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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’069Autori attivi: 7’474
Gli ultimi 5 iscritti: Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini - PostScriptum |
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Ottobre 2024 |
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Le 2871 poesie in esclusiva dell'argomento "Uomini"
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Si confondono le acque nei passaggi ciechi,
come guizzi di fulmini nell'orrore
s'arresta il flusso tra le dighe.
E' il prezzo dei detriti l'esondazione
nei deserti programmati, calcolati.
Un vero uomo piange
là, dove tutte le iene
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Natura sopita sotto il gelo,
al sospirare di acque ferme
e cristalline.
Sotto la neve si piegano le
siepi, resta il silenzio cupo
degli uccelli.
Sono memoria, le rose del
mattino, pietà di foglie morte
dentro i viali.
L'anima scopre
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Perversa mente in respiro altero
col cuore di Caino
dalla notte dei tempi senza amore
e immonde mani
che uccidono fratelli
sporcandosi del sangue innocente
dentro lo sguardo torbido di padri assassini.
Non si placherà rumore
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Vestiti di nebbia
come le torri esposte e protesi
verso il cielo grigio dei novembri stesi
Non so
Se esista il cielo cupo su di voi
Imprecare il giorno
nel suo crescendo
Non so
Se vedrà l'ombra
portare con se l'aurora
in quel
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| Sono... come sei tu
uno di noi
ma il sasso misuri
dalla parte sbagliata
e l'ignoto misceli
alle basi del nulla
mio riflesso nel mare
mal sopportato...
tiro la coperta
che non scopra
la vergogna
che dentro porta
antichi vezzi senza
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| Oscurità buio
i miei occhi
non vedono
frugano cercano
le piccole ombre
svanite nel buio
come in un sogno
appartengo
al seme della terra
mi nutro del suo fluido
remoto vuoto viscerale
in me penetro nella
luce
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E se violenza vuoi tarpami l’ali
per tanti voli aperte vanamente
stracciami i giorni spesi indegnamente
fa che io apprezzi questi dei infernali.
E se violenza cerchi a te i pugnali
pronti a colpirmi inavvertitamente
al cuore al petto ai fianchi
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E dentro me c’è il vento della morte
il nero mio piacere della sorte
che sradica la vita con la rabbia
di chi nasconde il capo nella sabbia.
E dentro me non trovi che tormenti
niente rimorsi né ripensamenti
votati a sgominare il bene
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Il volto sfigurato è ormai già vecchio
firmato dalla furia sua dannata
e tu ti vedi sola e disperata
davanti alle rimesse dello specchio.
Il sole che sembrava risplendente
all’improvviso ha messo i suoi vestiti
più neri
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scomoda libertà trema nei tuoi occhi di corsaro
vestito d'estati stracciate di gioventù
uragano di parole sfinite d'un figlio d'Italia
nel tuo corpo sudore grondante di solitudine
spasmo d'una frangile rondine che vaga cattive
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Un gusto amaro
giù per la gola
strano miscuglio
di rammarico
e lutto stordente
su nella mente.
Nel fiume di lacrime
s'allunga infinita
la linea
di sangue innocente.
Un breve segreto sorriso
tra i flutti del tempo
laddove si leva
un
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| Pensiero che volgi triste il viso
mentre non affiora più quel limpido sorriso,
oggi monta le tende la malinconia
nel via vai irto e scivoloso nella sua agonia.
Muove il passo pesante il tempo
e ti lascia abbacchiato e fuori campo,
tu nuvola
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Poi vennero gli uomini in nero
con la Signora al loro fianco
e divisero gli stanchi dai malati
con la pietà del gelo pallido
Adoravano la pietra delle stelle
e nessuna luna poteva scalfire
la loro corazza color dell'ebano
nessuna
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Gelido al pari
il futuro prossimo tuo
calcolo il percorso...
hai creduto facile
il vomito delle tue ragioni
e non hai predetto
possibilità
di tapparti la bocca...
in tempo
Niente e nessuno può
nel prevaricare la mia
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Più non lasciasti libertà
ai miei smarriti sguardi oltre
arrogandoti un diritto
al quale nessuno dovrebbe...
forzoso il plauso
che mani impaurite
hanno costretto
nel martirio assurdo
di una perduta preghiera...
ultimo fiore
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Bellicoso è il vento sulle dune
sangue d’oriente il cuor che piange
e sabbie bruciate dal senno dei dannati
non potrò gioire sul siero dei fratelli
Nobili sabbie infangate d’acido
Demonio con lingue di lame
i versi d’un rito
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Dammi un ricordo
un solo ricordo di pane.
