Mi piace osservare, indolente, seduto su cubi storti, il mio tempo che passa, che s'affloscia intorno a stati d'animo argillosi. Esso, clessidra pietosa, scandisce i miei fianchi, ammorbidendo il pudore che ho nel vederlo trascorrere, lesto e ondulato .Il tempo, quello mio, ha sorriso tanto aprendosi ai miei voleri, sia quelli imposti che inespressi e ora che sta curvando ellitticamente sopra i miei monumenti antichi assume altre sembianze ai miei occhi rugati . Ha forme più definite, nitide, da circoscrivere, non più da rincorrere come prima artificiosamente facevo. Si, ora il mio tempo ha la sua gabbia, il suo spazio dove riesco a gestirlo, certo non ad imprigionarlo con manette di cartone come prima, illudendomi, vagheggiavo. Ogni giorno che passa i trampoli sotto i miei piedi s'allungano...