Ma il mio spirito copre
quel denso acquitrino della sera

fra tramonti troppo rossi
dalle lame tese alla carne

le trame son fitte reti
soffoca parola e pensiero

e ancora, vorrei solo costeggiare
quel fiume lasciato a sporcarsi

fra rosmarini, felci e querce
dallo sguardo selvaggio

che regnano senza posa
nei meandri del tempo

sul sentiero delle mie lacrime
versate inutilmente, in un giorno qualunque.

Poi le luci del palcoscenico
amiche dell'ultima ora

cessano la loro pietosa opera
si spegne anche l'ultima scintilla

grondando a terra come pioggia mal vista
penetrando nell'anima e marcendo

negli anfratti dimenticati di un vicolo
a mendicare un po' di pane raffermo.

Le campane delirano il richiamo
inudite divinità dei giorni più lieti

e le ceneri scrollano intriganti
respirando l'odore della rinascita.