Non montano cavalli di carta
o dondoli di magica giostra
i tre cavalieri dell'Apocalisse.
Su destrieri dipinti di rosso, di nero
e di verde,
zoccoli ritmati sul selciato,
avanzano incuranti degli urli
delle ombre schiacciate.

Nippon boccheggia su praterie verdi,
a oriente
riverbera il rosso fiammeggiante,
vola il cavallo nero sul maghreb
scortato da gabbiani privi d'ali.
Nembi rigonfi coprono esplosioni
su tramonti sbiaditi
ed Atropo (1)
cantando nenie tristi senza tempo
continua alacre il suo lavoro.

Incede su bianco corsiero
ammantato di finto soccorso
uno stormo di false colombe
già al risiko pronte,
ma Pegaso stinge
e il volo radente sui pozzi
rivela il suo scopo.