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Le 7861 poesie in esclusiva dell'argomento "Sociale"
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| Legata e muta assurda convivenza
con tracce mai lasciate nel suo cielo
tra l’essere e il non essere disposti
a ripagare dazio pene e costi
nel nostro andare a zonzo all’infinito
con arte con passione e senza invito
per mettere in soffitta la
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Nel paradiso perduto
siamo noi gli inneschi
tentativi artefici di radici al quadrato
radicali espressi in potenze.
Eccessi di cielo frizionati allo zero
dal passato al futuro permeati
da un vento di morte.
(E’ che, la morte ci ha sempre fatto
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| Nell'agonia di ideali
misero uomo trafelato
pregno solo di follia,
servo ottuso di parola
che lancia odio e affonda
il dardo nella massa.
Non ti far trascinare
supino in quel crinale,
dove proclami di guerra
si alzano tuonanti
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| Ho persone care con gli angeli
felici lontane dalle lacrime
nella gioia perfetta dei cieli
come a me piace pensare.
Alcune le serbo nei contatti
visitandole qui nella rete
ed è un bel reincontrarci
come vive ancora vedendole.
Sembrare
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| Dritto tra le spine d’un rovo di more,
per non perdere la voglia di farmi male,
per non stare a sentire urla e pianti
di sofferenze d’uomini sacrificati
sulle sabbiose sponde d’un mare triste,
dritto tra le spine che strappano la pelle,
per sentire
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Siedo e penso e a' il Tramonto tremo, e sono
pallido. Or muto sto; e il Sole di Irene
celermente discende. Non più spene
si risveglia, né quiete. E grida il tuono
del Temporal che si appresta. Né l'uomo
späura,
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Venivano
dal cielo per colpire la terra
verso sera
quando la luce sfumava
Le ombre
coprivano i morenti
che tossivano il cuore
e i vivi piangevano
Mentivano
al mattino per sporcare il sole
verso mezzogiorno
incidevano parole vane
Le
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Che nome ha questa Morte
a faccia coperta
fra loro, fra noi
a diabolico atto,
uno squallido sputo che divora
la purezza degli angeli
i loro sogni mai sognati
se non il paradiso di una vita altrove
lontano da qui
da qui, dove la fine
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| Nel cuore della notte
un ira beffarda
ha sussultato
gli avanzi...
Si aprono crepe
danza la polvere,
pianti, urla e terrore...
L'uomo ancora non ha imparato
che la vita è sacra
non il denaro...
La natura è benigna
terribile
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| Ho visto a Carnevale
un ragazzino in maschera,
lanciava dei coriandoli
in fondo eran lacrime
e su di una panchina,
tra gente indifferente,
un vecchio fisso e immobile,
statua vivente,
e tanti carri bianchi
ho visto per le strade
ed un silenzio
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Mavec |
05/04/2017 10:04| 577 |
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Il Mondo ti chiude
le porte in faccia
perché lo delude
ogni cosa faccia
"Ce l'ho con me stesso
per quello che sono,
perciò molto spesso
io non mi perdono."
Vuoi una risposta
ma non ideale
perché nella
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| Lo vedi il volo delle mie dita?
Issa il mio corpo oltre le nuvole
quando tutto quello che vorrei è restare
Per raccontarti ciò che vivo
con le fraglie che con me
possono sussurrare al cielo
e celebrare nel silenzio
il pulsare delle
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Jibi |
02/04/2017 17:29| 1223 |
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| Elisir d’amore quel visino
ombrato dal tempo
al cammin
visione gioiosa trasmette
al sentier della vita
perpetua estro
incauto umore.
Attraversa cuore
come una freccia
lo strige al petto
come un giocattolo
con trepidazione
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| Dileguata è la vita,
dissolta
nelle frasi economiche,
nelle fredde cifre di mercato.
Liquefatta, fino a farsi
spregevole e farisea,
con le infrangibili certezze dei poteri;
infranti i pochi sogni,
noi vivremo in qualche modo,
anche nel
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Mavec |
01/04/2017 14:56| 601 |
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Oramai non si sente più il mio respiro
che risuonava come un canto antico,
c'è ruggine fra i rami
che come mani m'avvolgono di abbracci.
Scendono lacrime dalla rugosa pelle
e dalle guance di chi ne curò la linfa,
quanti
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| Venti di pace
che non spirano mai!
