Tempesta di sabbia e veleno
fra dune d’angoscia e oscuri cammelli...

Nuvole
da nere vesti ammantate
intrecciano tenera rosa del deserto

veleggiando doti
con cactus riscattosi e cristalli sdegnosi di brillantezza.

Stille di nero kajal
incespicano malinconiche gemme
tramate di urla silenti e ricami arabeschi,

che sfioriscono dolenti spine rugiadose
sull’acerbo spento sorriso.

Raggi d’inferno
risplendono arcigni infuocati impulsi

danzando malvagie sinfonie d’amore non cullato
...sull’esile movenza...
nelle notti ingoiate dalle tenebre.

Carezze intorpidite da fumante narghilè
ricamano lame taglienti
su innocente ambrato velluto

cavalcando a briglia sciolte in rosati territori
fra tappeti intrisi di verginea linfa, imperlata di purezza.

Sogni desiderosi di libertà
spengono primavere serene a donna in fasce...

mentre il vento indifferente
corre e si sbriglia fra colline senza fine,

innalzando polvere negli occhi.