E sarà come ammainare le vele
verso il fasto purpureo del tramonto
quell'andare li: dove una striscia di cielo
s'annega dentro acque pulsanti di colori
lasciandosi alle spalle, l'affanno coi ricordi
e il cuor fermato per sempre dal bacio
freddo dell'eterna notte

E dolce mi parrà quel navigare
dentro la bruma di nuvole infuocate
in un abbraccio di vento che morde
la distanza, quando soffia e cresce
azzurro e trasparente tra le onde
allungandosi sul labile margine
del niente...

Avrò mani salde e occhi puliti
per condurre la mia barca nell'isola dei sogni
fasciata di soffice silenzio come rosa celata
dalla neve che nessun sguardo può percepire
perché imbavagliato dai toni ciechi di un vivere
fremente, per poter guardare oltre il sipario
il nascer di un'altra'alba, schiudersi meraviglia
aspersa, di un orizzonte nuovo

Lassù al di là del mare, al di là del cielo
per raggiungere la gloria del sole
allo zenith della vita, tra ondulati vapori
nell'incanto evanescente di un'ebbrezza
di riflessi, mentre la lancetta ha chiuso già
il suo giro sul quadrante

Sarà cosi la fine che germina un inizio
un soave mareggiar tra fasci di luce pura
senza memoria, senza rimpianti, finalmente
libera nel luogo da cui son giunta e che tornerò
ad abitare, nell'attimo estremo in cui il lungo
sonno mi carpirà nel suo tenue languore

facendomi aria priva di corpo, fluttuante
nello sgargiante alone dei suoi coralli...
Come se soltanto fossi stata, un fragile
gioco di spume con lentezza raccolto
nel cerchio levigato di un altrove

purezza dilagante, in un impeto di fiato.