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♦ Fiammetta Campione | |
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Le 7851 poesie in esclusiva dell'argomento "Sociale"
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Fame sei nera...
Fame sei vera...
labbra serrate,
spaccate,
assetate di vita.
Piccole mani imploranti
grandi occhi gementi.
Crudele fiera rabbiosa,
impietosa,
sacerdotessa di morte,
funesti città.
Anime cogli innocenti
in un
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| Non domandate
ché non lo saprei dire
quale colore annebbia la mia mente,
nauseante
l'imbevuta ovatta di cotone
che avverto sulla pelle,
pungon di fuoco, gli occhi sempre stanchi
raramente spunta il sole
tra le sbarre
vedo la gente
che
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| Cammino
sui prati
sono un angelo
ferito,
rattristato
isolato
un fiore
appassito.
Scavalcando
qualcuno
solo un padre
o nessuno,
quel sentirmi
diverso
mi fa proprio
star male.
Non mi basta
una voce
una pacca
un sorriso,
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| Vorrei donarti le stelle
perché immense e lucenti brillano nella notte
Vorrei donarti il sole perché con i suoi raggi
ti scaldi il cuore
Vorrei donarti il mare perché azzurro e imponente
ama la libertà
Vorrei donarti
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| Brandiscono stendardi
ad asciugare il fango
insultando cadaveri
vendendo le loro pelli
L'anima dei morti
di chi ha perso
senza aver partecipato
parla solo alla coscienza
bisognerebbe averne una
Siedono su poltrone
che angora grondano
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| Fugaci
i miei amori
battito d'ali
senza dolcezza
senza amore.
Amori
consumati per strada
quando s'innalza
la quiete
nel frastuono
della notte.
Placata la brama corporea
valico il confine
accostando la mano al petto
conscio del male
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Spesso in passato
ho sentito di un medico
del reparto ostetrico,
dicevano fosse malato
o in modo poetico
"particolare".
Quando un bimbo nasceva
si metteva ad esultare,
e la gente chiedeva
perché festeggiasse
ogni
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| Per te, ragazzo,
che hai negli occhi il sole
ma l'anima beve rivoli di paura
e mastica le incertezze
degli adulti...
Per te, ragazzo,
quando ti volti indietro
e del bambino che eri
si contorce,
come serpe allo stomaco,
un'infanzia che non
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| Ancora di vecchi voglio parlare.
Non già di quelli rifiutati, miseri,
abbandonati, malati, scherniti.
Su quei vecchi riottosi oggi rifletto.
Maschere oscene di plastificata giovinezza
che sempre in sella pretendono stare.
Famelici
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| La panchina del parco, come umile, triste dimora
solo un sacchetto di avanzi, giusto per non morire
tante notti di gelo e di grande tormento
umile, mesto giaciglio, le sue membra riposa
figura molesta per chi ha una vita rosa
Un cartone di stracci,
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| Dentro e fuori di me... buio
squarciato dall'alogena impietosa
sull'acciaio dell'obitorio
Finché ci sarà cultura
acquistata a prezzi stracciati
sulle bancarelle del sentito dire
ci saranno pietismi virtuali
ad inasprire
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| mai poi mai avrei pensato sorpreso
ad un gradito evento sittanto atteso
il libero verbo imperava roboante
distante assai ed agghiacciante
svariate miglia nautiche separavano
ricordi di bimbi che felici ridevano
roteava nella mente una ruvida
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| Intreccio le ciglia socchiuse
sugli occhi sbarrati
di un accattone seduto
per terra.
Sferza la sua impotenza
sui tetti rossi
di una bidonville
vestita a festa.
È inutile guardare
in faccia il sole.
Il pensiero m'inebria
la mente.
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Accovacciato sulle tue giornate
tutte uguali senza un domani.
Sporche unghie di nero ornate.
Ossuta miseria d'ossute mani
stringe lurido piatto essenziale
di tonde lacrime d'oro sporcate.
Spiccioli di umiliazione e dolore
tra polvere e
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Un prete voleva salvare il suo popolo da una malattia
atroce che distrugge cuori e anime. Ricevette pallottole mortali
nel suo luogo di preghiera nel giorno in cui avrebbe dovuto ricevere
baci e abbracci dalla sua gente per la festa del suo nome,
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| Corro per strada col fiato in gola
aiutami a ricordare il giorno che
non volevi lasciarmi partire
corro per strada senza fiato
aiutami a non dimenticare
il tuo bacio il tuo amore
corro per strada col respiro di ghiaccio
aiutami a fuggire via
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| Si aprì il sipario
ed entrarono tutti insieme
gli uomini sorridenti.
