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Le 2872 poesie in esclusiva dell'argomento "Uomini"
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si fotografa ogni notte immaginando ad ogni costo il sole
Anche se non c’è, si vuole il sole
finché la notte non si affaccia sulla tua anima dicendoti che è realmente lei
ti si annebbia il cuore e si resta svegli ore, giorni, senza parole
riflettendo
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| Era lì, a Villeblevin,
che beffardo ti attendeva l’eterno oblio
tra inaudite fatalità,
forgiate da un assurdo onnipresente.
Non c’è stato il tempo di capire
che la vita stava per dirti: addio.
Corpo vilipeso, tra rottami contorti.
Dov’erano Dio
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| Sempre mi stai davanti quando adocchio,
ingombri, intralci, e chiedi ... Che pazienza!
Non senti a quell’orecchio, e vuoi sapere ...
e ad ascoltare te la noia è grande!
Mi piace quella donna, e tu e tu la cerchi,
tu pure forse l’ami, e giri
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| Semplicemente uomo,
ed equilibrio nella vita,
la differenza insegni,
tra lo svago e la fatica.
Semplicemente uomo,
e guida per chi ha voglia,
di legger le tue storie,
come vene s’una foglia.
Semplicemente uomo,
e stimolo per crescere,
sei
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Tutto è fermo mentre la nebbia mescola la sua trasparenza
ci invade lo sguardo annebbiandolo
io eclisso ogni luce, ogni ragione di un periodo nero
i consigli sono futili e inutili per chi ragiona senza un sentiero
le orme gettate da anni sono
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Coriandoli di laconiche foglie,
di muti pensieri dispersi, alla deriva
nell’inchiostro del mar, al largo, fluttuan le gioie...
di provviste già scadute si riempie la stiva,
l’orecchio teso a coglier l’eco di fanfare
ad incitar, gagliarde, cieche e
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| arrivano momenti,
quelli amari, che ti rendono fragile
quelli dove i suoni ascolti assenti
quelli che sai che non sarai abile
arrivano momenti,
inconsolabili, quasi paralleli al nulla
trascinano senza tirare, oramai dentro te
la stella che
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| Ribellarsi serve a poco
trovare una soluzione
ai tanti conflitti che circondano
sarebbe la manna
ma niente e nessuno si prodiga in tal senso
anche se parole gettate al vento
sembrano voler cambiare il mondo
in qualsiasi direzione si guardi
c’è
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Non voltarti. Il segno della croce sulla fronte
come quando tra gli ultimi all’uscita contempli
la Chiesa immensa che si svuota.
E’ l’ora di prendere coscienza di distanze
che cancellano luoghi solo dai normali itinerari
perché sai che non ha senso
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Le più ricche miniere
hanno millenni,
con oro argento
e diamanti,
ornano dame re e regine...
La ricchezza dell’uomo
col tempo
sono i solchi del viso,
col cuore in un cantuccio,
per non sentire i suoi palpiti.
Il tempo non ha poteri,
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Per fare un uomo di giusta statura
abbi rispetto per ogni creatura
e volontà di sapere imparare
ch’è libertà di riuscire a volare.
La nobiltà di linguaggio e d’azione
sia il tuo retaggio, il tuo alto casato;
sia la tua forza la grande
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| Non parlerà del figlio prediletto
lui su nei monti senza tetto,
sardo balente mai stato
in continente.
Braccato giorno e notte
aspettando la sua sorte.
Ma di lui la madre sa tutto
lo tiene dentro il cuore stretto.
Col tuo quadro hai voluto
con i
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| Ovvia cerchiamo di darci una mossa
non lasciamo perdere quanto sembra inutile
forse un domani ne raccoglieremo i frutti
a volte basta poco per raggiungere l’apice
quisquilie bazzecole hanno diverse chance
perché non approfittare
.
piange quel
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Ti servirò la vita a tutto tondo
dai miei vagiti al grido più intonato
col desiderio in alto sistemato
tra l’essere e il non essere giocondo.
Ti porterò se vuoi intorno al mondo
tra mari terre e cieli e più apprezzato
sarà il tormento altissimo
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Un gnornu pareva cent’anni
’ntà ddì cuntrati strani
erumu comu marvizzi riuni
all’arba di nu ‘nvernu duru.
M’abbruciava l’arma a viriri.
tuttu ddu sangu
e tutti ddi morti ‘nterra.
