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Poesia pubblicata nello speciale 'Festa della mamma'
Quanta vita dai,
quanta vita hai dato a me
tu che non riposi mai
prima che non riposi io.
I tuoi anni, sono tanti ormai
eppure, a me non son bastati...
Non andar mai via,
prima d’avermi accarezzato ancora...
La tua vita sai,
è annodata a me
come un laccio è stretta
saldamente, intorno al cuore.
Che ricordi ho... le tue mani su di me
con dolcezza le posavi e con tanta semplicità.
Ora più non puoi
fare quello che tu vuoi, né andare dove vuoi...
Quante cose hai
ma di più è ciò che hai dato a noi
in silenzio, senza mai un lamento
i tuoi figli portasti avanti
più di te, per la via li amasti
con un cuore grande, che ancor ci onora...
Or che stanca mi guardi in viso
vuoi ch’io vada assai lontano
Mentre tu, vorresti solo addormentarti
ma io non posso abbandonarti,
e se un giorno andrò romito per il mondo
sempre in cuor, con me ti porterò...
Solo ora guardo, i tuoi occhi stanchi
e la tua mano bianca, che raspa a te davanti
per cercare i tuoi conforti,
poco lume nei tuoi occhi
Non ti fan veder lontano
ma il tuo cuore sente ancora
quel pulsar di gioventù
quando al mondo mi portasti
e questa vita mi donasti
che ora io riverso in te, madre...
A volte, se ci penso
sensazioni tu mi dai...
Il grande amore che hai dato a me |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Una madre, arrivata alla veneranda età di 91 anni, sfinita e stanca e piena di acciacchi, è ormai come una vecchia collina che - una volta così solida e superba - ora è tanto fragile e insicura che frana da tutte le parti. Ella non riesce quasi a muoversi e non vede ormai quasi niente, ma conserva intatte tutte le sue facoltà intellettive, quasi per miracolo, e non gli sfugge niente e si preoccupa ancora per i suoi figli. Questa donna è per tutti noi un esempio di sacrificio e dedizione senza fine, è una grande madre, una madre intemerata...» |
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