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Le 238256 poesie pubblicate in esclusiva |
Il vissuto di pece,
dirimpetto anche d’amore, si riflette tra le musiche
con sfumature varie di aria e di avversità.
Ingranaggi di poesia usa e getta
ritmano come rintocchi d’una clessidra
l’andare col tornare delle differenti complessità.
Lo
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Inutile provare ad inculcare l’educazione
se chi dovrebbe avere i poteri si gira dall’altra parte
ognuno con il proprio modo di fare
gestisce l’operazione come meglio crede
anche se vedendo i risultati tutto sembra al contrario
pare proprio che
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Puoi portare via
tutti i miei pensieri,
pioggia.
Acclamare le braccia
di un innamorato
sospiro verso il cielo.
Un rapido respiro
ripreso e messo al suo posto...
Non può osare
così tanta brama
alle notti dell’estate,
alle luci di festa.
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Aspetto
qualche goccia di buio
perché la sera
sembri meno greve
e tutta questa cenere
che vuole andare via
soffiata dal vento
e dal respiro degli anni.
Attendo
qualche fiato di Venere
e inutilmente
imparo ad amare
anche le mie
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È la campana del ricordo
quella che suona per la valle
io con la cesta sulle spalle
tu mi guardavi con riguardo
Come accudivi i fiori
le rose rosse tuoi amori
un tempo ora decadente
in spazio non più sufficiente
Chissà dove sei ora stella
della
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sento il profumo degli altri spiccare il volo nelle dure nuvole dell’occidente
e quando penso che sia finita e proprio allora che comincia la salita
ho amato il buio tremolio di mani crocefisse nel mare del sacrificio
fuori da mille paure faccio
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La lontananza mi somiglia
il distacco
il perdersi
lo smarrirsi
il frantumarsi in stille d’essere
il piegarsi.
Lo riemergere in mano che si protende.
Goccia che cerca il suo mare.
Sole incorniciato nel giorno in tele di sogni
che si sfilacciano al
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Stava ai piedi dell’albero un rosso
papavero lì intento a gareggiare
con il frutto polposo del ciliegio
quale più intenso fosse il lor colore,
si pavoneggiava il fiore guarda
diceva vedi che splendore qual
fuoco intenso che si avvampa,
l’albero
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| Son sempre gli occhi a dire le cose più belle
che senza farlo riescono ad accarezzar la pelle
con parole che s’impossessano d’un cuore
quelle che senza mai parlare, spiegano l’amore.
Sono quelle le parole che vuoi sentire
quelle che in silenzio,
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Con te mi trovo a ricontar le stelle
in questo cielo denso di tempeste
con l’ossa rotte ed altrettanto peste
dal coro delle fruste verginelle.
Con me rinnovo il grido e le procelle
dove l’aurora impiastricciando teste
minaccia di imbiancare corna
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Incertezza capace di annullare ogni pensiero
che possa nuocere al giorno
si trastulla con incredibile violenza
nel voler dare un senso
a quanto sino ad oggi si è avverato
seppur in bilico costretta a tacere
modello di vita alquanto
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Parlava da solo il mare
nella notte del sogno assente
ed io camminavo
dove la luna si specchiava
ed il mio amore pe te
era alto, era alle stelle
lo sentivo infinito
e tu dormivi abbracciata
alla mia vita, al mio tutto.
La notte, mi era uno
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A Venezia, tra antiche e immense sale,
avvolto da una luce assai vivace,
vaga lo spirito, con il suo male,
del frate filosofo senza pace.
Un signore potente aprì le porte
al suo pensiero rivoluzionario,
che lo portò verso un’infausta
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A quarant’anni
girano col cane
e hanno gettato
l’amore degli anni
in un cassonetto
vicino alla strada
che non arrivava
mai alla fine.
Sperano nel giorno
ma è di notte
che sognano stelle
e lune di marmo
da appendere
nel loro
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Tra gocce d’acqua e scintillanti colori
cerco brandelli di un amore
che accarezza il cuore,
amore dissolto nelle nebbie dei ricordi,
volato via come un soffio di vento.
Brivido dietro la schiena
nelle onde di fluenti pensieri,
ricordi prendono
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| Non c’è più poesia
fra le macerie di Gaza,
non melodia,
strozzati i versi
urlano lamenti
sotto i continui bombardamenti.
Non c’è umanità, né Dio
fra le miserie, solo scempio
indifferenza, profitto e odio
mentre l’inerme soccombe.
