La tua droga non è l'amore ma la fantasia
che dall'alto troneggia con frenesia
sull'apice dei tuoi pensieri
tra i tuoi viaggi infiniti e fitti misteri

Si spalancano un attimo le finestre del mondo
per mostrarti la felicità in sottofondo
poi lampade rovesciate le ombre invertono
e le tue mezze verità denudano

Nei tuoi occhi il sacro romano impero
delle Svalbard il reale papavero
le frontiere invulnerabili s'infettano
ed oltre le giogaie azzurre tracimano

Parole sincere ti stordiscono
ed il tuo ritratto infedele bruciano
e tu imperatore affondi risucchiato
nella pozza dell'amore che mai hai donato

Con il tuo esercito e corteggio e senza boria
varchi piegato l'uscio della storia
mentre scompare il sole che a te gran signore
dedicò i suoi raggi il suo calore

Quel sole che tu mai hai saputo amare
anche ora che sei nel fango e nelle tenebre nere
nei tuoi occhi ci sono gli infiniti
poteri e regni che fra le dita tue son scivolati