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«Ringrazio Daniela Messana, che ha ben colto il riferimento filosofico della poesia. Ringrazio anche il buon Gennaro, ma devo precisargli che non sono un "napoletano verace", ma soltanto, per vari motivi, un provinciale al quadrato. Verso la metropoli provo più o meno gli stessi sentimenti di stupore e timore che nutrono nei confronti del capoluogo ligure gli Astigiani di "Genova per noi" di Paolo Conte. Mi costa molta fatica scrivere in dialetto e, quelle rarissime volte che lo faccio, consulto continuamente vocabolari e libri vari, come se si trattasse di una lontana lingua straniera, e credo che ciò si percepisca.» |
Inserita il 02/12/2009 |
’O Pateterno cumbinaje ‘nu guajo
a dà a chesta città troppe bellezze;
si forze nun l’avesse fatto maje,
mo’ ‘nce starriano a Napule ‘e rrecchezze.
’A gente se cuntenta sotto ‘o sole
’e ‘na vita addò l’ozzio ‘a fa ‘a patrone:
’a voglia ‘e faticà s’ammoscia e more,
comme se n’appresenta l’accasione.
Si avesse dato Dio ‘nu cielo niro
a ‘stu paese, e ‘n’atmosfera cupa,
mo’ Napule tirasse ‘nu suspiro
’e sullievo, d’’o tunnel fosse asciuta. | 


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«Mi riferisco, in parte, alla famosa "teoria dei climi" di Montesquieu.» |
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