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Poesia sul tema L'abbandono
- Odi madre o dir si voglia d'essa
seppur ciò che ne resta
è una porzion di lei;
ascoltati,
ascolta il tuo cuor dettar battito al mio,
imbeviti a fonte sorgiva di vita,
del tenue piacere che nutre la mia.
- Nel mentre germoglio
perché non mi parli,
vorrei sussurrassi, vibrando per me.
- Perché non delizi
il tuo ventre a carezze,
per me son certezze,
che or dunque mi vuoi.
- E' chiederti troppo, donarmi alla vita,
vorrei io guardarti per viverla in me.
- Portar le mie labbra
d'istinto ai tuoi seni,
per berne quel siero, che è parte di te.
- Sapresti cullarmi stringendomi al petto,
chinando il tuo capo
guardandomi un po',
mi lascerei andare, tranquillo e beato,
saziato d'amore nel sonno ti udrò.
- Vorrei accovacciarmi
al tuo corpo odorato,
saggiarne l'essenza per farne respiro.
- Ma sento confuso il tuo giovane cuore,
la mente distante nell'anima astratta
mietendo a delirio dissociano entrambe,
la madre che udivi volerti salvare
da ciò che di umano non vive più in te.
- Non so più cercarti nel cielo tuo spento,
ormai che son fuori
non vi è più tepore,
che possa scaldarmi da questo silenzio.
- Attendo impaziente che tu mi dia affetto,
perché cara madre non vieni a cercarmi?
son qui che ti aspetto,
se vuoi puoi baciarmi.
- Ma come spiegarlo,
nel triste momento nel quale ti cerco,
col tatto e l'olfatto
invano t'inseguo giammai ti ritrovo.
- Nell'alito pianto,
che è l'unico appiglio nel freddo giaciglio
di questo abbandono;
l'odor nauseabondo tra i tanti rifiuti,
non è che il contorno
di un sudicio amore,
di cui mi hai cosparso.
- Nascosto nel buio di un ferreo fetore,
che fa del tuo amore
un eterno rifiuto, nel quale ho vissuto
l'amaro rimpianto che mi ha generato,
nel quale ho giaciuto. |
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Argo |
26/03/2011 21:24| 1197| |
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