Più volte, ti ho
incitato a volare, a
spiccare senza paura
quel volo, che ti offriva
un orizzonte nuovo
dove la vita ti avrebbe
mostrato i suoi colori.

Ti ho preso per mano
come avrei fatto con
un bimbo smarrito
aprendo il mio cuore
al tuo dolore.

Mostrandoti una
strada senza inganni,
quel luogo dove al lago
è permesso di diventare
mare.

Ma tu cercavi solo una
palude, uno stagno
dove l'anima muore
e la speranza svanisce.
Sei rimasto accecato da
quella fievole luce filtrata
dalla nebbia.

Ed è bastata una piccola onda,
una leggera increspatura,
una ruga sull'acqua, a farti
annegare dentro il limbo di
una eterna quiete.