Cammina uomo cammina
se la strada non è aperta
si aprirà, lo Spirito
Creatore e Santo
a te si affiancherà
e ciò che cerchi
ti verrà incontro
nella festa vera,
la festa del vivere,
che già c’è,
non non la vedi?
Non la vivi?
Guarda oltre
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Sereni fiumi di luce
mi nascono dalle rocce
della mia verde valle
e, lenti mi seguono,
mi illuminano nuove strade,
salgono e scendono
dai colli che ombreggiano
qua e là i ridenti prati.
In cuor mio prego
che non scenda la notte,
è bello
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La coscienza dell’altro
io non la vedo, né la sento,
ma non mi va di investigare
come se fossi un teste,
e cammino spedito
su strade che già conosco,
quasi ignaro del tramonto,
del temporale o del vento.
Sento un leggero benessere
in una adorata
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La mia festa è solo mia,
non è la luce che gli manca,
ma mille immagini, quelle sì.
La campana suona ancora
e il mio cuore di gioia si riempie,
leggera è la mente
nei ricordi che accarezza,
ma il volo della certezza
più non sento intorno a
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L’alba sento strana
una campana suona a festa
e mi accompagna
mi eleva nell’alba
grondo di gioia
su passi tanto cercati
distinguo a mala pena
la luce dell’alba
con quella dello spirito mio.
In Dio mi lascio andare
sommo i pensieri chiari
mentre
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Le fonti di luce
non sono come le belle
fontanelle dell’acqua
che loro palano, cantano,
recitano una preghiera
che sa di eterna storia.
Le fonti della luce
germogliano simili a silenziosi
fiori coltivati al suono
di festose campane
e di omelie
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Dentro e fuori me
panelli di luce vera,
albe e tramonti
non sono fra loro
in conflitto là dove sono,
ed io mi par d’essere
sulla tomba del male
e lì, cerco di navigare
sulle vette dello spirito
che ama sempre spostarsi
fra una vetta e
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Le strade della luce
non hanno l’asfalto
né sono fra le siepi
ma salgono sempre.
Per loro la notte
mai si fa viva
sono figlie dell’azzurro
e amano l’infinito.
Lo spirito, figlio dell’uomo,
le cerca, le vuole, le ama,
e loro, si fanno trovare
in
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Trascino il sole
nelle mie notti
prive di vera luce,
ma il sole non mi segue
all’ora cerco Dio
fonte di calda luce.
lo trovo in attesa,
l’abbaglio non c’è,
la pace del cuore
non manca mai,
le stagioni siedono
appena oltre
quell’azzurro
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Nelle notti di maggio
brevi e profumate
fugge il pensiero
dal mio volere
e sono lassù
vestito di bianco,
mi sembra, ma non so
che io sia sulla strada,
la strada di Gesù.
E’ notte profonda
e l’onda del bianco
mi veste e mi stacco
da tutto ciò
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Era un mattino di maggio,
nuvole di profumi e fiori
mi accompagnavano
sulla lunga strada
per andare alla chiesa
dove avrei incontrato Gesù
nel mio cuore.
Tutti erano per me
ed io pensavo a Lui,
cosa gli avrei detto?
E Gesù, mi avrebbe
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E’ una miniera nera la mia notte
senza una fiamma di luce
manco una strada per il piede
né un soffio di brezza
solo io sento il respiro sereno
quello dell’anima mia viva.
Mi trascino in una preghiera
vecchia, antica da me considerata,
preghiera
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Credevo che per me fosse finita
già più di là che di qua
con la mia vita
ma mi ripeto ora
a più non posso
che è troppo presto
per dar soddisfazione
a quel bel mostro
del Nulla
E chi se no
che vuol da noi
la rinuncia
al bene
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I pascoli del cielo,
erano per mia madre,
lassù sul colle alto, là:
"Dio è più vicino,"
diceva sempre lei,
con gli occhi pieni di luce,
ed io in quel verde fiorito
pregavo con lo sguardo
fisso nell’azzurro senza fine.
Vivevo una pace piena,
che
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Rivivo il tempo
dei vespri cantati
là nella chiesa
lontana da casa mia,
avevo riccioli biondi
e qualcuno mi diceva:
"Ciao bambino Gesù."
Era doppia festa per me
che salivo al Suo altare
per vedere da vicino
chi cantava le lodi a Dio.
