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Le 67 poesie pubblicate il giorno 04/10/2016
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Ho voglia di stare col mento sui polsi
a guardare le formiche da vicino
Pancia sull’erba e ombra
Nessuna voce
e i suoni del silenzio che accompagnano
l’accenno di un sorriso
mentre quel mondo piccolo
si dà da fare
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Amara |
04/10/2016 15:06 | 1737 |
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Il velo tenebroso
della notte
si è eclissato
lasciando spazio
ai primi bagliori del giorno,
e tu apri gli occhi
rendendoti conto
di essere viva
e che altro tempo prezioso
ti è concesso per assaporare
ulteriori inestimabili
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A piedi scalzi
entrerò tra le vele
del tuo cuore.
Qui
riconsegnata a te
congiungerò
anche il
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Ancor pochi dì
e torneranno puntuali,
come le rondini,
a danzar mélange
le foglie dell’autunno.
Suadenti danze
inebrianti piroette,
planare e poi poggiarsi
sul cuor poeta
d’un passante osservatore
d’una vita alla soglia
del gelido
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Tanto ho sognato un abbraccio di donna,
nel dolce lido del vento notturno:
baciarle le sue mani, la sua gonna,
il suo labbro ridente in rosso- fuoco,
un bacio dopo un altro, come un gioco
dove vince il solletico d'amore;
guardarla in volto, negli
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Ricamata di sole
e a punto croce
sotto la luce dell’aurora
sulle strade piene di sassi
che pungono i piedi
e spogliano le memorie,
e un attimo, solo un attimo
la vita.
È irradia la scia
del tempo che passa
a volte con sembianze
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| Benvenuto ottobre
dal cielo di bronzo nuvole di rondini
ombreggiano il sole
e il cuore si prepara a giorni brevi
e lunghe notti di sospiri
e rosse speranze di fuochi accesi
e caldarroste scoppiettanti nei palmi
bramosi e infreddoliti
e labbra
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Vesti il disagio di una fame che incalza
nei tardi tuoi arrivi
ai lauti banchetti
perso nei rei abbagli
di un
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| Sotto i sassi
c’è una luna piena
dorme e
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| Occhi tondi
di gesso,
di esangue assenza,
sguardi di sprezzante atavismo
a un dipresso, ortostatiche salme di legno
nemiche del cuore del sole
di un mortale cinismo robusto
con rughe di sdegno
e disgusto
nelle parole;
hanno il gelo acuto e
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Ad una, ad una, magiche foglie volano
sono lanci di stelle
odorose di zolle .
Lenta la sera...
un uccello dalle ali dorate
torna.
Un respiro di bosco
si posa sulle tiepide gote
rischiara la voce
dal manto orlato d’acqua.
Ho guardato la cima
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| Sono come sasso di fiume
come goccia di miele
affogata nel ghiaccio.
Sono un'oriunda
figlia del fu
orfana di gioia,
sempre clandestina.
Resto attonita e muta
in mezzo al vociare,
e chiudere gli occhi
e tacere il cuore
è illusione di
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| qualcuno replicò da basso ch'era notte
e la notte ogni stella si apre e si sente
d'intorno soltanto il romorio del tempo:
ma il tempo è questo mare negro che ci inghiotte
e noi dabbasso sentiamo i fiori che si aprono
quando le
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| -nella vita chi non si dà muore
mangia se stesso- sentenzia
il "saggio" in degenza
la nuvola
di vapore dalla cucina offre
un che di magico un familiare
tepore
là fuori un mondo che vive
la recrudescenza dell’inverno - gli alberi
orfani di
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| Salgono dal mare sinfonie uniche:
malinconici violini
e tamburi irriguardosi
dal ritmato sound ...
la brezza è lieve
ma lo spazio
in breve zeppo.
Fantasmi buoni
s'appropriano di me
liberando sogni
che la mente anela
e il corpo
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Un sorriso, un passo ancora,
dentro quella felicità
che ha il sapore di petali di rose.
Senza giri di parole,
bisbigli che cullano il cuore
dentro uno sguardo languido che si perde nell’infinito.
Un altro passo ancora, amore,
un tuffo
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| Evaporano gli anni di noi tutti
formando nel cielo panna di vissuti.
Il cielo terso dell’infanzia col tempo
macchiato viene dalle impronte dei percorsi delle suole.
Pallide e poche gioiose umane storie come nuvole macchiate di bianco
si raggruppano
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| Mi corteggi
quando l'alba appare
con occhi di mistero.
Quando affondo lo sguardo
da bimba curiosa
leggendo nei flutti
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Umori di forte essenza maschile
celano aspettative
di rinnovati desideri nascosti.
Effluvi d’emozioni
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Cari poeti dell’ovvietà
ricchi di buone maniere
di facce contrite e sembianze vere
Cari, cari poeti del già detto e tritato,
nel volgare applauso del popolo
di chi vi ama, di chi vi applaude
a scena aperta, gridando il vostro nome.
Cari poeti, oh
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| Misero e smorto è dire pane al pane:
buia la notte, ma dirò ch’è nera,
ché a me, come al “Postino” fu insegnato
tragitto a ingarbugliar, verso la meta.
Ed or canuto ormai, da tempo immane
siffatte astuzie assimilar
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| Nel silenzio che parla
si odono suoni
si vedono immagini
in colori sbiaditi che sanno di ieri
Si ascoltano i pensieri
e negli occhi assonnati si tardano a vedere
E la sera arriva lenta
parlano ricordi, emozioni
si mescolano con il presente
il
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| Una dolce malinconia stringeva la gola
ascoltavo il fischio del treno
come un grido inquietante
si diffondeva nella notte solitaria
raggiungeva il mio cuore e la fantasia metteva le ali
Quando mio padre partiva
Mi accostavo alla finestra
in
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| Quando il ramo
è sepolto dal grido dell'inverno
e la fontana tace il centro della piazza;
- noi siamo foglie
che si moltiplicano a Gennaio.
E non ci sei
nei prati che fiorivano,
nel filo rotto che rammenda il tempo,
nei dolci passi
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Che la terra
mi sia dimora
e il suo respiro sollievo,
perché diventi
materia nella sostanza
un
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Inerme
di fronte
a quello sguardo
che dice
mille parole
senza parlare...
e io,
in silenzio,
comprendo
quanto sia
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Gloriosa apre le porte alla notte
e sale.
Entra in scena,
innalzandosi al di sopra degli invisibili che la ammirano,
contemplano, amano, odiano, giudicano, lodano.
Lucente e nitida rischiara il suo palcoscenico,
mentre tutti incantati
godono della
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Aspetta invano quella porta
laggiù
sommersa da una marea di turisti
non respira
aleggia nell’aria
desiderio di accogliere peccati
e poi detergere con forza suprema
una schiera di angeli sorvola
come padroni di casa
invitano ad entrare
amici
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Sentite condoglianze a te
per il tempo perduto
andato via senza tornare.
Fu una grave perdita
ancora giovane
-solo una notte-
A volte mi chiedo perché
lo lasciammo andare fu
sciupio quasi assurdo
E ne sentiamo la voce poi
quando
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Lo sapevate che la Terra è piatta,
e, invece, è il sole che ci gira intorno?
La mia non è ...
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67 poesie pubblicate nel giorno 04/10/2016. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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