Son mani fanciulle che
gareggiano con freddi
cellulari, stesse che
assassinano in gruppo
e sballano nell’illusione
di essere grandi mentre
i piedi ancora mandano puzzo
di sudore da quelle
sneakers
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| Le verità non urlano sepolte
da un uomo che manipola e d’ignavia
veste; da verdi voci vanno colte...
voci innocenti che non hanno patria.
Le ingloriose tragedie non ci giungono
urlo foriero a raschiare memoria
e grigie guide pungolando
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| Aspetto il fischio dello sparo
poi prendo la lima e mi preparo
mentre aspetto l'anima che cuoce
mi sento dire "sii più veloce"!
La vedo scorrere sul nastro
la taglio, la sbavo e la incollo
talvolta è un vero
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Conosco le vostre lacrime
le ho viste negli occhi dell'innocenza
offesa dalla violenza umana
dalle guerre e dall'indifferenza
estirpata all'ortica che incendia
come vampa agli inferi.
Dio che hai voluto
mettermi alla prova
dov'è la
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Tacciono le strade lucide di guazza
e sotto la luna che pende dal cielo
un laconico pallore sfiora l’asfalto.
Gli aguzzi crinali dei monti
in perenne preghiera verso l’alto
sembrano più alti e foschi.
Silenzio sul ponte che scavalca il
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Un val de ceata
peste tot
se arata
un urlet accentuat
in piata,
pentru o viata mai buna,
dar nimeni nu- i asculta
in aceasta mireasma de haos,
macar o lumina
sa coboare,
unind oamenii din strada
intr- un vis real
de dulce poem
sa curga
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Non raccontarmi fiabe
di albe primitive
ora non posso
dipingere amorini
sulle pareti del giorno
il tempo digitale è in transito
la corsa consumo
rifiuta un pensiero che se ne va
più o meno riciclato
nella raccolta mattutina
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Ruggine che corrodi
la parabola di un verso
mentre fuori,
la stagione ancora s'apre
e i languori, gli amori
al velo bianco di seta
inneggiano promesse.
Di quest'andito lungo
di sotterfugi e di gabbie
ove rimbomba la eco,
il piagnisteo
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Chitarre tristi,
lacrime di gioia
in mari senza onde.
Galere d'odio
e galere d'oro,
profumi sconosciuti
di desideri troppo alti.
E c'è un'altezza per tutto,
siccità dappertutto,
chi vuole acqua
e chi ha perso il
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| Il solito treno
Silenzio di sguardi
in questo degrado
d' attese mancate
-Notte di persone-
poche
nell'ultima corsa
Incontro di occhi
Pensieri fuggiti
-uomini stanchi-
tra i cartoni le stanze
strette nell'ombra
di muri di
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Non voglio una pistola
per uccidere
ma la padronanza
di potermi difendere
da chi pensa di avere
nelle sue mani
le mie mani
da chi crede
che ciò che mio
può essere suo
senza pecunia
senza pena.
Non esitate
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| E’ là che vorresti essere,
dove s’acquattano i pensieri,
e saper cosa scorre nella sua mente,
se demoni brulicanti o gatti neri
o il sorgere di un’alba sfolgorante
dopo una notte d’amore travolgente.
E’ così che deturpi un sentimento
dal
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| Vorrei un inno nazionale
suonato all'ukulele.
Non più trombe né fanfare,
non più tamburi e fiele.
Un inno che ricordi
a tutti il coro mattutino,
un inno che assomigli
al sorriso di un bambino.
Con la musica suonata
da
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| Tra gallico e teutone,
geografica espressione ritenuta,
sebbene già col Corso
riassaporato aveva
coscienza e integrità d’una Nazione.
Fu poi restaurazione,
Venezia con Milano insorse:
Risorgimento nostro,
che, in vane, cruente
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L’imbocco stanco d’una tremante mano
tiranno, crudele, dal tempo affievolita,
l’inerme corpo giace nel vegliardo umano
tra quelle mura rinsecchite dalla vita.
Lontano, da sguardi, la solitudine è padrona
nascosta tra le parole oramai
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Non disperarti figliolo.
Chi insinua
che non serve più
costruire castelli di sabbia
che si frantumano
al primo abbraccio
dell’onda del mare
Mente
Al mondo
al futuro
a noi stessi
basta ciò che resta
i sogni
quelli di un
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7861 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1201 al n° 1230.
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