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Gli ultimi 5 iscritti: Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini - PostScriptum
♦ Gerardo Dadamo ♦ Marcella Usai | |
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Le 1860 poesie in esclusiva dell'argomento "Satira"
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Ai miei tempi!
Tutto era ammantato da una rosa livrea
La linea di demarcazione
Stazionava in fulgidi emissari
Che sfociavano in un mare
Di solidarietà senza rancori.
Si profilavano abbracci
Col vicino distante
In quel tepore
che
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Il principio,
come sempre senza pietà,
nelle stalle altisonanti del potere,
l'agnello fu servito
su un vassoio d'argento,
con contorno di ironia e cemento.
Serviva l'astro agli Antichi
per orientarsi nei solai scuri della solitudine,
ma
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Solo una volta
una volta sola.
Volta del cielo
ch'è Volta del mio Cielo.
Di volta in volta
m'inebri un'altra volta,
ancora, mi dici
ancora ti rispondo
ma già il passato
è oggi
ancora una volta.
E di nuovo
di volta in
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Come un asceta
divento la pineta
e su e giù
a destra e a manca
disperdo gli sguardi di un anacoreta,
senza luce e senza meta,
su cani umani
e uomini canini,
su facce omologhe
di creta e di cretini
ombre vive della morte,
replicanti
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Una virgoletta
tanto cara
a chi vuole far notar la scorrettezza
un malcapitato abbrevio
caduto sotto gli occhi
di qualche donzelletta
che forse per mancanza
di qualcosa che avesse più sostanza
godette di quell’errore arcano
come fosse un
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Turan |
12/07/2013 19:01 | 511 |
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Garbata e molto fine
come Giovanna d'arco
invece delle frecce
mena le frecciatine.
Ed io che son poeta
molto garbato e fine
invece delle frecce
rispondo con le rime
che la Giovanna d'arco
ribelle e intelligente
infine fu bruciata
sul rogo,
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Nei meriggi giungevano al giardino,
in orario, come i treni del ventennio.
Erano gli amici dell'estate e del giardino.
Appollaiati all'ombra della magnolia
e del susino, indifferenti occhiavano
l'acqua del lago, l'andare delle barche
tra le
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| Ho messo tutto a posto,
tolto via il giubbotto,
levato il sandaletto,
ma qui mi tocca tirar
di nuovo fuori tutto!
L’estate quest’anno
si fa desiderare e
dopo un giorno di mare
alterna uno con il temporale!
Orsù dunque mi vien
da pensare
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| Legno in bocca e destino negli occhi
polvere di certezze nel vento
caduta nel vuoto delle convinzioni
schiantando sul fasciame feroce
come un tamburo di guerra all'alba
come mille lenzuola che crepitano
in una fiamma, sfuggita al riflesso.
E
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| Strana storia la nostra
da qualsiasi prospettiva
la si guardi:
antropologica, filosofica
voyerista
persino lessicale.
Abbiamo attraversato insieme
baby boom, neoliberismo,
pirateria informatica, sommosse
nordafricane.
Abbiamo sfiorato
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| Si prende atto che il colpo di stato
ha subito leggiera riformagione:
non sangue o scontri in tutta la
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| La grazia ricevuta
è diventata uguale
a quella che ti danno
con lo scontrino fiscale.
Con gli occhi tu li preghi
ma loro
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| Lieve ondeggia l'ombrellone in alternanza di brezza.
Calore, riverberi di sole,
la rena scotta.
Prona, indora le procaci forme
un coriandolo pigmeo che nulla copre,
cela lo sguardo compiaciuto
dietro lenti oscurate.
Lui, sul telo supino
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| La signora della buona borghesia
leggeva il giornale
parlava con dotta ragione
del governo e del marito postiglione
mentre per strada torme di giovani mamme
portavano al parco
bambini vestiti di bianco.
Lui era certo depressso
diceva la signora
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| e basta con la pasta!
Sia questa la risposta!
Mai più una mozzarella
che come bianca stella
troneggia sul prosciutto!
Mi son così ridotto
che sembro un'astronave:
già supero il quintale.
...e basta con la carne!
Non
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Dir che tutto va bene
a chi incontri per la strada
e manco ti vede,
perso, nel suo schermo ai cristalli liquidi,
annegato, senza una ruga,
nello specchio retrovisore
ad adorar botulinici dei,
ignaro d'ogni mito e volo,
di cui non conosce nemmeno
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Parenti del linguaggio burocratico
sono certe poesie contemporanee:
il senso, se ce l’hanno, si disperde
in rivoli di dubbie comprensioni.
