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Poesia sul tema La terra e la cometa
"Ora verrò da te
e guerra e morte ti porterò,
sono invidiosa della vita.
Hai laghi e mari
e monti
alberi e uccelli
e ogni animale
bello sopra ogni cosa.
Hai pure l'uomo che Dio pose
re del creato.
Io
ho solo ghiaccio
e freddo pulviscolo nerastro.
Qui, nell'immenso, snodo
la mia inutilità, da sempre,
al buio.
Vuoto da far paura.
Porto mille segreti nella coda.
Ora, come serpente,
m'avvicino a te, piccola
Terra, e ti sconvolgo."
"Eppure io ti vedo bella.
Non sei tu, forse, la stella del presepe?
Quella che guidava i Magi a Betlemme?
Io da quaggiù ti vedo risplendente
e penso che gioia porterai.
La guerra, già ce l'ho da tanto
ormai, e scempi e malattie.
Nulla di nuovo hai?"
La Cometa un attimo pensò
e si fermò a osservare.
Udì un lamento di bambini.
Erano gli stremati dalla fame.
Fuggivano le dune
lungo orme d' animali
che già segnavano il terreno
di carcasse. Era il lamento di bimbi
venduti e mutilati per mercato.
Udì un clamore d' armi
e vide il fumo di case in fiamme.
In altri luoghi
nelle città più belle
in strada
barboni morivano di freddo.
La stella sospirò.
"Com'è triste la Terra
o mio Signore!
Da lontano
sembra dell'universo la più bella
invece serra il dolore
in ogni mano.
E sventagliò la coda:
strada divenne.
E chiamò i bambini, le madri,
i poveretti, gli animali, i poveri uccellini,
le piante, i fiori,
tutti gli amanti della pace.
"Su, venite, creature dell'amore
vi porterò lontano, in un pianeta,
e lì ricostruirete un mondo nuovo.
Ed allungò la coda fino a Giove,
poi si raccolse tutta come palla
e cominciò a brillare.
Sole divenne e Giove nuova terra.
E piovve e spuntò l'erba e venne il mare.
Crebbe la vita in fretta nella pace,
mentre laggiù, lontano, sulla Terra
rimasero, soltanto, a fracassarsi,
irriducibili gli amanti della guerra. |
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Pagine: 50 - Anno: 2009
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