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Le 7859 poesie in esclusiva dell'argomento "Sociale"
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Seminavamo.
Sperando di raccogliere amore.
In condizioni normali,
dopo aver bruciato le foglie
come la fenice
saremo risorti.
Ma giunse l’inverno,
e dopo la pioggia copiosa
l’acqua ristagnava.
I violati silenzi,
non evocavano più
il suono
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Come balene arenate.
Sbuffiamo odio e rabbia
sulla spiaggia della vita,
abbiamo consumato marijuana pubblicitaria,
ci siamo venduti l’anima per una tavoletta di cioccolata.
Ora sbuffiamo arenati sul nulla
come delfini e balene in agonia alla ricerca
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Ripescate sul fondale
le trovi ovunque...
Separate dall’ammasso limaccioso
e lanciate in aria come monete
Sono pezze ricucite sugli strappi
rattoppi con filo grossolano. Nero su bianco.
Stipate nei cassetti come armi
pronte ad esplodere
per
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Viali spogli
partono dal centro
dove un rumore di passi
riecheggia da lontano
soffuso e sminuzzato
nel silenzio rarefatto
dell’asfalto consumato,
poi irrompe all’improvviso
ululando e schiamazzando
una schiera di giovinastri allampanati
che
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Non offuscare la democrazia
unica luce viva
che nazione conserva
unico amore che rileva la pace .
Attiva la mente
verso eterno calore
indossa tunica del tricolore
portala verso l’aurora futura.
Non calpestare il cuore
che t’ha generato
ma
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Hanno aperto le danze i due ballerini
volteggianti corpi sinuosi in pista.
Mente e piedi di animi affini
panacea trascendentale creata da esperto alchimista.
Ritmo musicale, vestiti con brillantini
tirate e poi inarcanti sapienti movenze
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| Ogni sera tiriamo fuori la nostra coscienza,
floscia come un orologio di Dalì,
e la poggiamo sulla sedia,
assieme agli abiti smessi.
Capita che distrattamente
dal nostro giaciglio la osserviamo:
piccole macchie indelebili,
qualche ombra
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| Luglio, oggi nel campo di grano
più non muove e non fatica il mietitor:
solo un ricordo la falce e il sudore
della fronte e giunge ottobre, più
nella risaia dei giovani garzoni il taglio
secco netto del riso recidere le spighe,
non più canti e
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| Sono partiti a migliaia
sono arrivati la metà
il mare li accoglie pietoso
il dolore non ha parità
Chi li accoglie e li aiuta
chi non li vuole vicino
segregati in sudici lager
senza sapere il destino
Una apocalittica visione
il mondo pare
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| no non ha senso questo tempo
frantumato fra le dita
-c’inseguono le lancette di kronos
i bambini giocano all’ikea
e non nei prati
i genitori hanno tempo solo per loro
cosa pensa -se pensa- quel pesce che agonizza
soffocato dalla plastica? che
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Come sono buoni i poeti
quando parlano di censimento
e inneggiano al più equo
Patria, Famiglia e Chiesa
e tutto quest’ olio solare
sulla pelle bianca.
Come sono buoni i poeti
quando parlano d’ineguaglianze
e sognano il prato
conforme al
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Siete come virus
discesi sulla terra per consumarla
e diffondere il male
tra le nuvole con un vento nero
Siete come protozoi dell’ombra
e la terra vi rifiuta
aprendosi per ghermirvi
tra i suoi sassi duri come pietra
Il mare è pieno
dei vostri
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L’ultimo gol
Lamenti di madri come guaiti di cani feriti.
Terra battuta impregnata di lacrime e sangue.
Imprecano i vecchi, agitando incerti pugni verso le alture,
dai cui anfratti partono scie letali.
Giocano i bimbi del piccolo villaggio,
come
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Nel cuore della notte
per le vie del centro.
Le strade della città
affollate di giovani.
Si attardano, a gruppi,
con in mano calici di vino
a scaldare i loro animi
infreddoliti.
Il loro chiacchierare,
ora spensierato,
le incertezze del loro
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Sto al parco,
seduto sotto al tuono,
vicino ai cessi,
dediche d’orgoglio
e birre da discount.
Ieri ho incontrato l’alba,
non lo sapranno mai.
Culi rossi,
gli sbirri stanno in pausa.
