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Le 7859 poesie in esclusiva dell'argomento "Sociale"
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Quando io vidi questi fatti Eternia sinistramente scintillante sembrava e di luce accecante: acciaiosi uccellacci con le teste lucide e ribrezzanti markavano l’aria a morto in formazione romboica a tratti silurando l’aride rocce con le penne oscene Ora lo
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Il primo sigillo fu di zolfo e d’azoto ciascuno in due parti col quarto suono impappolato a sbafature tecnolosse di bolle sterminose di sapone in inibizione completa e astratta a riflettere il quarto colore della luce fantasmata nell’arco fuso e colato
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Nati lontano dalle stelle
pur cullati d’amore forse malato.
O forse più forte di ogni dura sorte
e degli inciampi del tempo.
Dai giochi delusi ed esclusi
per menti e carne distanti
e lontani da ordini e uniformi.
Aiuto!
E nessuno in
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A lato della strada
un angolo nascosto
e poi ne paghi il costo
con gli anni deputati
e resettare
il suono del violino
sul pentagramma avaro
delle note
che possono dar fuoco
alla tua legna
e alle asinate ottuse
del destino
ma il tempo ancora
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Asfalto e il male
qualcosa da sniffare
a confondere il reale
in un sogno da sognare
Piove sul disincanto
sull’innocenza sfregiata
d’un’ infanzia consumata
senza liberare il pianto
E sotto il vostro mondo
cercare quel tepore
che fa pulsare il
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Ovunque soldati
duri e severi
alteri e spietati
tengon poteri
uccidono ogni giorno
anche senz’armi
e si credon nel giusto
usando la penna
cammina e taci
uomo arruolato
dentro la tua divisa
ti lasciano in pace
ma tu disertore
sei l’unico
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Nel silenzio ripara il mio pensiero
se incontra un muro di ostilità
Gelido ed oscuro... non passa
luce lì né filo d’erba cresce
tra le crepe e le insenature
Non traspare da me lacrima né gioia
Ha steso un velo l’anima sugli occhi
ché il cielo è
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Quando il tramonto muore
e cala lenta la notte
si spengono i muri della città
e si riempiono lente le strade
che amo e conosco da tempi lontani.
S’ animano i marciapiedi di volti conosciuti,
tante piccole maschere inconfondibili
nei loro movimenti,
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Ultimo banco
dietro la colonna
visto e non visto
quinta elementare
una maestra intenta ad annullare
con la destrezza di una principiante
quella mia faccia di bambino assente
e normal... mente non capivo niente.
Davanti a tutti
terza scuola
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Io ti canto emarginato
dalla vita licenziato
volto franco della messa
con la notte da papessa.
Io ti canto dolce amico
come te dall’ombelico
mia gioconda confusione
sei comunque una ragione.
E se il mio canto può spezzare il velo
lo faccio
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Respiro d’inascoltato grido di dolore
arranca nell’etere
a catturar conforto che alleggerisca
l’ansia del sentirsi solo.
Ma nella fredda notte della vita
sogni di stelle d’intrepida speranza,
accompagnati da una luna radiosa
illuminata da
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Nuoto nella tua lacrima
amico della mia indifferenza,
senso di colpa
del farisaico salire
per santuari.
Avrei potuto
contaminarmi
con i tuoi dèmoni quotidiani,
ma puzzavi di vino
non indossavi
un completodi versace.
Troppo distanti,
i nostri
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Nell’isola dell’uomo
professionalità e sapere
l’io porta pensare
prospetti e progetti.
Niente l’esaspera
solo l’ingenuità nel credere
che altri siano simili
ma nulla coincide
nell’isola umana .
Se oltrepassi la via
tanti ostacoli
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| Esclusa emarginata rifiutata
come una mela marcia nel cortile
di questa vita decantata e vile
dal tempo e dal dolore temperata.
Esclusa rifiutata emarginata
lungo il cammino come un utensile
di questa porca società civile
dove la faccia è cotta e
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| È chiuso nella solitudine della sua casa,
non più pensiero esce dalla mente
restano tutti lì dimorati a iosa
e nessuno più lo avvicina personalmente.
Viene a mancar l’esigenza di socialità,
relazionarsi diventa difficile e inopportuno,
non sa
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| C’è polvere arsa
su terra bruciata
la miccia è scoppiata.
