Era il tempo dei gelsomini
e gli oleandri, che fiorivano
ai confini dell'adorata spiaggia.

Era meraviglioso essere
circondata dai fiori che
profumavano l'aria e
rallegravano la vita.

Il mio sguardo si cullava
dentro gli occhi del sole
mentre urlavo:
"Prendimi in braccio, fa
che possa guardare la nave
transitare".

Il mare si estendeva in ogni
direzione e i frutti dell'orto
erano dolci e invitanti.

E tu eri lì, madre, col leggero abito
a fiori che si muoveva al soffio
della brezza marina.

Ricordo il tuo sorriso malinconico
che si perdeva in un'attesa senza fine
dentro il tuo verde e amoroso sguardo.

Mi insegnasti la pace, la pazienza.
Mi insegnasti la rinuncia a molte cose.
Ed io ti sono grata, perché i miei occhi
ora sanno piangere, e le mie mani
sanno stringere altre mani.

Poi con l'esile zattera, hai affrontato
il periglioso viaggio e la corrente
dell'eterna notte.