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Poesia sul tema Il vecchio mulino
Galoppa, galoppa,
in punta di lancia
ma mentre galoppa
ha fitte alla pancia.
L'Amico del Sole
che gli sta accanto,
gli chiede: Fa male?
E lui: pure tanto!
Fermiamoci allora
al Vecchio Mulino,
io penso all'abbacchio
e tu versa il vino.
Appena bevuto
il primo goccio
appare un nanetto
col naso di coccio.
Gli amici sorpresi
gli fanno: compare,
mangia con noi
se ti fa piacere...
Dicci di te,
del tempo ch'è stato,
com'era il drago
che t'ha trasformato?
Son sempre stato
quest'essere qua,
somiglio alla mamma
e pure a papà.
E come mai
sei triste e abbattuto,
t'hanno picchiato
o sei caduto?
Ero il principe
di Schiattacuore,
la mia tristezza
la debbo all'amore.
Comparve Favilla,
la Fata di Pera,
mi vide, la vidi:
non venne più sera.
Perdemmo il senso,
del giorno e dell'ora:
il Vecchio Mulino
la nostra dimora.
Fu neve e sole,
rugiada in giardino,
cielo stellato,
fiori al mattino.
Furono rose,
garofani e gigli,
il mondo incantato
ma, vennero i figli.
Vennero i figli
del Vecchio Mugnaio
scomparso nel secolo
scorso, in gennaio.
Dissero: Mamma,
il Mulino è nostro
e per favore,
caccia via il mostro!
Guardai la Fata,
vidi il suo cuore
svanire nel nulla
come il tepore.
E come è finita?
- disse al nanetto -
l'Amico del Sole
bevendo un goccetto.
Preparai un dolce
di pere cotte,
finsi d'andare
ma tornai la notte.
Sbarrai le finestre,
uscii dalla porta,
chiusi con l'ultima
chiave di scorta.
Passai alla chiesa,
fissai la croce
lasciandoli tutti
in santa pace.
E adesso che fai
qui solo soletto?
Mi godo la vita!
- disse il nanetto -
Aspetto chi viaggia
lungo la via
e s'è gentile,
lo lascio andar via.
E se è scortese?...
A me non importa:
dolce alle pere
e chiudo la porta. |
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