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♦ Rita Angelini | |
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Le 590 poesie in esclusiva dell'argomento "Vacanze"
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Maestosa ed elegante
ti ergi davanti ai miei occhi
spaziando tra la grandiosità
e la bellezza delle tue vie
ed il fascino del fiume che adagio scorre.
Sei verdeggiante,
rigogliosi i tuoi campi di vite
colmano i calici in festa.
La musica è
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Le mie orme d’argento
sui piedi del mare
si annodano
al bavero dell’orizzonte
di una carezza al vento
abbracciare
il cammino di vita
oltre il mistero
dello spazio celeste
si chiude la fantasia
delle vacanze
sul tappetto del tuo cuore
alghe
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L’azzurro del mare sfuma,
in una linea di confine
incontra il celeste del cielo.
Si perde la mente
nelle passate estati.
Affiorano immagini terse
di fatiche sottese,
quasi a rimpiangere
le pene trascorse.
Fugaci riflessioni
di vacanze
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Notti estese in armonia di fiati
sublime estasi e ritrovar se stessi
pensanti notti ove il tempo attende di
sdraiar il giorno su calda spiaggia
ove ogni vocio intona ad allegrar le compagnie...
La musica da lontano s’insinua tediosa e
sbarazzina da
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Dune che di rovente umore cavalcano ingordi strali
con il mutar del vento animate feste.
Cede l’orma nella sabbia
nel cercar infinita traccia
del percorrer breve l’irragiungibil ombra
che sete placa nel lacero silenzio.
Si macina il terrore nel
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Ad anima protesa mi congiungo ed
a cuor sereno riposar m’appresto
dolce desio il ritorno ad
un smeraldino mare che dal balcone ammiro...
Oh brividi di salsedine sfioran il viso e
dal candor d’estate Cattolica incanta...
Hotel Solmar!
Ad
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E ora che son ritornato
da neve compagna d’ isole
da l’urlo di fiordo toccato
nel tempo di pioggia fragile
mi sento da Tromso distante
là dove impera la luce
polare circolo cangiante
urlo malinconia conduce
a paura ed ansia presente
psiche a
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| Come Odisseo
sfioro colori
verdi e carezze mosse
che l’Imperiale Grotta
riflette e sparge.
Lento
approdo
fra garbate mani
d’un porto unico
e rispettoso
tra spiagge pallide
e Torrione ombroso.
Suggestive
rovine d’antica Villa
tra sgomento e
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| I tuoi piedini nudi
di corsa sulla sabbia
a chi prima si fa il bagno,
io ti rincorrevo
e tu ridevi,
e allora alti gli spruzzi
e le tue grida di gioia
arrivavano fino al cielo
fino a toccare il sole.
Non bagnarmi che l’acqua è fredda,
poi mi
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| Macchia dipinta di blu sfiori il cielo
che arrossisce guardando il creato
dietro le nuvole grondanti sudore
che celano la speranza e parlano all’uomo
avvinto al ceppo della tribolazione.
Fiati sospesi nei cantici d’amore
lucciole rade tra il buio
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| S’abbandona anima al fluttuar di sensi
tra sciamar d’onde e pini al vento,
placa arsura soffiar divino
mentre pelle color cioccolata
sorseggia sollievo al dolce carezzo.
Profuma di salsedine l’aria di Nicotera,
dove, tetti rivoli
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Un’onda infrange la riva
nell’immenso chiarore disperdo l’anima,
e nel pensier scintillii briosi inseguono mete lontane.
Spazi azzurri irrompono nel cielo,
illuminando prorompenti e maestosi monti
che abbracciano spazi di bianco candore.
Onde
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Caro ai ricordi quel lontano
Tempo antico, dei nonni la casa:
Ancor nel letto appisolato,
Bucando del legno la finestra
Del nascente sol i raggi dal
Sonno incerto ridestavan,
E del gallo il canto, qual inno
Suo alla rosata Aurora
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Questa mia estate ha una foto sola
il mare con i sogni inappagati
tra terra sole e cielo che frenati
si posano negli occhi a far da spola.
