Non serba segno l'erba del
campo, testimone delle nostre
corse colme di risa e urla di
bambine.

Ora i miei occhi non trovano
più quel luogo magico, che ci
accoglieva come braccia di
madre.

Saltavamo tenendoci per mano,
fino a raggiungere il ruscello che
era la nostra meta preferita, dove

piccole rane dalla pancia rossa
nuotavano felici. Amica mia,
che ancora mi consoli e piangi

le mie stesse lacrime, e ridi delle
mie gioie, e con me sospiri i miei
difficili traguardi.

A te confido ogni mio dolore,
a me confidi ogni tua amarezza
e insieme costruiamo un nuovo
sogno.

Sempre così, perché non debba
mai morire il bene la speranza
che ci tiene in vita...