Inconfessabili segreti,
mai davvero repressi
nel suo dannato cuore,
ricercavano la luce
nascosti nell’orrendo buio
di un’anima distrutta
dalla vergogna.

L’eterna solitudine
di un universo infernale
aveva germogliato il seme
della volontaria,
ma fiabesca,
pazzia.

Era suo,
soltanto suo,
il mondo sopra la realtà.
Regnando oltre la paura,
la perfezione dell’apparenza
era l’unica pubblica soluzione
per non svendere
l’ultimo brandello rimasto
dell’anima sua.

Venne il giorno,
non riuscendo più
a mentire a se stessa,
doveva per forza redimere
l’adolescente innocenza violata
dall’anima nera mascherata
da amorevole compagno.

Stringendo per mano
quei figli nati dallo scandalo,
chiuse la possente porta
del palazzo dorato,
e respirando,
l’aria dimenticata
dal mondo vero,
capi il significato
di essere la donna,
di diventare la madre
che da bambina
aveva sognato.