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Le 7858 poesie in esclusiva dell'argomento "Sociale"
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Schiusi cancelli dell’inferno
sul treno per la morte
Auschwitz sub interno
flagello sorte!
Tu tenera creatura
angelo divino
fu troppo dura
pur con Lei vicino.
Ma nell’ultima corsa
sempre per mano
Mamma dalla morsa
verso mondo sano!
Incubi
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| Un gesto minimo, una direzione e un si alla vita.
Cinque dita soltanto si aprirono in un mondo in ginocchio
distogliendo gli occhi dalla pena
salvando con un rifiuto.
E gli altri?
E oggi?
E quando morirà ogni testimone?
Se a destra una mano scelse
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| Quell’ombra che si lascia camminare
per le strade di un mondo senza nome
è un numero tatuato per disprezzo
è un’anima che vale nessun
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E si oscurò il sole e tutt’intorno
come se fosse in atto grande eclissi,
ciascuno aveva al cielo gli occhi fissi,
l’inaspettato buio avvolse il giorno.
Fu come si aspettasse orrenda fine
quando improvviso forte s’alzò il vento;
tremava pur la
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Nell’osservare l’esodo, seppur avulso,
ebbi a toccare il patos, e ch’Egli,
distratto, non vedeva il colore.
Tanti, davvero tanti, troppi,
vittime, ignare, d’un destino crudele.
Ci s’avvede, nel toccare l’altrui dolore
e del mondo l’ingiusto
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Mentre tu eri già andata,
io ero ancora lì e avevo freddo,
Mamma.
Un gelo nelle ossa e nel cuore
un dolore sottile pungente
più degli schiaffi e delle botte
avuti senza un perché.
Non capivo una parola
della loro lingua dura e fredda
mentre mi
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La memoria ammonisce:
se in un Paèse straripano i vuoti,
se si alimenta l’odio
e si aìzzano piazze, la coscienza
ci chiede di indagare
sui rovinosi limiti
del temerario nocchiero e tiranno,
esige che si sveli
lo scellerato disegno che ha in
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Caddero foglie ingiallite e petali di rose,
a tappezzar viali, cadde l’autunno e venne l’inverno.
Brusio di dolori e cuori in tanti pezzettini,
sangue agghiacciato e vergogna d’ esser donna.
Umiliate ed ammassate e di fango imbrattate,
colori
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Una parola sacra,
non un semplice modo di dire;
un gesto e... accoglienza,
la mano tesa quando è necessario,
la
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Bisogna coltivare la memoria
perché storie che cadono nell’oblio
possono sembrare come un abbaglio
può ritornare la malvagità.
La memoria è un potente vaccino
combatte l’egoismo e l’indifferenza
se una donna fa la testimonianza
forse migliora la
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| Cruda realtà in visi emaciati, sorrisi smorzati
occhi bassi, per non guardare, quasi un sogno
da cancellare, ricordi di giochi ormai lontani
Cruda realtà da abbracciare, spinti da mani
ruvide incallite, in un campo freddo coperto
da cieli grigi,
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Varianti di grigi e neri, colorano in delicati veli
cieli invernali, compatti nascondono il sole, che
timido s’affaccia, a loro insaputa, in piccoli sprazzi
d’azzurro dall’aria indecisa.
Volti di migliaia di giovani ragazzi dall’aria fiera
ed
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E mi ricordo lungo il viale della scuola
le risa di noi bimbi
e le cartelle a pancia in giù.
All’uscita le grida divertite,
un coro di briosità e di confusione.
E mi ricordo poi in quella villa di paese
dei giochi a squadra
e voci che
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Al mio dovere son sempre preparata.
Può darsi che mi faccia sentir male
la fatica che pian piano mi ha spezzata...
in logge porticate pulir scale...
