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Le 64 poesie pubblicate il giorno 06/12/2015
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Prono, sulle ginocchia arrossate,
pregai sullo scalino di quell'altare sconsacrato
che il tempo avea per sempre rovinato.
In quell'aere muffata
trovai però quella pace dimenticata.
Il tempo e la sacra ipocrisia
avea ormai abbandonato quella
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colma la bocca
di luce l’abbaglio
della veste
sentivo nelle ossa un fuoco
come
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Sulla via che porta all’infinito specchio di un lucente azzurro,
fra le foglie dei vecchi platani
alla guardia del lungo e
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La forza della persuasione inesistente
fallimenti ed incertezza
cerca un equilibrio
in ogni genere di bassezza
come dell'abbandonarsi inopportuno,
comprendere non salva la debolezza
l'impotenza davanti al male è sconveniente,
il male muove
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benvenuti a Istambul,
invasori di cuori stanchi,
benvenuti nel porto
delle perle abbandonate.
gli occhi tristi di
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Ed ecco la fenice allontanata
tornare dalla terra degli inganni
rossa e più avara
ombra disperata
decisa a trionfare sugli agnelli
con tutto il fuoco in armi e sempre vivo
segnata dalla febbre travolgente
dal giorno che rinata
si cala sulla
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| L'aria è pungente
dondola su un ramo
triste una foglia
che m'alita piano,
sopra i capelli
e sopra il mesto
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| In piedi sulla via polverosa ti trovo
sei il mito di mille avventure
sei tu uomo in nero
il mio diabolico uomo!
Aspetto vestita di bianco latte
capelli dorati nel foulard di copertura
un coraggio da vendere
una passione da dare...
Sguardo
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| Ho il volto privo e orfano del sole
bruciato dalla mano più vigliacca
ma gli occhi come dardi in faccia al cielo
stravolgono l’orgoglio e l’orizzonte.
Ho visto la paura e la sua mole
l’affronto delle onde e la risacca
e sopra la mia testa
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Colle ad adornar lo spazio,
strie d'azzurro ad ammagliar lo sguardo...
tinteggiar colori ed intonar umore a
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| E ancora mordi
la mia bocca e il mio cuore.
Hai intrecciato le tue mani alle mie
con il tuo corpo hai fatto
uno strato di dolcezze,
percorro per tutto il tuo corpo,
brividi mi attraversano
siamo qui nel tempio del nostro cuore.
Intrisi
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| Ha una storia in spighe di grano
cantare
nel vedere oltre il mare
e non vestirsi del vento,
senza occhi
come l'aurora di sale
che
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Ombre
fantasmi incubi
mi attanagliano
serpenti
dentro il mio corpo
demoni infernali
distruggono i pensieri
vorrei tanto liberarmene
ma sono incatenata
non riesco a gridare
non ho più voce
tutto vuoto
profondo misterioso
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Il grido della Terra e dei suoi figli
si stringe intorno ai letti dei bambini
che sognano impauriti gli assassini
con facce volti cuori e nudi artigli.
E l’urlo inascoltato si distende
in questo campo antico catoniano
spiando indifferente un dio
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Sì uomo,
ti ritieni giusto e perfetto...
ma nel tuo sangue striscia ancor
il veleno del tuo antenato.
È per questo che odi il fratello
né con lui vuoi viver nel mondo.
Quando usi falsità e violenza
per i tuoi luridi
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| Inconsistente essenza
di trasparente purezza,
basta un soffio
o una carezza,
un tocco leggero,
un blando sfiorare
e la sua fragilità
si manifesta nel morire,
nell’affievolirsi
come fiamma svanita,
dissipata nel nulla.
Si riversa in se
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Tace la sera pallida di luna
il tuo respiro caldo,
ultimo baluardo prima della notte;
appoggiato sui vetri della curiosità di uomo
osservi strade stravolte di passanti.
Il cuore strama i ricordi del tempo
calzoni corti e gambe nude,
polvere
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Ora ti guardo
nella lontananza:
come si guarda
un quadro appeso
al muro.
Mentre mi giunge
l’eco del silenzio,
in un’attesa che
sente il mio dolore.
Ora ogni cosa mi
parla di te, e dentro
l’assenza, come
Sheherazade, ti
ti racconto
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E’ un saio di briciole
questa zavorra di feritoie
in difesa degli spazi.
E’ un paltò di fieno bagnato,
di fiamme frivole,
di feti obsoleti potati alla bisogna
-che spinga la ronca
la ronda sugli arti
per sfregiare colonie di nervi-
Non
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Venditori di rabbia
su l’intero mondo,
sacrificano il bene
su l’altare dell’odio.
Sono sorgenti di sangue
rubato agli amori
che germogliano ovunque
in tutte le età.
Piange la terra
nel grido del dolore,
non c’è più speranza?
E’ l’ora della
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Con l'infinito a portata di mano
ci allunghiamo quasi a strapparci le carni
ma a sfiorarlo, neanche se ne parla
è più semplice una sonata di bombe
che condividere con altri.
Si dice che bisogna azzerare
per ricominciare e non
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Sei delicata (e fragile)
come le ali di una farfalla.
Il vento non è riuscito
a tarpare la nitidezza
del tuo volo
verso l’agognata libertà.
Sei immensa
come il cielo indaco
prima di un temporale
estivo.
Sei il mio primo
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I pellegrini stanno già arrivando,
ma Roma ancora non si sente pronta,
il celere passaggio di consegne
dal sindaco
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Notte di colmi sui tetti
ne avrei voluto almeno scrivere il titolo
una piccola donna tra le storie
di quei tizzoni arrivai persino a pensare
che alla fine fossero stati poi sempre gli stessi
verdi fusti adombrati tra gli ardenti sospiri
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L’aria s’accartoccia di nuvole
il vento spazia libero
fra i campi brulli
Nudi gli alti pioppi,
dondoli si sfiorano
crepitando,
e il freddo raggela
piccole ali
Frugo il cielo che s’imbruna
e l’improvviso picchiettare della
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Vieni dunque con me. Ventosa è questa
giornata che par quasi primavera,
nel cielo bianche nubi fanno festa,
a tratti ride il sol con la sua sfera.
Ci diremo del cuor quello che resta
di vita nostra prossima alla sera,
mentre
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Nuvole grigie,
pesanti
di soffice umidità
s'incontrano,
nella malinconia
d'un essenziale ballata rock,
danzando
assediate da un cielo assolato.
Sorridendo sornione
ad un narciso arcobaleno,
giocano a rincorrersi
disegnando forme
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DaviD |
06/12/2015 04:50 | 1534 |
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Il mare è in cancrena.
il cielo rovesciato in overdose di nubi violacee
che copre tramonti dolenti di spettri
Vampate di luce sollevano
un vento di membra sparse
versando il sangue nei cristalli rotti dagli spari
che sprofondano le arene
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Natura scorrere
in strofinio di foglie,
e cuore di vita.
Ritmo incalzante
di erranti parole
in fermezza d’animo,
e litiganti sguardi
di indicibili pensieri.
Lento fragore
d’incompreso impulso,
volto
di cresciuta bambina
e fra
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| Passerà questa indomita
frenesia d’argento brunito,
forse tu solamente riesci
a placare turbolenze
in questi spiccioli di sole
quando cala l’ombra della sera.
Attraverso vetri opachi
profonde pupille
intravedono poca luce,
S’empie solo la stanza
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64 poesie pubblicate nel giorno 06/12/2015. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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