Ti voglio raccontare di un Dio che supera il suo mare
di un Dio assordante, irrequieto forse,
ma lineare...
Di un Cristo furioso nella sua indulgenza
ma così umano...

Così divino...

Un nobile condottiero, un rivoluzionario,
mite agnello, redentore.

Te lo voglio raccontare per raccontarlo a me stessa,
poiché nel tempo tante volte mi son chiesta
cosa mai volesse dire la parola Amore,
così tanto decantata dalla chiesa...

Ebbene, ho pensato di scavare con queste mani
fino a farmi male,
le unghie si son spezzate,
il Cuore no.

E l'ho trovato sai...
sì che l'ho trovato, proprio in Lui
in quell'Agnello indiavolato,
si fa per dire ovviamente...

Le sue parabole dicono niente
ma in verita' dicono tutto...
E' proprio quel niente a parlare, ad urlare.

Nella non concretezza c'è il concreto...

Forse penserete che son matta...
un po' lo penso anch'io,
ma è proprio il non capire che ci richiede di capire
e credo sia proprio questo quello di cui parla il Pensatore.

Ma noi siamo arroganti, presuntuosi
e ci accostiamo al suo Verbo senza pensare,
senza scavare o se lo facciamo rendiamo misero il Suo pensiero.

E' indispensabile ritornare bambini, così dice,
in quel seme che doveva sbocciare,
perché in lui era stato posto l'avvenire,

perché avevamo una cometa da inseguire...

E' necessario non giudicare per non essere giudicati...

E' necessario imparare ad Amare noi stessi
per poter essere in grado di capire il prossimo

per poter essere in grado semplicemente d' Amare.