Su tutte le pietre
un tornare sui passi- sorrisi.
Un candore incupito dentro al nido che imbocca
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Rinsavisci da demenza
e stravaganza – ogni eccesso logora –
e scaglia l’ira oltre il senno
o cavalier dal casside ferrigno,
or non è tempo
per slanci d’avventura – rasserenati –
intona il canto di Ildebrando
e inneggia al crudel
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Corri, corri
corri a più non posso,
correte, corriamo
più veloci e senza mai voltarci.
Su, più su gli sguardi
evitano qualsiasi contatto
perché bisogna affrettarsi
e correre, correre -
luci, vetrine,
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Navigammo in acque torbide, scure
forse poco sicure
ed issammo la vela per mari in tempesta
ma sei qui e son qui e questo mi basta e ti basta...
Ed adesso che il tempo il conto ha presentato
tutto quello che fummo e che fu,
tu,
non chiamarlo uno
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| Mangiano le ruote l'asfalto amico
del centauro che vuol alzare il dito,
adrenalina coinvolge senza invito
tutta una bolgia nel rombante circuito.
Ormai il destino tuo pare scritto ...
ti han relegato laggiù dietro la lavagna
e or mentre
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| Al sacro tuo sacello, oh Dante
son giunto pellegrino
silente e a capo chino,
con il cuor contento
e l’animo in tormento
La bianca augusta stele
di lacrime ho lavato
e a lungo accarezzato,
il tuo immortal genio ad invocare
A te indegno
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Dove nasce l'immensa eco
i nostri figli stanno già morendo
nati in un mondo che mostra
i denti dalle gengive viola
hanno portato la speranza ad un bivio
e noi chini esaliamo
potenti veleni, l'illusione
le farfalle impalate
con le ali
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Tanto erano solo parole
da ascoltare quando viene sera
ed il vento non ha la forza
di attendere la luce del mattino
Tanto nessuno
coglieva lo sguardo e l'espressione
di un viso troppo stanco
per essere vivo, per essere vero
Molti giorni erano
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Giù dal pozzo l'acqua stagna
segretar bugie su torbe muffe
striscia l'infame pendolo
sulla sua fragilità degli accordi
ore giorni mesi anni
madre di tutte le madri
Anch'essi autentici...
puntar l'epigrafe all'aperto
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Su un umido terreno ti adagiò una morte infame,
sangue e grida come nenie notturne ti avvolgevano
in quel gelo d’autunno incerto
ove ciò che di te rimaneva
l’oblio con maestria affossava,
lauto pasto per quell’umana ipocrisia che
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E poi verrà ancora Novembre
e l'ombra scura dei cipressi.
E rimarremo chiusi nell'identica morsa,
aggrappati a date e nomi.
Lasceremo un fiore,
un lumino acceso,
l'ultima sillaba scivolare sul marmo
a chiudere il suono di un
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Anna62 |
01/11/2014 04:19 | 1497 |
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| Quel serpente
antichissimo preesistente
all’uomo, per il mondo non è
stato mai un tesoro; nella vita di
tutti i giorni, ci vuole sempre
il perdono.
Quell’uomo
impacciato, non sapeva
decidere da solo ... nel ruolo
di favorito; la donna
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Osserva il mio profondo
e fino a quando non affogherai
nel mare che porto dentro
non capirai quel susseguirsi di onde
che con più o meno rabbia
s'infrangono
partorendo migliaia di lacrime
e creando un unico arcobaleno
la vita,
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Resta indenne la mia vita da ogni contaminazione,
il cuore supera ogni asperità e la mente è affannata.
Come in un viale, non sempre piano e fluido,
proseguo il mio cammino e vedo ancora ascensioni .
Ma il mio sguardo è
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Di sogni e di vento
vestiva l'anima,
di brividi e carezze
scaldava il cuore.
Girandole di sole
nei suoi occhi,
donavano
nuova bellezza,
nelle sue mani
rinasceva fiore!
Il nulla creò
un nuovo esistere,
ove furono
loro
nuovo
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2871 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 751 al n° 780.
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