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Le 7758 poesie in esclusiva dell'argomento "Natura"
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 | Aria che ci porti melodiosi suoni
di strumenti musicali e canzoni.
Che a primavera
porti il profumo d’un fiore
il tuo tiepido tepore
e d’estate soffocante calore.
Aria che ti trasformi in cicloni
e porti devastazioni.
Che ti trasformi in
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 | Ipnotiche lingue danzano
e sinuose al cielo salgono
tra scoppiettanti faville
e crepitio di fiamme
per spargere al vento
fumo e cenere d’una foresta
che sta morendo.
Così, anche noi
caduche scintille,
nel vano sogno
di uguagliar le
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Addobba i giardini
la bella forsizia
di giallo vestita.
Fa a gara
col bianco ciliegio
e il pesco fiorito.
Ecco or la rossa
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 | Acqua incolore,
umile, insapore,
che preziosa sgorghi
dalle sorgenti
e da alti monti scendi.
Acqua che purifichi
disseti. mondi,
che in torrenti e fiumi scorri,
che un ticchettio leggero
di piogge rade suoni
o forte d’alluvioni,
che ti fai
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 | Stipati nel profondo oggi ricordi
ritornano in memoria a noi viventi.
profumi odori spinti, gran silenzi
di un mondo assai diverso in campi e valli.
Profumi naturali a non finire
ragion di stordimento in altri tempi
che a nuovi nati ormai non fan
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| Solo un giorno è passato
e già si sente nell’aria profumo di vita
che risvegliandosi cattura
in quel rincorrersi di prato in prato
dove piccole margherite fanno capolino
amori si mettono in coda
per sfogliarle con quella frase
che mai troverà
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Pensieri ad allungar minuti ed ore,
come le ore ad allungar il giorno,
per venir ad accarezzar parole.
Mandorli e peschi son gemme
ad emozionar in largo e lungo,
mentre propaga il cinguettar felice degli uccelli.
Sei tu, primavera che vai e
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A San Patrizio
finalmente
il Sole sul balcone
siamo quasi
all’equinozio
già da oggi
possiamo gustare
la nuova stagione.
Che bel tepore
dopo un inverno di tremore
sentire i caldi raggi
accarezzarci per un po’.
Benvenuta primavera
per
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Mai.
Gustare il momento. Sempre.
Intensa dolcezza è l’attimo,
il riposo sulla vetta,
il tramonto visto dall’alto.
E, il pensiero attratto dagli elementi:
il vento che trascina,
l’acqua che riporta,
il fuoco che dimentica,
la terra che si ostenta.
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Era estate
un caldo infernale
non dava pace
eppure ai bordi di quello stagno
si riusciva ad abbozzare un sorriso
quando anatroccoli
in fila uno per uno starnazzavano allegri
beati loro si rinfrescano
volteggiava nell’aria
riflessioni sulla
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Rami intrecciati il cespuglio
tra la rete che una parte serra
del giardino mio ha della forsizia
che apre oggi i suoi occhi al cielo
quei gialli delicati allegri fiorellini
cespuglio e fiori che mi rimandano
al passato e alla mente portano
a poi
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Bisogna trovare
una prospettiva
per poter cambiare
il nostro pensiero.
Con grande coraggio
salviamo l’ambiente
dall’inquinamento
dall’effetto serra.
La sfida è avvincente
facciamo del mondo
un posto più bello
più verde e pulito.
Animali
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Soavità d’anima ad elevar colori a iosa,
fra glicini fioriti, mimosa e biancospino
un dolce rimirar ravviva gli occhi e
l’umore eleva a ricrear emozioni e sentimenti
che l’inverno condì d’amaro fiele.
Primavera ad ammantar bellezza
in ogni angolo di
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A quegli scogli
volano i gabbiani
e, si dibatte il vento.
