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Questa è una poesia erotica: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerla.
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Poesia sul tema Dove grida l'amore
E' capitato appena dopo cena
in quel locale, in Via della Leonessa,
con il morale morso dalla pena
di chi sente d'entrare in una fossa.
Eppure la musica è sommessa
e mentre sorseggia un bicchierino,
lei lo guarda, distante, è un po' perplessa
ma quando la saluta, fa un inchino.
E' bella la legna sul camino!?
- lei azzarda e lui diventa rosso –
L'ho sempre amato, fin da ragazzino,
mi piace ammirarlo appena posso;
rivedo storie che m'hanno commosso,
siedo davanti e vago con la mente,
ripenso a quella volta, dentro un fosso,
il sole che filtrava, vagamente...
Ti manca? – gli fa lei, distrattamente -
a proposito, piacere, Cherubina,
è bello parlare con la gente.
Io son di qua e tu? Io di collina.
Hai già mangiato? Ti prendo una piadina,
o preferisci un pezzo di torta?
- aggiunge lei - Ne mangio ogni mattina,
l'ho in frigo, la strada intanto è corta.
Ma non vorrei... E dai, che te ne importa?...
alla dieta ci pensi un altro giorno,
stasera te ne fai una bella scorta
di quella fatta in casa, cotta al forno.
Prepariamo il tavolo in soggiorno,
le cose le teniamo chiare e scisse:
io penso al primo, tu pensi al contorno,
io sarò Penelope, tu Ulisse.
Che genio! - dice lui - chi lo descrisse,
senza mai pace tra i suoi viaggi persi,
mi angoscia e mi esalta come visse!...
Penelope comincia a compiacersi.
Adoro - dice lei - chi scrisse in versi,
quel viaggio dopo quella guerra folle,
gli eroi testardi, i compagni persi,
le donne mitiche che volle e non volle.
Lei si solleva sulle gambe snelle
perché lui la porti dentro il cielo,
rimbalza lo stupore tra le stelle
quando gli stacca dal naso qualche pelo.
Poi s'inarca, gli sale sulle spalle,
lo graffia con la furia di un rapace
e mentre il sangue grida sulla pelle
Penelope, dentro, si compiace. |
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