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Poesia sul tema Qualcosa di me (Ognuno parli di se stesso)
Un povero Cristo,
pazzo e delirante,
crocifisso al proprio destino,
solo ed attanagliato dai sensi di colpa.
Avrei potuto dire
ciò che non ho detto,
avrei potuto fare
ciò che non ho fatto,
ho lasciato che tutto mi scivolasse dalle mani,
ho lasciato che il caso si accanisse contro di me,
ho aspettato avvenimenti
che mai capiteranno
ho provato sentimenti mai corrisposti,
che mi han fatto star male,
ho donato affetto
a chi non se lo meritava,
ho dato tutto,
sputato sangue,
versato lacrime
per amori immaginifici,
ho scritto futili parole,
ho gettato me stesso nell'immondizia
per un qualcosa che mai si avvererà,
ho speso tutto per poter sognare,
mi son bruciato per lottare contro me stesso,
ho seppellito l'orgoglio
per un pugno di polvere,
mi son rotto le ossa
per una manciata di vergogna,
ho perso la voce
per gridare contro il niente,
mi son venduto al diavolo
per aver dato tutte le colpe a Dio,
ho gettato il mio fegato in bocca agli squali
per alleviare il dolore,
ho disperso il mio fiato
nelle praterie della viltà e della paura,
ho regalato i miei occhi alla falsità.
Vomito dolore per ciò che sono,
brucio nel fuoco della rabbia,
per ciò che avrei voluto essere.
Piango come un bambino,
mentre scrivo queste assurdità,
per ciò che avrei voluto vivere.
Cerco,
nella mia ipocrisia,
una mano da stringere,
un cuore da far battere.
Trovo nella mia utopia,
il desiderio di rinascere.
come quel Cristo nel quale mi son raffigurato,
ma e tutto tempo perso ormai,
e rimarrò qui,
chiuso e solo,
nel silenzio della mia follia e della mia nostalgia,
per ciò che non avrò mai,
e per ciò che non sarò.
Mai più. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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