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♦ Raffaele48 | |
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Le 7862 poesie in esclusiva dell'argomento "Sociale"
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Il mio è semplicemente un grande invito...
Andate tutti verso quel paese che dolcemente vi accoglierà.
Il mio è decisamente un ravvicinato desiderio...
Andate tutti a leggere quella triste e illudente banalità.
Ho consumato ore e neuroni
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julia |
26/02/2016 18:15 | 2528 |
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| Visioni chiuse a doppia mandata
diritti lapidati alla rinfusa,
venti di guerra che prendono alla schiena
in questo Mondo tutto sottosopra,
schizofrenici andazzi di un potere
ormai soggiogato in toto al capitale.
Collasso di migranti
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| Il mal che in tempi antichi l'uomo ha fatto
adesso non dovrebbe essere adatto,
però la Storia sempre si ripete,
ché vince ognora chi di gloria ha sete.
Tutto si fa per brama di potere
o di quant'altro ancor si vuol
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| Nella disabilità vita ...quella vera,
nel dolore - la famiglia
ridotta fino allo sfiancamento
ma, amore e cuore di genitori
donano gioia e sorriso
vincono mentre sui loro volti
vecchiaia già soggiunge
in giovane età.
Rinunce e schemi di
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Oh stolta luna
non guardare al solito dito
guarda per mano ... per le mani
perché spenta, s'è di nuovo la luce
altri fratelli han perso
non solo la voce
ma all'estremo, per massimo dazio.
Flebile fiato
nell'usual
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Solo, sono solo e non ne comprendo il perché
in tanti siamo partiti, stipati come tonni
pronti per mercato,
adesso che il gommone è solo un punto
lontano in questo mare che uccide
a niente serve il rimpianto di ciò che
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Cosi estenuante
rimaner presenti,
gli sguardi assenti
d’un clima pesante.
Con il tempo gioco
a mia discrezione,
ma ‘sta posizione
non ce l’ho da poco.
Volendo puoi fare
più velocemente.
Sorpassi la gente!
Ma fai digrignare!
Il mio
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È lontano il pozzo
e già scivola nel suo cuore lo sgomento
Sono scalzi i suoi piedini
ha una brocca sulla testa.
Sono tante le ore di cammino
lei è in fila con altri bambini.
Aisha piange per la fatica
mentre attraversa la valle.
Chiude gli
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| Madre, rammenti?
lasciammo quel lembo di Sicilia
pregno di sole quasi come fuggiaschi:
io e te, alquanto sparuti; su quel vagone
dai sedili duri come pietre.
Ancora impregnati dell’aroma di zagara,
ci rafforzò la speranza, la sola nostra
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| S’alza il pulviscolo
sulla strada nera come la pelle
e si sparpaglia
tra i pori che sono uguali ai miei
i palmi delle mani
sono rosse d’incerta paura
ed una monetina solitaria
umida di sudore e lacrime
scivola giù nel copricapo
rosso
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Approda la monotonia
nel girone della gola,
goccia dopo goccia
disseta l’arsura e
pietrifica la mente.
Boreali tramonti
colori variopinti
nettare fruttato,
calici profumati
di cristalli e pensieri solitari
annegano nei gorghi della
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Ricordi
cera la neve
quel giorno nel vecchio paese
la gente aveva freddo
correva
lungo quel viale.
Han scritto
milioni di cose
su quel crudele ideale
per loro eravate diversi
solo polvere da dare al vento.
Ricordi
come si rideva
in quella
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Lo so, ti ricordi ancora quel giorno
quando nell’antro tuo più nero
ti presi con violenza
e ti feci mia,
grida pure, ti dicevo
chi mai può sentirti ora
e te lo ripetevo con un sussurro
tale da far paura...
Ti presi che non avevi quindici
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Non è natio del mio paese,
né ha stabile dimora,
venuto d’altro mare,
rifugio cerca alle tante pene.
Sguardo unto di speranza,
chiede al mondo
futuro, dignità, accoglienza!
L’anima graffiata dal dolore,
attraversa acque
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E’ nell’eco del festoso vociare
di bimbi allegri e sudati,
nei loro occhi innocenti,
negli ingenui sorrisi
che toccano il cuore
che si cela il futuro del mondo.
Ancora candido, puro, plasmabile.
Tra poco saranno sorpresi
dalla lunga scia
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| Troppe voci non han trovato casa
lungo i binari folli della storia,
sempre ricorda limpido il potere
i sacrilegi immondi del passato,
mentre acconsente sotto traccia
al mercato d'armi per l'agguato.
