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Le 54 poesie pubblicate il giorno 22/10/2015
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Alzarsi
al mattino
scorgere il sole
e osservare
come la natura
segue il suo ciclo vitale
mentre la brezza
accarezza
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Povero essere,
essere sei,
c'è chi per te sa:
Ma chi sei!
C'è chi per te fa:
Ma chi sei!
Eppure è vero,
pure è vero:
Quante eresie dici!
Dici tante eresie.
Tu,
non sai cosa dici,
cosa dici non sai:
Sei un povero
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L’ho vista galleggiare su onde di coraggio,
aggrapparsi alla schiuma d’infiniti sciabordii,
sprofondare e rialzarsi e sprofondare ancora,
un mattino di primavera sotto la pioggia battente.
l’ho vista sparire e riapparire
l’ho vista in catene e
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Salto come acrobata stanco
salto dai sogni inviolati,
chino tra i segni di strada
m'affido al tuo ultimo dono.
Ebbro di pensieri cercati
tra schiere d'isolati rifiuti,
sola anima persa
nel circo di un'unica vita.
Acrobata ma non
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Tornerò a casa
infine.
Mi troverò ad attendermi.
Saprò
di non aver viaggiato inutilmente.
Mi
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| Quieto abito di sempre riposa
sui muri di quella casa antica,
madre degli anni lieti passati
e ora posati su spalle curve,
curve quanto basta a dover
alzare lo sguardo alle calde
tue stanze.
Nulla è nuovo e tutto è
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| La notte è un porto di storie antiche
Tu nebbia sensuale di fine estate
surreale mistero di cavalieri e
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| Oh Melezzo che scorri all’Alpe amata e ai miei valichi,
‘ve un dì a un villaggio io mi nutrii d’Eterno,
e di assai palpitate attese, e carichi ivi sono
di fresco vento i frondosi all’inverno e all’autunno
i pini e i tigli; oh Melezzo, al cui
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| Cercami oltre il gran silenzio che ti racconta
e dove sull’erba ti puoi ancora sdraiare
imitando la pace della notte
e la chiarezza del giorno
cercami fin dove vivono le favole
dove ogni lingua la puoi parlare
e la tua aria la puoi
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Quando si va via
il cielo ha i colori dell'uva matura
non c'è più poesia
e i campi son distese grigie d'erba dura.
Quando si va via
si vorrebbe un po' più tempo per salutar gli amici
dirgli una bugia
che non si ha paura e
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| Percorrendo una vita sbagliata
resto assorto da una qualunque idea vagante;
tra i passi lenti e il freddo che mi assale,
riciclo sensazioni usate come frasi sconnesse;
sillabando il ritorno
mi ubriaco di strada;
il connubio tra l’acciaio e
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| Sempre non dura in vita d’uomo il sole,
nube l’offusca e sogno e corpo muore;
oblio sul giusto e sul perverso scende,
confonde poi chi resta pula e grano.
Chi ruba non è causa della piova:
da noi, dacché si è smesso piove ancora
con glabre dune e
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| E mirando senza posa
infiniti spazi da questo colle
il cuor si sperde beato
tra silenzi e distaccato
dai clamori del mondo...
E diventar ribelle
perché vivere controcorrente
mentre le onde ti attraversano
ti vogliono portar
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Ombre vagano verso un cammino
perverso. Vanno oltre il tempo,
questo tempo che divora la vita.
Ego d’anime tramutato in apatia.
Il sonno è agitato da incubi,
anime mortali precipitano verso
l’abisso di una vuota esistenza
Non ci sono
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Fummo presi dal vento
birichino,
nel dimostrare che uno
di noi, inamovibile,
avesse la meglio nel condurre
avanti un seme di follia.
E quel vento venne
a pareggiare l'ostentata beltà
ricevuta a seppellire
unicamente servili
le forzate
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Visto cosi,
da giovane svezzante,
lo sguardo del vecchio grinzo,
la sacca con gli attrezzi
e l’ altra uso cappuccio
come un frate,
la zappa- bastone
è un appoggio che lo piega
in riposo alla barra.
Non sembra che soffra,
ha due corvi
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| Guardare indietro
bilancio della vita
scorre sull'offuscato vetro
ciò che rimane tra le dita
macerie...
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Dai tuoi occhi
il mare intravedo
non per l’azzurro delle pupille
ma per il profondo orizzonte
che mi offre.
Dalle
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Rievocato agl'occhi
quell'attimo fuggire
il mare sospirava
vero amore...
intimità all'unisono
splendore
il cuore nostro
nelle idi d'una estate
in diffusi bagliori
all'orizzonte...
incuranti l'oscurità
le
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Mi fai battere il cuore - tu
disceso nel nido del mio sguardo
tieni in mano il senso dei mie palpiti.
In te mi vedo
raggiare - puro ventre d'amore
come bacio che al sole s'accompagna.
Mi sei caro - qui
dove ho appena respirato
il tuo
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Cresce l'abbraccio dell'Ave Maria
col suono degli ottoni e dei violini,
e l’orchestra mi chiama ai più vicini
ricordi che ritrovo per la via.
Ottobre già ai sussulti del trapasso
rivolge il cielo bianco, e mi rimanda
ad altri
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| Brumoso risveglio
mi conduce
in una sorta di turbamento;
mi trovo in un vicolo cieco
sovrastato
da nuvole che rigurgitano
pioggerella e foschie,
e un eco di passi incomposto
si propaga
annullando silenzi aerei.
Come vorrei dissipare
ad uno ad
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| Come sinuosa ondata
in vasta vibrazione prolungata
guizza e incalza,
con fredda mano il tutto
accarezza
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| Rischiara l'anima
ammazzando una lacrima
dei vecchi eroi.
Stanchezza di vivere
riposi il tempo e calmi
l’ansia che
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Svolazzano come petali di rose
vestitini estivi sui corpi da femmina
invitanti nell'esser scostati
non tolti, nemmeno strappati
delicatamente invasi da occhi curiosi
persi tra scollature appena chinate
mentre le labbra si mordono
nel cercare
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Di quando in quando penso
ad un preciso appuntamento
là ove ha la sua casa il vento,
cioè in quel tal preciso punto
ben oltre l’orizzonte più lontano
là ove si crede prendano vita i sogni
ma anche trovi pace
perfino il correre del tempo.
Mi
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A Roma s’usa un detto popolare,
però va inteso in senso assai leggiadro,
perché se piove viene da
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| Ho imparato a danzare
su una striscia di fango
a immaginare cime di neve
a respirare la pioggia.
Mi sono piegata
sulla curva del vento
ho seguito
carponi
una bava di luce
nello squarcio del giorno.
Il guasto del tempo
ha scalfito le
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| Kajal sbavato
tra pigre lenzuola
barocca distratta
stropiccio un sospiro
capriccio d'idee
mi sveglia sfatta
annoto uno spunto
grafite allenata
alletta meningi
ma amo l'inchiostro,
incide il pennino
la carne del cuore,
spremuta
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| Ho strisciato fra le ossa dei morti
per trovare nel fango
le parole adatte al mio antico terrore.
Soffocavo nella terra intrisa di pioggia
mentre i resti corrosi
mi laceravano la pelle.
Ho conosciuto il gelo dei sepolcri
e il loro venefico fetore
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54 poesie pubblicate nel giorno 22/10/2015. In questa pagina dal n° 19 al n° 48.
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