per lucenti gradini poco apprezzati
da distinte persone altezzose,
dal mio lavor son più che
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Quante volte nella vita siamo costretti a dire no
risposta che non sempre viene dal cuore
ma dall’impossibilità di essere presenti
dove più occorre
non vuol dire essere insensibili
i motivi sono ben altri
conoscere chi ci è vicino
non aiuta a
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Hai sepolto le città sotto tre dita di silenzio,
una coltre di paura, che ha pagato un duro dazio:
Venezia era allagata da un lacrima di brina,
senza volto la marina, una triste ballerina;
Milano sanguinava da una costola sul fianco,
una tigre,
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Natale negli occhi
Natale nel cuore
Natale sulla punta delle dita
per contare i giorni
onde vivere una speranza troppo breve
assaporandola totalmente
grandi piccolezze
suscitano e ravvivano
sentimenti mai archiviati
amore e dedizione verso
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Sempre più restringente il momento
non riesce a donare quella tranquillità
che in questi giorni tanto vorremmo
corri di qua corri di là
onde arrivare dappertutto
sembra proprio non poterne fare a meno
guardarsi attorno è lecito
entrare tra
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La guardia carceraria aprì la cella
e disse: “Vladimiro Serpellone,
su, prendi la tue cose personali
e séguimi, ti porto in direzione! ”
Appena entrato, proprio il direttore,
sorrise in modo ironico dicendo:
“Sei libero! Qualcuno ha
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Puntuale nell’orario,
come un orologio di colpe ingiuste,
l’ultimo treno arriva al gelo...
Chiuso il cancello che spazza via
vecchiaia e giovinezza,
La vita si congeda dalla luce.
Il delirio trova il senso,
tra filo spinato e fucili
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Sous le joug de la vie,
danse la mort;
telle une esclave,
au service de l aube.
Celle qui retient le geste
et rouille la faucille,
bien trop désireuse de faucher,
la rosée du matin.
C’est au chant du coq,
que l’ombre s’éloigne,
balayée par
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Soffiava il vento su strade incerte e
tu, ragazzo con spontaneità e altruismo
volevi fermar la sua furia devastante.
Branco di sadici ed irosi lupi,
ad illogica e misera grandezza,
un fuoco di violenza e
d’irrefrenabile gagliardia
non avvezzo
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Evacuano sentimenti
cuor intorpidito
ombre generanti
figli senza udito.
Echeggia lor pianto
Angeli silenti
tra (dis) umano avvinto
scevro da rimpianti.
All’esser in apatia
smarrito se stesso
urla poesia
vibra suo verso!
Divin messaggio
sta
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Cadesti inerme colma di terrore,
lacrime nei tuoi occhi un tempo amati;
tu prigioniera d’un sogno d’amore,
svanito sotto i colpi più dannati
di un folle, a cui donasti il tuo candore
e del tuo corpo offristi immacolati
campi, laddove espandere
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Un nodo in gola stringe e frena il pianto,
le lacrime raggela il gran dolore,
inutilmente a lui donasti il cuore,
per la felicità del primo canto!
Fugace fu quell’ attimo d’incanto
ché il sogno s’avverava dell’amore,
allora profumavi come un
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Vola il pensiero, call’antico conduce,
nel rimestar ciò ch’in bagagliaio.
Sin’anco d’Egli fu persa la traccia,
là dove d’umano, il nulla,
ed alle coscienze,
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Ha conosciuto il bene e il male
vissuto con mille traversie con anima ferita
mentre il patimento della vita ha sentenziato,
delineato il cammino tra i nudi selciati.
A spasso col tempo
coi silenzi che attorno s’allineano
tra le nebbie a bagnare
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Lasciatemi da solo,
non fatemi arrabbiare,
le vostre defezioni
gettatele nel mare!
Sparlate alle mie spalle
e non vi vergognate!
Le lingue false e ostili
perché non le tagliate?
Non voglio più sentirvi,
m’avete già seccato,
dell’amicizia
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Morbo di Parkinson
Solo il sentir
del suo nome crear paura.
La strada, ogni giorno
ancora più impervia e dura.
Ospite indesiderato,
talvolta a chiederti,
Perché giusto a te il peso
di questa croce han riservato.
Rifletti un secondo,
la
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Grande mattatore della vita
sei stato un grande artista,
tutti ti siam riconoscenti
per le risate indotte a crepapelle.
Ora siam tutti un po’ così... tristi
per la tua improvvisa dipartita
non ci hai mica detto
che “ te ne annavi,
senza dicce
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| Or più di ottant’anni da sua formazione,
di quiete e in pace ne passaron tanti
c’è chi lamenta vuoti e tempi inermi
ma la città sì presto fatta grande
con fabbriche moderne e vasti campi
invano non ne scorsero poi tanti.
Ebbe inizio, con spighe
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7858 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 271 al n° 300.
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