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Le 81 poesie pubblicate il giorno 01/11/2014
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Sedeva sulle panchine del mare
i capelli sciolti
gli occhiali spessi
e una gonna di velluto rosso.
Vendeva sogni ai passanti
all'uomo fallito
alla bambina violentata
alla donna picchiata.
Vedeva sogni
e non si faceva pagare
ma ognuno le
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Oggi sono morto
tra grida di giubilo,
tra liste di prescrizioni,
bollettini di guerra,
ricette su come vivere e morire,
fra suore laiche con lava rovente
nel ventre lucido
che riversano frustrazioni su pagine del niente.
Oggi sono morto,
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E' tra i miei passi
ogni rumore invisibile della vita:
la voce di mio padre, ancora
serena
che interviene sulla sferza del vento
il pianto di una foglia, dal tono simile al mio
Il tonfo della luna nel pozzo...
Cammino solo per tornarmi
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Ricordo
che mi fermavo, le sere
di Maggio
ad ascoltare
il suono delle campane.
Il mio cuore era
a festa.
Fui sempre
così, inascoltata
e fragile...
Vissi
d'un istante...
Ma quando
il cielo
mi si schiarì,
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Suonan le foglie al vento di novembre
Che lento arriva e mestamente guarda
Il freddo inverno che solerte avanza
Imbiancando di neve il gelso nudo.
Il mare prono s'agita e poi sbuffa
Sulla deserta spiaggia senza veli
Ed è una nenia
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| Tra luci soffuse fugge la verità,
manca sempre l'eclatante movente
del caso così coinvolgente
e la parola prende la solita strettoia:
in quel buio carente di vitale luce
tutto si sgonfia e deserta la mannaia.
Tra luci soffuse
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| La donna forma il numero e, poi, dice:
“Desidero una pizza col salame,
ci metta sopra pure qualche alice,
me la consegni
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| Ovunque, o mio Signore, il guardo volgo
è impressa la tua immago nel mio cuore
che qual ognora infaticabil ombra
insegue i miei pur vacillanti passi.
Nello straziato volto d’una madre
ch’attende ansiosa che ritorni il figlio
nella soffusa luce di
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| Lu primu ti nuvembri è feshta cranni,
percé è lu giurnu ti tutti li Santi
e toppu ca no' ssònunu li banni
nu' ni sintimu 'lliecri tutti quanti.
'Na feshta ca si faci tutti l'anni
e, senza fa' viniri li cantanti
ca
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| Spiritualità si eleva in questo dì
contornato dal dolore
preghiere in ricordo
si affacciano al cielo
vecchie lacrime
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| Occhieggi tra i larici scoprendo nidi d’amore
mentre la brezza folleggia tra i gigli
e le fronde accarezzano la pelle
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| Sinite parvulos... lasciate che i bambini
imparino dalla nostra “saggezza”
a scordare le antiche tradizioni
e il senso
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Dai, su, fai il tuo gioco!
Esibisci la corona e lo scettro
la superiorità del tuo rango
sto a guardarti,
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Labile istante,
nell’armonia del cielo azzurro,
in quell’infinito perdersi
con il suo profumo,
nell’estasi di un solo bacio;
Riporta in mente il gusto,
l’odore della sua pelle,
un delizioso morire
la tenerezza
di un fiore mai reciso.
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Tasche vuote di poeta distratto,
solitari grigi di pensiero calvo
dissennati passeggiano
e parallelepipedi stonati
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| Disporre
e comporre parole
nel modo d'adagio a mordere.
Morire, la dove
la trasparenza del particolare
è pietra inclinata
che eclissa il fremito del mondo
E nel sottosuolo aderisce
il palpito del brumale
che calca i fianchi
e fa
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Dolci note
profumate d’ affetto
si librano
all'alba
La mia canzone
ha la luminosità
della rugiada
del mattino
Fresche note
di armonia
mutano la mia canzone
in poesia
Io canto
la grazia della vita
il recupero della speranza
la
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Ammore
ammore doce
e ammore bello
ca stive tutta quanta
'int' 'o penniello
ma che ppò
a guardarte bbuono
nun sì ffemmena
ca se fa ritrarre
ca dà l'immagine soja
pe' quatto sorde
o p' 'a
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| Anticipo il silenzio
che arriverà poi
da coperta omogenea,
mi dico fin d’ora
di abbassare il timbro
sembrando a me
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Camminavo incerta su una lunga strada
con l'anima che sospirava di profughi rimpianti,
e gioivo di speranza lungo viali abbandonati
come ali di angeli al cielo donati!
Resterò quella focosa creatura,
nata in gocce di velluto e sali,
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julia |
01/11/2014 00:52 | 3342 |
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| Sotto un roseo profumo
di pennarello e cioccolata
disegno un arco,
poi un portone,
in mezzo un sole
ed azzurri
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| Non era sulla terra il loro posto,
ma solamente dentro un paradiso
dalle cose impeccabili composto,
con tutti quanti gli altri condiviso.
E vanamente avevano riposto
fiducia in qualche rapido, improvviso
cambiamento che avesse
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Quando scrivo, mi denudo
lentamente scopro l'anima
al suo piacimento lascio fluire il sangue
è come spogliare lo spirito
in una sana malattia che fa rinascere
Si crea un'aria fumante
sfiora ogni parte d'inconscio
inebria
le
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Risuona rabbioso l’urlo
della sua mente ora folle,
com’è duro l’impatto dell’onda
contro la madre roccia.
Esanime l’esile corpo
mentre sfoca lo sguardo
d’occhi sofferti
logorati dal pianto.
Protesa
verso l’ultimo appiglio
estenuante la
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81 poesie pubblicate nel giorno 01/11/2014. In questa pagina dal n° 58 al n° 81.
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