Caffè, sigarette
e il vento va
lì, dove muoiono le
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Suona un violino il ragazzo Rom
suona sotto la mole
e una ragazza eritrea danza con una spagnola
sotto la mole.
Canta un bambino albanese
una canzone che racconta di una guerra
mentre il ragazzo Rom suona il violino
e la ragazze eritrea balla
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"Guarda un po’ quante persone
che sempre passano di qua
in questa grande stazione
in cerca di opportunità"
disse un povero barbone
seduto su una panchina
agitando il suo bastone
nella gelida mattina
"non importa quanto pieni
saranno i vostri
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Cinque, sei, sette, otto... segui il tempo, piccola Saharawi,
un passo dopo l’altro, ad ogni tempo un passo.
Cinque, sei, sette, otto...
Torna alla prima posizione e ricomincia.
L’appiccicosa rossa sabbia del deserto
vola sulle scarpette a punta
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Mentre la neve
ancora cade silenziosa,
ascoltami,
ho da chiederti una cosa.
Mani bramose ed avide,
deturpano, depredano
terre e mari,
cieli e animali.
Mentre ancora
un raggio di sole
accarezza la rossa
corazza di una mela,
tu dimmi,
ci
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Beceri
rivoltosi suoni
convergono
fendono
i venti annodati
per dispetto
azzittendo i ronzii
placando lo sventolar
della natura
dei
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| De pobreza y
hambruna dolorosa
están llenas las calles.
Parecen una tonada "lastimosa"
rebotando en la cara
de los transeúntes,
mientras escarban
en el basurero.
-Va a cambiar me dicen,
no todo puede ser tristeza-
Un poco más allá
un
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Sulla sabbia bimbi
come conchiglie
cadon da barche
che solcan le onde,
con madri
in cerca di pane,
ma uomini tristi
innalzano muri
come moderne Dachau.
la morte giunge
con l’acqua salmastra,
nelle bocche
a chi fugge
da un mondo
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Nel luccicar delle lucciole
la luna si specchia di notte
nell’azzurro mare.
Fumano le ciminiere
delle zolfare
nel secolo Pirandelliano
ancor oggi la voce rimbomba
al pudor del miserevole minatore.
E pensiero del cuore rude
d’amore elude via
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Non più le O N G nei nostri porti
a fomentare una päura strana,
ché gli immigrati sono meglio morti,
oppure zitti e in bocca una banana.
Se sono vivi o no, che vuoi che importi,
meglio vederli appesi ad una liana,
meglio restare vigili ed
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Migrante
che vai chissà dove
con umile cuore
e aria spavalda
come in groppa
a un cavallo da corsa,
per tua madre
resti il bimbo,
che stringeva al suo seno
che ora vaga in cerca di pane
come straniero in ogni confine.
Lei t’affida al
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E così te ne andrai, donna,
con la burrasca di dolore nel cuore
e le nere vesti che indossi
saranno lo sguardo della notte d’angoscia
fra le onde del naufragio alla deriva.
Novella Maria di Magdala al Sepolcro
cercherai nel tormento il
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Guarda le tue mani
hanno colori abbaglianti
uccidi pure quello che ti trovi davanti
sporca la frutta
dal cesto del mercato
non vaccinarti
diffondi ogni tuo peccato
tu liberi la bestia dentro ogni essere umano
metti bambini in gabbia
affonda i
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Spargerai il sangue
sull’architrave della porta
e loro non ci sentiranno
suonare le nostre lacrime
Questa notte passerà
e domani avremo ancora
il vento della terra
sotto le nostre scarpe
Come quando era freddo
e il fuoco bruciava
le nostre
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ed è pleonastico il tuo dire
i tempi son cambiati e
alle piante seccano
i timidi germogli
i pesci son gonfi di plastica e
i cieli di cenere
e i mari piangono coi miei occhi
lasciare parlino i fatti
se voce avranno
in una -lesta?- inversione
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Siam tutti portatori di valori
ognuno con il suo comportamento
rapporti con ambiente e persone
sorregge lo stile educazione
aiuta predispone l’apprendimento
elargito da scuola e genitori
in queste società abbandonate
scosse nel percorso
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Mi porto dietro da parecchi anni:
un ulcera, la sciatica e l’artrosi
e poi ci sono ancor tanti malanni ...,
citarli non si può, son numerosi!
Ma l’invalidità non me la danno,
il medico, alla visita, m’ha detto:
“I soldi non ci son, siamo in
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7859 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 811 al n° 840.
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