Entrorono gli uomini di giustizia
reggedo una grossa bilancia
che pendeva da una parte.
Entrarono gli eroi di guerra
con i corpi segnati
dall'amaro della
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Ilare sorriso
docile agire
sempre s'adopera
intinto
sciupate mercanzie
Portico scolorito
angolo disadorno
pone
logora impronta
aggeggi usati
Idee attira
altrui
D'un villico
laborioso arare
frumento esteso
raccolta matura
Tal
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Tutt'intorno c'è aria di sgomento,
la gente scende in piazza a protestare.
Chiudono le fabbriche, si allucchettano
i cancelli, di una crisi che chiamano mondiale.
Intanto, spuntano i comitati di protesta a
profondere ragioni, dei sacri
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mi aggiro per strade trafficate
da falsa umanita'
nella figura di alcuni
riconosco
usi e costumi
diversi dai miei
tuniche larghe
a celare forse violenze
in nome di un dio
con radici negli inferi
barba incolta e pelle scura
a
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Midesa |
01/01/2010 11:12 | 3389 |
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Una vecchietta stringe sul suo petto
di roccia cucciolo di uomo
lasciato a gemere tra i rifiuti.
Un ragazzino coraggio
di guerriero protegge
con la spada di carta l'amico
da coetanei che non sanno
amare la vita e odiano
tutti quelli che si
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Anime annichilite
dalle scaglie cristalline
di un mare ostile
che se ne frega
Ammassate in un barcone
alla deriva
umiliate
oltre ogni limite
Sofferenza incisa nella carne
morte che incombe
per cosa?
Lungo un sogno di speranza
giocate
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Sgorga libera
allegra e rigogliosa
Scendea
limpida sinuosa
dopo l'oscuro andar
negli antri della terra
carezzando massi
in oasi di pace
Specchio naturale
di alberi rigogliosi
e raggi di sole vanitosi
vita al suo scorrer
fulgea
Sì
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| Afflato felide su immacolata sabbia
sommerge morbido guanto
intriso d'acqua sorpreso
da salate onde di mare
Eredità fuggita d'amori fugaci
marcia incatenata sull'orizzonte oscuro
dove il limite al sentire non regge
passione e coraggio
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| Mio sornione lupacchiotto
che penseranno di te
se non bruci tutti in partenza
con uno scatto da maratoneta
che diranno i tuoi fratelli
se queste zanne non le affili
e non le mostri con fierezza...
Quale idea si faranno di te
se ti fermerai a
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| Padre,
non ti avvicinare,
lascia la purezza del mio corpo,
a chi un giorno lo vorra' amare.
Padre,
la mia bocca freme,
al sentire la tua lingua farsi spazio,
e le tue mani carezzare il mio orifizio.
Padre,
il dolore è atroce,
ma non solo
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| Non sono più piccoli
i bambini
ora e non nel passato,
forse nella conca dei secoli giacevano
morti o silenti
ma almeno la loro vita, breve
era cantata dai poeti
ma ancor più dalla follia
di madri addolarate
che arazzi
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Sul Crocino di Arcisate
la stella cometa
indica
il cammino al viandante
sa dove andare
il vecchio pellegrino
svizzero diretto
al Sacro Monte di Varese
la strada dell'espiazione
passa dalle strade
di Arcisate
sulla Via Matteotti
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| Ho visto tre perfidie aggirarsi per cimiteri a ricolmar loculi vuoti:
L'indifferenza con passo altero e mai un gesto di clemenza;
La solitudine ascosa nella mente e fra una moltitudine di gente;
La depressione a cercar nell'animo abissale una ragione
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| C'è più ombra e peste bubbonica
In un supermercato pieno per natale
o in una coda all'ufficio Immigrazione
Che in ogni leggenda medioevale.
Le alte guglie di ferro, cemento e vetro
Ci fanno sentire piccoli, dolci.
Abbiamo sogni
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| Vespertini colpi di fucile
Frantumano ascosi silenzi di boscaglia
Echeggiando sugli ondulati appenninici schermi
Mentre già la luna, ancora spaesata,
travalica di sbieco il mio davanzale e
mi narra i disvoli di vittime ali.
innocenti svaghi
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7851 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 6961 al n° 6990.
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