Questa mia estate ogni tanto vola
fuori dalla finestra coi dannati
pensieri che si attaccano trainati
dal
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Nel porto di Helsinki i gabbiani
volano bassi sul molo mercato
come onde dagli effetti strani
per un cibo in volo rapinato
al turista ignaro e sorpreso
nel tratto per caso malcapitato
ed un cono gelato indifeso
si spegne tra il famelico
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Mai conobbe l’onda riva più bella
di quel tuo corpo antico
ne mai provò ebrezza più esaltante il sole
premio agli occhi le morbide colline
e prati degradanti al mare
aspre nude pareti raccolgono sospiri d’onde
sentinelle mute, manieri
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All’ingresso del Siq al turista offrivi
Collanine sorridendo e claudicante,
Forte a me pareva quella tua zoppia,
Più tardi sempre sorridendo tra le rovine
Dei Nabatei antichi a pallone giocavi
Coi compagni tuoi, non so poi se fosse
Tua sorella
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Tra i resti del Teatro
del tempio di Adriano
e di Celsio il luogo
dove il saper nascosto
lì tra i libri trova luce
al sole girovagan smunti
efesini gatti dai turisti
a mendicar con miagolio
triste un boccon la fame
spegnere e non la sete
che
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L’azzurro del cielo, i prati fioriti
Il mare che accarezza i tuoi occhi.
Bambini felici che rincorrono una farfalla
e tu con la gran voglia di evadere
stringere solo ciò che al cuore fa bene .
Chiudere i pensieri in uno scrigno
vestirsi di ciò
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Piove, sul rivolo d’acqua fino al tombino,
va la minuscola chiatta di carta,
una gioia gli occhi del bambino,
che sorride mentre la scorta;
Torno con un volo, ai giorni di quella stagione,
giocavamo insieme io e capelli rossi d’Irlanda,
due occhi
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mare che affronta scogli imponenti,
una vacanza che inizia con avventure
naturali ...
scogliera stesa fra lembi di sabbia,
oltre prati scoscesi e poi fari,
vibrano luci su onde nere,
di notte -
gabbiani stridono a stelle marine,
il vento che
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Basta giocare con la fantasia
arriva il caldo
impavido sole rovente,
cagiona l’anelar sortita dal torpore delle pareti di casa.
Soltanto i sogni sono stati compagni
di profonde e dolci evasioni mentali
pensate e non vissute in realtà.
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| Rincorre cuor lontano orizzonte
aggrappato sul filo d’aquilone,
raggiunge imponente mari e monti,
abbracciando desiderio dentro
culla d’onde.
Un’immagine dipinta a piccole vele,
naviga dolcemente acque turchine,
lascia alle spalle striscia
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| Mille pensieri
di vie ondulanti
percorrono i sensi
di miliardi ricordi.
Luce genera vita
cuor alimenta
il successo dell’anima
Dolce pagina
di un giorno che passa
nella felice armonia.
Nasce un sorriso
dall’intimo
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Voglia di divagar dai monti al mare...
spirito libero che mai smette di sognare,
ramingo che non sosta e moderno viaggiatore,
seguace dell’ignoto, della sua mente e il cuore.
Espande quel ch’è d’Icaro la brama di volare
per sorvolare cime e sin
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Vivì |
02/06/2018 07:48| 1343| |
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Un lungomare dove appassiscono tramonti
un altro dove sbocciano albe
-l’isola di Ortigia a Siracusa
la greca, che diventò barocca.
Qui discuteva Platone di città ideale
e Archimede veniva alla luce.
Qui il mito alla storia s’accosta
con
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E’ alla stazione che incontro la città
fuori dalla striscia bollente dei binari
il caldo torrido che sbuffa, e suda l’ora
nel ritmo metallico di bronzee lancette
tra voci ed accenti coloriti, l’umanità intera
riversa in quella piazza
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Giunge al termine lo splendor dell’estate
tra feste di piazza e lunghe passeggiate,
con la sabbia rovente del mare
e bibite fresche da gustare.
Giunge al termine la melodia estiva
con il frinire delle cicale e dei grilli,
il sublime gorgheggio
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Santa Maria, passando a' le tue vie,
nella tua culla fatta di montagne,
sì! io in questo dì piovoso ho rivisto
il grigio spettro del meriggio- Inverno;
ma oggi era Estate. E il Sole non splendeva.
Santa Maria, trovai che a' i
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Non sai se è sogno oppure realtà
qualcosa confonde l'immagine di un respiro
che trema davanti al mare e ne sente l'oblio
e lascia vagare i pensieri col solito giro.
Sferzata dal vento la sabbia ci tocca la pelle
che il sole presto con
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Porgo la mano al mare
da questo olimpo di pietra
mentre l'aria di Capo dei Greci
attraversano sfuggenti gli
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590 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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