Strana visione a questa bottega
ci si nutre a
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| Furono lacrime color melograno,
caduti da quegl’occhi di fanciullo,
che tesa avea creduto a quella mano.
Nudo spogliato nel suo cuore,
ingenuo, cedette all’ umano ...
il corpicino inerme e il suo ardore.
Non potrai più bere in questa
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| Vento freddo
tra le parole
ai bordi dei tuoi occhi
profondi abissi blu
dove si perde quell'io
che non riconosci più
parole fredde nel vento
sanno di erbe amare
di silenzi che urlano
nel buio di un viale
dove ti dissero:
-compra la tua
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Stamani sul Carso
infelice racconta il vento
di visi gentili piangenti,
di oppressi sorrisi genuini
e innocenti
e di passi leggiadri
che mai più offriranno
echi di presenza.
Geme l'aria pungente
per le grida ardite del vento,
per
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Nella piazza preparata
ha inizio la sfilata:
ecco Mister Pantalone
con un grande Panettone.
Si avvicina Pulcinella
danzator di tarantella,
che di sole lui si vanta
e di fame ne ha tanta.
Gianduia da Torino
porta, insieme ad Arlecchino,
di
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| Purganti sciamani
praticano distacchi,
occultano approvazione.
Alchimia a spirale
è mistero identificato
lo scontro culturale.
Ad ammorbidire il giudizio
buonismo a perdere
duplicato da antico peccato.
Tossina velenosa
è
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| Il cane non si discute,
per il suo padrone
la vita potrebbe dare:
ma è ... facile addomesticare!
Il gatto è indipendente
non accetta imposizioni,
anche lui potrebbe dare:
ma è ... solo per non sottostare!
C'è chi
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| Una folla di fiocchi corre dal cielo
nel silenzio assordante lieve lieve
Avvolge la terra con il suo velo
e mette il cappello alla piccola pieve
Lascia l’impronta sulla finestra
il piccolo uccello e la grande cornacchia
Sorride dal vetro la
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| Si schiudono i fiori
e si aprono le mani
Non han sesso, non han età
e nemmeno nazionalità.
Vuote son queste mani ...
uno sguardo verso il futuro
ed un rimpianto al passato.
Mani tese ...
aperte e poi chiuse,
chiuse e poi
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| L’erba era verde in quel paese,
conservava la rugiada fino al mattino,
il profumo invitava la mente a
frugare in sentieri da calpestare!
Il tonfo era forte giù alla valle
pei grossi fusti d’alberi segati.
I noccioleti rigogliosi ai
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Non lasciamoli soli,
grinzosi limoni
spremuti dal tempo,
isolati dal mondo,
affogati
nell’aria stantia
di stanze ricolme
d’antichi ricordi,
tra muri ingialliti
da sbiadita memoria
e ormai privi di sogni.
Non lasciamoli soli,
postulanti
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| Rigato il tuo volto
da lacrime che non dicono
quando i silenzi hanno fame.
Le tue mani son piaghe
e i denti mordono
per forza di vivere.
Burrascoso il tuo mare
com'è duro
l'impatto dell'onda,
un nerbo che sferza ed umilia.
Il
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| Non conosco stagioni ormai
si sfalda il tempo
più ai ripari non si corre
Sventola la falsità
distesa gioiosa sull’arcobaleno
perdono voglia di chiedere
Urla il vento urla potente
disperato è il suo grido
troppo silenzio
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| Suona il rababa sulle onde
suona e incanta
mentre i bambini danzano sulle onde
danzano e ridono.
Scivola una madre
sulla sabbia del fondale
sorride al suo bambino
Mediterraneo cantaci ancora.
Pesci che nuotano
tra le mani degli ultimi
pesci
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Non lasciamoli soli
parcheggiati
in quegl’ invisibili
labirinti omertosi,
rinchiusi in silenzi
mai espressi,
castrati d’abbracci,
purgati d’ascolti,
abbandonati innocenti,
alla fredda tutela
di schermi mai spenti,
solitari
e occupati
in
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Assurdità della vita ingrata
agli occhi del miserando,
su una panchina disteso,
dentro sé paventa la follia del mondo.
Fuori vede solo accanimento
del vessatorio sistema contro il povero,
debole bersaglio di una catena
di cui
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7862 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1771 al n° 1800.
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