Ricordo ancora quell'estate
nel centro culturale sopra la collina dedicato
a Vittorio Sereni, quando hai imbavagliato
la mia voce di giovane pittrice piena d'illusioni.

Non conoscevi la mia arte né la mia
persona. Tutto di me ti era sconosciuto
eri tu l'idolo, il famoso scrittore.

Hai sputato su me la tua arroganza
la tua ira, ferendo il mio orgoglio d'artista
e la mia purezza di esordiente che in quel mondo
appena si affacciava, entrando dalla porta di servizio.

Ho liberato dalla scatola chiusa, questa
mia ferita. L'ho intrisa dell'inchiostro della storia,
sulle mie labbra un timido sorriso perché riesco
a dire al mondo che anche certi miti
possono essere giganti dai piedi d'argilla.

Tu l'idolo di molti avevi paura di una sconosciuta!
"Sei giovane e sei bella, oltre che brava,
distrarresti i mass – media dalla mia persona,
per questo non ci dovrai essere domani.
Vuoi approfittare del mio famoso nome
di scrittore, per pubblicizzare la tua arte".

Replicai che non era vero, che era stato
deciso l'anno prima, di esporre i miei
dipinti in quella data, quando della sua
presenza, ancora non se ne parlava.

Non volesti sentire ragione alcuna
urlasti e minacciasti di non presentarti a quella
cerimonia. Presi i miei quadri e me ne
andai ferita, umiliata e con l'indignazione
verso chi vuol farla sempre da padrone.