dove si affonda conosce
l’indifferenza che viene dall’alto!
Vorresti le cose diverse, una chiarìa
che non fosse mero vaneggio;
vorresti la gente tutta felice
e che sotto il bistro e il belletto,
sotto il sudore e lo sconforto
tutti i sogni fossero uguali!
Oh i guasti antichi del mondo,
la pena che il cuore distilla
e amara s’affolta nel tempo
che fugge senza rinascimenti
(Michele Cozza - 08/06/1997 )
La città del sole
La ruota del tempo
ne ha fatto di giri
da quando lasciai
la città del sole
e delle canzoni!
Il clamore delle voci
nel budello dei vicoli
che ti soffocano,
la miseria che vi ha fissa dimora,
i bassi angusti affollati da nugoli
di fanciulli senza avvenire,
una gioventù che sfiorisce
per orditi di strade sconnesse
lastricate di sogni stroncati,
la tristezza che scolorisce
il volto di chi non trova
la mano tesa della speranza,
dalla memoria, da allora
che via me ne andai,
più non si invola!
Là, una canzone zittisce
ogni dolore, una pizza sazia
un pinzare di fame,
un mandolino in dolcezze
scioglie il cuore come il burro
se esposto a calura eccessiva!
Sotto il Parco delle rimembranze,
il progresso e il tornaconto di pochi
da tempo hanno dato un colpo
di spugna all’altoforno e alle ciminiere!
Effeminati ed esotiche clacson girls
come cavallette, in una nuova apocalisse
la notte hanno invaso; la polvere
bianca con i suoi annessi dilaga:
a venti anni la vita già si perde
in un pronto soccorso finale!
Neanche il mare
è lo stesso dall’ultima volta
che azzurro lo vidi!
Da quei moli, quante navi
sono salpate negli anni
trasportando destini
quante vite sono state traslate!
I distacchi, le partenze forzate
la malinconia di chi rimane,
la nostalgia che addentella il cuore
di chi va lontano, per ressa di ricordi,
addosso mi ripiombano
come una grandinata improvvisa!
E’ vero, sulla collina,
tra i quartieri buoni,
là dove affacciandoti a un balcone
il pino ripiantato, i panfili
e uno scenario disegnato
su un lenzuolo di mare
si mostrano, tutto diverso
e trasformato t’appare.
Ma ciò appaga l’occhio e non il cuore:
la bassura dove si affonda conosce
l’indifferenza che viene dall’alto!
Vorresti le cose diverse, una chiarìa
che non fosse mero vaneggio;
vorresti la gente tutta felice
e che sotto il bistro e il belletto,
sotto il sudore e lo sconforto
tutti i sogni fossero uguali!
Oh i guasti antichi del mondo,
la pena che il cuore distilla
e amara s’affolta nel tempo
che fugge senza rinascimenti | |
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