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Poesia sul tema C’era una volta un Re
C'era una volta
dietro la terza curva
e alla prima svolta
un regno incantato
che era la delizia
del palato.
Si mangiava così bene
che venivano persino da Atene
ad assaggiare la sfogliatella
quella di Napoli
si proprio quella.
E c'era un re bianco
perché i re sono sempre bianchi
neri o gialli
li fanno solo i saltimbanchi.
Quelli che il re bianco fece schiavi
alcuni birbanti
altri molto leali.
Il re era bello
la sua sposa era carina
come una bianca rosa
anche se era abbronzata
alle donne era ammesso
avvezzo il regno a ogni compromesso.
Il re stesso era molto bello
e di ricchezze ne aveva riempito
pure un castello.
Il popolo obbediva
senza ribellarsi
il popolo giallo
nero
e persino quello bianco.
Felice era il re
meno la sua dolce sposa
lui la menava
per ogni piccola cosa.
Il popolo felice non era di certo
preso da sconforto
e da sconcerto
mangiare non sempre si poteva
ma il regno era sacro
ed era per questo che esisteva.
Poi
un brutto giorno
venne un maestro
il quel noto borgo
insegnò ai ragazzi la lettura
e alla regina l'amore
anche se non era più casta e pura.
Rubò i denari
al re dei sette mari
e il popolo che si era acculturato
si ribellò alla prima mareggiata.
Scappò il maestro con la regina
che sembrò ancora più bella
non più in vetrina.
E di quel regno cosa è stato?
La repubblica dei neri dei rossi e dei bianchi
quel lieto borgo è diventato
mentre il re non è più re
non è più ricco
e... si è pure imbruttito
ed è così che tutto
è poi finito. | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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