La
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Scaccio
le vittorie del cuore
accarezzo le sconfitte dell’anima
adoro le stelle
ma amo la terra
nella piazza in festa
mi sento solo
di maggio sul fieno
scrivo i suoi versi, versi
che il prato non legge
mi è dolce la vendemmia
anche se il
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Mi vesto di realtà,
i sogni sono di là
-già è al lavoro l’anima-
ho per guida i miei sentieri,
là fra spini molto cattivi
i gigli rossi nascosti
non vivono la luce dell’azzurro.
Voglio i calici
di quei fiori rupestri,
in questo mio, essere
c’è
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Quando la scena
tanto bella abbaglia
dal cuore in subbuglio
l’anima si stacca
e mi nascono pensieri
e cercano posto nella mente,
belli, come ma ho sognato.
Poi, una stella io sogno
tutta per me,
e cerco poi il libro
che ogni cosa
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Divino è il Redentore
la pace che all’uomo dona
è vita, vita vera che cresce in noi
e noi la possiamo donare:
e farla nostra, restando in Lui
e i passi dell’uomo si fanno azzurri
e sono là presenti nei cieli
dove l’umana vita è assente,
ma, non è
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Nelle notti di luna calante
caccio il sonno nelle ombre
che divorano i crepacci
figli della mia valle,
mi alzo nelle luci della fede
e là, da solo, cerco Dio
vivo nei passi dell’uomo.
Godo delle vittorie inattese,
mentre soffro per le sconfitte
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Passeggio io nell’alba chiara,
quell’alba che ha appena annientato
il buio freddo della notte.
Nuovo pure io mi sento,
il cuore, apre le sue finestre,
la mente vola su letti di petali,
l’anima mia cerca le Cattedrali
dove la storia ha lavorato
e
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Quando il mio cuore canta
il sorriso mi veste lo sguardo
e l’anima mia si dispone
per incontrare il Suo Creatore,
ed il giorno mio
è tutto un’alba nuova.
La bellezza che mi circonda,
non l’ho mai vista così viva,
mi accompagna su arditi passi,
mi
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Lo vedi arriva la sera
il cielo commosso ci lascia
un quadro di luce preghiera
L’attesa ci porta angoscia
di buio seguendo il tramonto
e il sole piano s’accascia
Un rosso gagliardo è pronto
ad attraversare il cielo
un’aria frizzante
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Sento l’odore della cera attesa
e la pace cerca posto in me,
un presepe povero, ma ricco
di sguardi profondi e pii,
mi abbraccia, mi veste e sogno
d’essere nel deserto di un vivere
che contagia tuti,
come contagia me,
esco, e ascolto un gloria
il
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E c’è una stella dietro questa porta
ben appuntata nel suo firmamento
ambasciatrice viva di un portento
promessa vagheggiata. Fa da scorta
a quel messaggio ricco d’ogni sorta
di un volo sconfinato alacre accento
del bimbo preannunziato
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Sento l’odore della cera accesa
e la pace cerca posto in me,
un presepe povero, ma ricco
di sguardi profondi e pii,
mi abbraccia, mi veste e sogno
di essere nel deserto di un vivere
che contagia tutti,
come contagia me,
esco, e sento un gloria
il
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Nel cielo vedo prove:
luci, colori, stelle
sembra che mi cerchino,
perché mi devono dire
qualcosa che io non so.
Ma il mio cuore, attento
mi prepara: in volto sorrisi,
nella braccia abbracci,
nelle gambe, passi decisi.
Mi faccio aiutare
dai
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Il bue e l’asinello
il campo arato
quello del mio cuore
dove io semino
i miei desideri,
di esserTi vicino,
e questi germoglieranno
alla luce del tuo amore,
che in Te sgorga,
per me e per tutti gli uomini.
Poi, le stagioni del sole
con quelle
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| Celestiale giorno quest’oggi
al quale non possiamo che aggrapparci
sicuri dell’aiuto che non mancherà
rimembrando quelle occasioni
che nel tempo hanno invaso il vivere
dietro insegnamenti sempre in auge
delicatissime parole fanno sì
che il
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| Lassù nei pascoli alti
pietre rosse formano croci,
croci coperte dal muschio,
preghiere nei miei vivi ricordi,
lampare di luce nel mio essere,
è notte ma non dormo,
nel cielo che vedo, da secoli
fioriscono stelle prive di muschio
l’anima mia si
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| Saranno i sentieri
quelli delle Ave Maria
a darmi la buona notte
e la pace dei sogni.
Erano belli, là
nei maggi lontani,
si inchinavano al nostri canto,
oltre ai rovi anche i spini
e la brezza della sera
mai mancava e soffiava
lentamente sul
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