Colline di preghiera
albe di requiem e canti gregoriani,
l'upupa ha costruito il suo nido
tra rami secchi
e rosari.
Il calvario parlò da lontano
indicando stigmate di dolore;
sanguinanti pensieri verso il cielo
che non trova più il sudario
dove giacque Cristo
sulla fredda pietra.
Sudore mistico
sulle croci di ferro del sagrato
molte speranze oscillano
dove il silenzio chiede perdono.
I gradini scavati dai pellegrini
con mantelli di fede
abbandonati
dove il divino ancora batte rintocchi
contriti.
Nessuna gloria può portare la dignità
di una corona di spine
conficcata nella carne,
quando gli occhi si alzarono in alto
lo spirito conobbe
il suo segreto.
Un saio lacero
contempla la morte del giorno
ed una fiamma tremula
ascolta i passi del cuore,
le navate dell'anima sanno scegliere i loro incensi
come un tenue respiro
che conduce per mano.