C’è acqua gelata
sopra quel viso
sepolto il sorriso.
C’è incudine e martello
chi cerca un futuro
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| Uomo a metà
oppure scarafaggio
forse no sbaglio
un punto nero in faccia
tutta una storia
madida di muffa
mentre che il cuore spoglio
non si tuffa.
Uomo negato
certo emarginato
passaggio alla frontiera
della vita
cade la pioggia
sopra il
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| Pieghe sanguinano sotto le stelle,
nuvole piangenti avvolgono
stanche membra,
gelo d’inverno congela lamento
che nessuno ode
oltre il lampione dell’esistenza.
E’ l’emarginato!
Occhi che non lasciano il cielo
unto di lacrime per amori
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| Ho immerso gli occhi down
d’una bambina
nel tramonto d’autunno
in excelsis col canto d’un angelo
che m’ha preso per mano
ad abbracciare
sorriso
e tenerezza
in faccia all’ironia
di inzaccherati viali
e di sciupati istanti di carezze e di
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| Il marito aveva l’amante,
lei era di disturbo,
la portò fra le donne pazze
con cento malfatte inventate
lontana dalle piccola figlia,
dall’anziana madre,
dalle amiche, dal paesello,
dalla sua gente
pochi anni passarono
e la piccola si
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| Piccola e nera come da programma
venivo in mezzo agli altri messa a parte
contavo la mia rabbia e il tagliacarte
mi nascondeva l’anima e la fiamma
con la sua essenza amore della mamma
tra i miei fratelli vedova in disparte
figlia del tempo perso e
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Saresti tu quel filo torto in fondo
quella bruttura umana inascoltata
con gli occhi che si affannano a capire
se è meglio fare finta o andare a spasso
con una vita a balzi in faccia a cento
costretto dal bisogno del momento
a dare spazio al cavolo
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Ora che i dadi sono tratti e le sette meraviglie degli abissi neri
sono scesi nei germinosi vivai della terza figliolanza, ora
noi parleremo tra i sicuri covi del tetto più alto, nei saloni d’Eternia
dove la sinergetica massa dei mali che là
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Impopolare la santità
assai piacevole la volgarità
la tecnologia è padrona
figliare è da cafona.
I dubbi una necessità
allarmati senza sincerità
giovani zombi come Giona
emaciati in luoghi fuori zona.
Società in cerca di neri
non perdono
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Partimmo in trecentosessanta tutti ammassati
da lontano guardando sembravamo abbracciati
una lunga crociera sul "filo" di speranza guardando al futuro
un battesimo d’acqua salata... scavalcando quel muro.
L’orizzonte sembrava l’America... visto dal
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| Come soffio di vento
giro a cuor contento,
del passato non mi pento.
sul mio viso piaghe
del tempo per un
disfacimento lento.
Mi sveglio e guardo attorno
tutt’attorno un gran vuoto,
con l’angoscia che mi prende
nel vedere la gente,
che guarda
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| Tesoro dell’umanità è l’infanzia,
oro per un futuro radioso.
Gli adulti devono essere la loro garanzia
e non aver comportamento odioso.
Eppure sempre più spesso accade
che vittime di abusi e di violenza
pargoli feriti da parole che son come
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| Numero, numero tondo delle deportazioni e delle mancanze
Della morte terrificante con gli occhi di fuori e la lingua fusa al palato
La morte maledetta nel miraggio di un’alba rugiada
Strisciante in un fosso per essere celato allo squilibrato sistema
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| quanti volti devastati da tumori tormento di veleni
strade su strade di rifiuti bruciati in silenzio
non c’è più poesia nelle serrande chiuse per i fumi
oh sole nascosto tra le nuvole impregnate di fuoco
diario di famiglie massacrate dal veleno
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| I fragorosi marchingegni risolsero in melodie celestiali di cadenze, in cromatismi cangianti di colore continuamente col moto subitaneo della brezza e la scena fenomenale fu spalancato abisso di inaudita bellezza: miliardi di gioie s’avvitavano per il
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| Quando cala la notte
e le stelle entrano in gioco,
luci vicine e lontane
trapuntano il blu notturno
d’argentati pensieri.
Colori accendono trìpode di pace
e telamone in cammino,
mentre, l’aere sventola al mondo
sguardi di popoli solcati
da
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7859 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 691 al n° 720.
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