Gongola
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| Ramo di tiglio
di me figlio
non ti ho lasciato
e non ti ho tagliato
quando ero giovincello
e ti vedevo lì bello
mi davi il fresco
in fianco al pesco
ora sei grande e forte
nessuno ha dato la morte
al tuo albero maestro
ai suoi piedi libero
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| Ormai parlo con poche persone.
Di poche persone mi fido.
Di poche persone ho bisogno.
Veramente di nessuno.
Ma ho bisogno di dare un tetto ai miei pensieri;
d’ illudermi che ho casa.
Preferirei l’ombra di una siepe, avvampata di luce al
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| Crisalide d’un orizzonte di nuova arte
salvaguarda l’operosa mole d’un canzoniere
per la ricerca d’Esperanza d’una buona spalla.
Il ricamo decorato d’una farfalla,
come rinascente e raffaelliano belvedere,
porti un messaggio d’amore, o d’amicizia,
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| Dell’altrui disagio consci
e de l’umano rispetto, avulsi.
Ignari di ciò che d’antico,
emetica una conscia ignoranza,
zerbini, s’ergon, di valori, privi.
Inutile un richiamo allo status quo,
oramai s’era alla deriva.
Nel vano ricondur
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| Come piccola laguna
entri con forza nei pensieri
volendo avere partita vinta
in quel ricordo che ogni volta
si fa coraggio onde sopperire
frugando nel petto sensazioni mai abbandonate
capaci di rivivere attimi di fuoco
collaborando con chi pronta
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Da molti anni, abbandonata in un luogo,
una casa fu presa da un gran rogo.
Strane ombre furono viste riflesse,
quivi inquietanti urla nell’aria emesse.
Tra le rovine, un mistero celato,
il tutto avvolto da un velo incantato;
perché fra le tracce
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La morte non aspetta
le rose appassite
e i fiati di novembre
abbandonati dall’estate.
La morte non attende
le lacrime del cuore
né la pioggia che cade
all’improvviso di sera
mentre il respiro cela
un dolore nel petto
che per infiniti anni
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Solo ecco nella culla di un bimbo
quel sentir il singhiozzante pianto,
poi nell’aria il lamentevole continuo
pigolio di un rondinino dopo dal
nido la sua caduta rovinosa,
e persosi nel muoversi del pellegrinante
gregge di un agnellino ultimo
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L’afoso meriggio
d’un giorno d’estate,
da poco le due
eran scoccate,
fluiva a rilento
con fare indolente
in completa balìa
del dolce far niente
Allungato e disteso
nel verde d’un prato
al fusto del tiglio
giacevo appoggiato,
l’amichevole
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Fantasticando un super agosto
riallacciandoci al passato vicino
niente di buono si prospetta
sgusciando quatti quatti
onde non intaccare nulla
che possa farci riconoscere
evitando ogni riferimento
nell’essere neutrali a quanto
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Laggiù l’orizzonte bacia
il cielo
ove solingo viaggia
il pensiero
e vola tra gli umori dei venti
la’ ove si formano gli eventi
Ritorna poi dopo aver pescato
qualche semplice idea dall’ignoto
che mente in ombra non ha pensato
colmando questo
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Senza pensare alla luna
ti cerco in questa notte
stravolta dalle stelle
e rivivo le stagioni
del mio vivere,
una ad una lì sul letto
soldato che ero
bagnante in un mare
che calmo non era
andava a bracetto con te
con la tua esplosiva
voglia di
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Elevar vita è beltà infinita,
spazio colmo di beatitudine,
spiritual in placido sentore.
Il fiume mormora e ranocchi a gracidare,
fragor di fiori a contornar sponde,
anima giuliva e veritiera,
placido sentir a sguardo intenso e
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Calda, afosa la notte è scesa ormai
quando nel ciel s’affaccia bianca luna,
coi raggi suoi d’argento sopra l’onda
a correr dietro i sogni già sopiti.
E tu che sei costì solo e pensoso
a rimembrare il tempo ormai passato,
non chiuderti nel buio
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Non è rimasto molto
fra noi e la notte
e tutto quello
che ci siamo promessi
è scritto sulla sabbia
in attesa di un vento
troppo freddo
per scrivere amore.
Non è rimasto
che un cuore a battere
desideri e speranze
e forse se avessi
avuto
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238256 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 721 al n° 750.
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