Lì giunge il fruscio del fogliame
confuso con la risacca del marek i
Col vento alle
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Batuffoli d’ovatta ad imbiancar il cielo e
schizzi di luce a dar chiarore,
e cupe ombre a velar il cuore.
Monte a stratificar di neve il paesaggio,
ed attendere che il sole la sciolga
e scenda acqua a riempir il fiume.
Valli ed immensità di prati
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Bianchi calici e
corolle fiorite,
timidi boccioli
si rivestono di raggi di sole.
La rinascita
e il risveglio
di tutta l’esistenza
accompagna
il giorno e la notte.
È primavera
quando il sole attrae,
luce finalmente svelata
finora
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Or già si libra
l’uccello sì ratto
aleggia nel quieto aere,
sospinto da fievole brezza
trafigge il cielo
d’azzurro cosparso
Or febbrile si posa
su fragile ramo
dal germoglio già rapito
e novello cantore
insinua una speranza nei cuori
Un
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Raccolgo viole e margherite
le prime sbocciate
nel sole del mattino,
la rugiada le bacia
sembrano diamanti,
il
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Soffia di tramontana il forte vento
e le foglie fan mille giri a terra,
prima di perdersi nell’aere immenso
a guisa di farfalle colorate.
Ancor non vedo in cielo alcun segnale
che possa dar sollievo all’alma mia,
eppur la primavera è ormai
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Coglieva ciclamini
per la sua maestra,
s’ illuminava il viso
quando li prendeva in mano,
nell’infanzia
a primavera
tra farfalle e grilli
i bimbi
osservano le
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Tre ballerine bianche volate sono
qui sul davanzale briciole di pane
lì messe per mangine le hanno attratte
rapido il volo rapida la beccata
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 | L’onda mai stanca
è lieve carezza
o impetuosa si schianta.
Sorprende che pur
dalla riva respinta,
sempre
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 | Giganti maestosi s’elevano
nel cuor della foresta,
silenti guardiani secolari
nel profondo respiro della natura.
Creature vestali
nell’ergersi al divino
con rami arabescati
a disegnar l’immensità del cielo
nel fluido ondeggiar
di rigogliose
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| Una rosa nel vento
del mare é piegata
quasi cadente é abbacciata
su un piacevole momento.
L’ultimo petalo planando
come lacrima nell’oceano
urla sull’acqua lontano
che si sta avvicinando.
Impaurita di veemente
parvenza ora svelata
da un sorriso
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| Tu che nei giorni
del crudel morbo
della mortale pandemia
agli occhi triste
qual fior della miseria
ti mostravi sotto il
ciel di Lombardia nero
or che questo
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Al di là del caro vetusto ulivo
affiora il fioco chiaror del sole
ancora timido nel suo apparire,
lentamente la luce si accende
e le stelle, ad una ad una, son spente,
luccicano le tremanti verdi foglie
sfiorate dalla brezza del mattino
che le
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Non solo del bosco,
pur di quel tronco
a cui spesso vado incontro.
Nello sbocciare solleva la sua contentezza.
Lo nota persino la sua corteccia.
E’ nuovamente
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È tanto attorcigliata nei suoi se
che sembra un labirinto di frontiera
con mille entrate ed una sola uscita
e pur si chiama erroneamente vita.
È così torta dentro il suo apparato
che i fili non riesci a collegare
e tutto il resto è carne
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 | Respiro l’aroma e il verde del prato,
la luna seduce e brilla
non tolgo gli occhi da lei
e da quelle mille scintille.
Con audacia mi addentro
in quel
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 | C’è un’isola dove tutto splende
di solitudine chiassosa.
Le voci aperte al mare
quelle agresti o di montagna
hanno respiro di vento
che gioca penetrare,
picchiare o solleticare la gariga:
le granitiche giunzioni dei sassi,
i pinnacoli, i
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Si stacca il fogliame;
rotea e cade silente,
le fronde spoglie
e, un giallo tappeto di foglie.
In spazi di luce
il freddo e
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7758 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 451 al n° 480.
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