Pure se armato d’ottime intenzioni,
ogni lettore affonda e vi si perde,
dentro quelle creazioni non
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Ho mamma che fortuna
i talebani sono arrivati
tutti in fila come santi
tutti bravi con i guanti.
Ora questo Paese si salverà
pesce fritto e baccalà
cacceranno tutti dal parlamento
e salveranno il bastimento.
Viva viva i
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Tancredi spirito terricolo
zigzagando cogita pendulo e ridicolo
congegnando astrusi concetti incomprensibili
o esemplari, languidi cliché
sul bene del denaro
e dei suoi effetti lieti
tra pose teatrali, scenografici risibili caffè
e
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| Con passo lesto camminavi
su strade ignote o familiari,
vigile attento inseguivi
i tuoi pensieri, leggero.
Furbescamente zigzagavi
tra bambini e passanti ignoti,
conducendo, orgoglioso, il tuo padrone.
Nulla temevi, nulla chiedevi:
solo
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| Dello scopamico mi accingo a narrare
lavoratore precario ed interinale
che nulla chiede o gli spetta
oltre mercede immediata e diretta
Lascia ch’io lo descriva e rappresenti
senza trattenere parola fra i miei denti
Di questo oscuro figuro voglio
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“Nell'ondeggiar convulso delle acque,
lo spirito trafitto cadde e giacque,
le mani scarne sopra la corteccia
aprirono nell'anima la breccia.”
Così confusa, di simile astrazione,
la mente non sa darsi la ragione.
Vuota rimane la mia
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Vado diritto a intendere diverso ormai da anni
scrivo in versi e mi dico: anch’io sono poeta.
Si rinnova il canto crudele avvolto nella seta:
-Non servi a niente, spera almeno non far danni-.
Scrivo solo per mia necessità e mi offendo
quando
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La principale
di sguincio e con estro
offre sì dolce
la sua legge capestro;
ti dona il suo sguardo
sicuro e maliardo
e da rituale ti offre a cordoglio
il suo sindacale
e se io non voglio esserne schiavo
lavoro gratuito
e faccio il
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E’ un intenso blaterar
di becchi a ritmo giulivo
è un bel bla bla bla
starnazzato sull'aia.
Fonemi all'arrembaggio
in fila per due composti
o in ordine sparso
ma che importa e a chi?
Tanto abboccheranno
i pesci buoni all'amo
presi
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Come un fior
ch'appassisce e forza perde
è ancor la nostra politica
che non demorde
nell'arrecar danni
al cittadino
che bussa con vergogna
al vicino.
In crisi è il Paese
e non si scuote
chi d'inefficienza gode
e più
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Avvoltoi in picchiata fendono l'aria
famelici m'attorniano,
pasteggiano di me,
sarà lauto banchetto.
Dal profondo dell'antro
osservo i lunghi calvi colli tesi
gli occhi sferici che roteando
esplorano circospetti.
Scarnificheranno il
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| Non tentate di strappare la mia pelle
per scoprire le mie nascoste ferite.
Sono tante. Sono quelle che sanguinano
in chi ha vissuto sino in fondo la vita.
Sono i frutti dell'anima che ha osato
volare nell'immenso perdendosi.
Sono i tesori
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| In banca
gli sguardi saccenti e tecnocratici
mi isolano
perché così ridenti e pratici
e quei respiri ovattati
di fantasmi assai disciplinati e ben vestiti
che come replicanti s'incolonnano forbiti
davanti al nulla
ed io tramortito,
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| - Vi interesserebbe stare a sentire
i miei ricordi di scuola? -
- NO! -
Vi farebbe piacere ascoltare
le canzoni che mi hanno aiutato a crescere?
- NO! -
- Volete che vi racconti
delle donne che ho amato? -
- NO! -
- Vi garberebbe che vi
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| Colombo propagò nel mondo il vizio;
d’allora tanti non san rinunciare,
e c’è chi sol tra sbuffi e nuvolaglie
riesce a concepir il suo pensiero.
Vizio esecrabil lo ritengon tutti
con smercio spesso al crimine associato,
Arduo troncare e nuoce alla
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1860 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 871 al n° 900.
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