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Le 54 poesie pubblicate il giorno 04/01/2018
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Regards innocents,
jetés dans des tourbillons,
par des bourreaux immondes,
spectres de ce monde.
Regards absents,
ignorés des gens,
ensevelis sous les décombres,
là où l’espoir sombre.
Regards perçants,
voyageant dans le néant,
en quête
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E così giunse,
sul primo giorno del nuovo anno,
l’alba agognata!
Fece partire, con la settimana,
il mese d’inizio
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Poche foglie sul viale,
e la notte avvicina il suo fiato
sulle querce, sui pini e sul prato
questa sera che chiude il Natale.
Ho trovato nell’ aria pungente
il silenzio che scaccia il fragore,
e la festa, fuggita dal cuore,
resta solo un bijou
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| Un tempo suonai
la mia voce notturna e partorii albe vive nei passi.
Sparsi estati d’amore in un giorno di vento e
scrissi le stelle sulle strade
sulle finestre
sulla riva del mare
sui sassi
sugli alberi.
Imparai anche a contare i
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| C’è un ingoio
nelle nostre mani
una voglia così assoluta di deglutirci.
Ci sono due venti
che a minuti si divulgano in noi
e ci spiegano
come arrivare alla voce del fuoco.
Dapprima siamo nazioni
con le frontiere, le dogane, la polizia:
"Altolà!
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E’ mezzanotte
muore un anno.
un altro nasce.
Nuovi giorni,
antiche promesse.
Tempo simbolico,
anche il mondo
per un
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Non sento più il tuo profumo
il tempo ha cancellato
quell’esile traccia sul cuscino ...
Nell’abbraccio della nostalgia
risento le tue parole
“Quando il cielo
mi vestirà col suo colore
e aria sarà il mio corpo
non piangere
ne soffrirei
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Lasciatemi narrare
delle ombre nella terra
di quella tomba dimenticata
nel bosco vecchio a tarda sera
Lasciatemi ricordare
il dolore delle fate antiche
e il sangue che scorreva
sul marmo prima della luna
Il buio ha giurato di coprire
per
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’N fondo la piassa i brusa stasséra
la vècia cotolona e sgonfona: la Strìa.
La ga do balaustre de rara belessa
’nvesse tuto ‘l resto: l’è na schiféssa.
Apena ‘l stroo ‘l colma nostra la val
davanti a tuti i bociasse del paese,
col capucio fracà su
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Fra nuvole diradanti
ecco apparir un arco celeste,
nel ciel vien avanti
di lucentezza in veste
Di bei colori sprizzanti
l’etere tutto riveste,
sventra i nembi davanti
e ricopre il paese agreste
Ognun l’osserva in bellezza
che trae l’occhio in
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È tutto finito,
mi dicevo convinto
mentre guardavo lo specchio di cielo
e ciò che vi scorgevo
era un sogno lontano.
Non sono una nuvola
né pioggia né vento,
non so chi sono, né dove sono e dove vado...
Tra l’essere e il non essere
c’è sempre uno
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Indarno scivola il pensiero
intorno alla bolla dei ricordi
sembra facile entrare
in quella trasparenza
ma pagine e
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Sembra allegro quell’uomo
che invia delle stampe
per l’anno nuovo, l’arte
di amare l’arte, una poesia
che col pretesto
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Credimi, oggi,
forse non lo sai,
il sole mi ha parlato di te
scaldandomi il cuore
attraverso foglie
stanche dal vento
mi ha raggiunto
e scavato gli occhi
strada maestra
del nostro amore
in attesa costante
nel manto della
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Rampollo sono
nella rosa dei venti,
col mio pietoso suono
tra sogni marciscenti.
Mi sento uno straniero
dal tremulo
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Eravamo vicini,
noi che della distanza viviamo,
noi che dell’assenza ci nutriamo.
Avresti potuto fissare i miei
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| Fugge il tempo
dell’incognita,
e immacolata tela
dell’anno che viene,
alzando i calici,
nella speranza di giorni migliori.
Insegue fuggevoli chimere
e riga i volti invecchiati
che appaiono più stanchi.
Sgrana i giorni
di un rosario
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Che fu,
senza i lumi tuoi,
il peregrinar ozioso
del tuo amato sposo;
su tante prue
lasciavo il mio cuore
ad asciugare,
dai patimenti condannato
di un amore mai ricambiato.
Tra i volti dei tanti
che ho incontrato
un dì il tuo scorsi
e non
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Ho combattuto!
Sto combattendo!
Con tutte quante
le mie forze nel vento.
Ho resistito!
Sto resistendo!
Contro la
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Un palazzo patrizio bifore
una finestra illuminata
lì ride gioiosa una bimba
bionda quell’albero i regali
dirimpetto per la demolizione
pronto un vecchio caseggiato
una finesra un vetro rotto
rischiara la stanza una candela
e da lì a guardar
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E’ probabile
un giorno parlerò
sarò il vento caldo che libera lo spazio
Un giorno, aprirò le porte al sole
cantando in controluce, l’aspro e il dolce del mio sonno
sulle amabili colline.
Ascolterete il Sud di quello che io so
intravedendo il cielo
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Avrà una forma il respiro,
si accende e si spegne in un battito
quale inno alla vita, la sua musica,
l’urgenza nel desiderio d’essere.
Sarà visibile il pensiero,
l’adorazione del volare, sia fuga,
eppure legano queste inutili radici,
la nemica
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Pagu |
04/01/2018 14:26 | 1176 |
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Era deciso e sicuro
dopo aver ponderato
sul complicato contesto:
con molta discrezione
si diresse nel punto
da prima
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Mi vennero incontro effluvi di mosti
e del vino novello i sentori briosi;
disteso un tappeto di rame e di bronzo
con foglie stordite dal vento
e sul viscido lucido asfalto
i ricci ancor pregni di frutti carnosi.
Di fascino arcano e silente
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Solo il caldo del tuo corpo
a scaldare la notte,
miccia di passione
che accendeva la vita;
il sapore amaro dell’ultima
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Stiamo arrivando dunque alla Befana
che ora solo feste porta via
e non c’è più quella vecchietta strana
che costellò di sogni e fantasia
la mia vita di bimbo e fu non vana
essenza di sorpresa e d’allegria,
primeggiò sempre in me come sovrana
e
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coltri di neve
attendono le fosse-
poi l’anno muore
ore deserte-
danze d’angeli soli
arresi al gelo
notte di
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Occhi complici e accattivanti,
labbra carnose e seducenti;
nuda t’immergi nei miei pensieri
con sguardo famelico colmo di desideri.
Luce vermiglia nei tuoi occhi
come lampi di fuoco in piena notte.
Bocca stregata, rossa e voluttuosa
con
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Quando bello era d’intorno ancor di più
lo scroscio d’acqua che insisteva tra due sassi,
dolce e cara che scendeva e il canto dei piumati
si espandeva nel mattino.
Ecco che all’imbrunire ogni suono si elargiva
e le orecchie già in ascolto che bel
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La morte improvvisa i suoi copioni
nessuna scena da recitare
tutto è (era) rigorosamente dal vivo;
in atto unico
(unica data non si replica)
Spettatori ad inviti;
recita a soggetto
l’aristocratica signora della fine dei giorni
altezzosa e
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54 poesie pubblicate nel giorno 04/01/2018. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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