Chiuveva ...
e l’acqua – m’annu sempri rittu -
ca lava tutti
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S’alzarono due italiani nel tribunale della storia
scura Boston impregnata di caldo e vendetta
erano anarchici vestiti d’una povera coraggiosa dignità
colpevoli di un sistema razzista di parole
colpevoli senza pietà van sulla sedia elettrica
si
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Balla la vita
rotondità infinita
danzante in questo cielo
col nuovo suo vangelo.
E’ la ballata a tempo inadempita
compagna ermafrodita
respiro in ogni dove universale
meccanica bestiale
nella sua sfera immensa cardinale.
Balla la
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Frullava il vino
perché lo spirito,
frutto della vite
ma dalla terra avuto,
potesse essere
bene assimilato.
Rubava al suo vignetto
l’acqua nella calda estate
e la vite scendeva
con le sue radici
nelle crepe del colle
e lì si nutriva
dello
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ricordo quello sguardo
perso nel vuoto
ne ho sentito l’urlo
stretto tra le ciglia,
ancora l’eco si propone
urlando a squarciagola.
Ho tentato farmi scudo
con parole,
accompagnando abbracci e baci
nella direzione giusta
ma s’è smarrita
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| Sulla scogliera sta un uomo
con gli occhi socchiusi
ad ascoltar la voce del vento.
Figlio della pietra,
ora è immortale,
sopra ogni tempo.
Si è fatto cavo,
ponte e strumento.
Come una canna,
lasciando che il fuori
risuonasse al di
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| Vendeva le olive
quelle verdi e quelle more,
salutava le rondini
che se andavano lontano,
avrebbe voluto seguirle,
ma i suoi limiti erano tanti
e allora cantava al Creato,
si diceva poeta smarrito
nell’autunno che scendeva.
Incuriosiva i
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| Nel silenzio un grido!
C’erano i segni
d’un’anima ferita oltre i confini
e ciò che l’ansia recava nelle sue bisacce.
Erano solo sprazzi sul viso incisi
sillabe... improvvisati dialoghi
di pensieri stuprati
e mute parole
innesti forzati
di
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E scriverò per te perduto amico
su questa terra sorda muta e cieca
le immense baggianate da bacheca
sputate dalla rabbia all’ombelico
ed anche se non sono un capestrano
sarò ben fiero di sederti a fianco
mentre il mio cuore tra il ferito e
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Perché mai è necessario
soffocare il pulsare dell’allegria
accoccolarsi nell’amaro dolore
separarsi dalla serenità
occultare definitivamente la felicità
camminare solitario per le vie
perdersi come il sole dalla luna.
Perché mai è
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Là sotto la terra dorme un eroe
il sonno dei giusti
Quel treno di menzogne e morte
bussavano vite soffocate da salvare
lurida sporca violenza
un lavoro nascosto
nel male della terra
si dispersero sulle fune
e sulle fughe del nulla
portasti
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Usci che danno sul nulla
s’aprono, ora, ad ignoti scenari.
Ch’il disagio d’altrui sotteso
e l’avulsi congiunti invisi,
d’inganno vestivan,
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Rovistando
nel rivoltar di foglie
vecchi strati
emanano odori
umidi ricordi di quanto fu
rimasti ad attendere
senza lamentare
sotto le unghie
fili bagnati
a lasciar righe
d’accadimenti
ormai maturi
Rovistando
spargendo grani di sale
dietro
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Negli occhi tuoi mi piace ritrovare
i sogni vagheggiati e sostenuti
i giorni con gli affanni in te piovuti
la impavida sapienza nel lottare.
Negli occhi miei rilevi il tuo vagare
i cieli nuovi a sbalzo riccioluti
la sfida all’esistenza e ai suoi
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L’estate era già scoppiata
lungo il viale polveroso
dove tu sistemavi con cura
quei grossi cavalletti di legno
per adagiarvi le tue funi.
Famigliole spensierate
e combriccole di amici
tutti insieme allegramente
passavamo da quel viale
per
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pacioso sguardo al vento di scapigliata chioma
la indole mai doma di nascosto tormento
percorsi visionari di solitudine angoscia
che l’esistenza accorcia nel bosco degli affari
all’apparenza rude ché la radice segna
di un destino cinico senza
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Riguardando i tuoi film, sai, Federico,
spesso ispirati dalla vecchia Rimini,
alquanto m’avvicino alla Pentapoli,
alla parte di me che quella Napoli
soffoca, con sue arie da metropoli.
Mi metti potentissimi binocoli,
che di veder permettono gli
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2872 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 211 al n° 240.
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