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Le 7702 poesie in esclusiva dell'argomento "Natura"
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Limpida fonte nel salto canterino
di pagliuzze spruzzata, ribolli
saltando le antiche virtù
sulla roccia dagli spigoli muschiati.
Umida
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Al fumar di fronde
cala l’ovattata nebbia
e tutto travolge e inghiotte
Sopita resta la natura
al grigiore del bacio
ed immota sta
Un sibilar di rotti rami
s’avventa fra stantie foglie
e’l vento spinge
Or turbina il biancore
che preme ad
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In una mattina di dicembre
la campagna si accende di colori
tutto sembra come sempre
e allora mi affaccio fuori
All'improvviso un rumore assordante
cattura la mia mente
sembra quasi un fiume in piena
e un brivido percorre la mia schiena
Alzo
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| Mi trafiggi gli occhi
immenso cielo
e calpestando il cervello
penetri dritto il cuore
Sono tuoi i miei occhi
tu ti tuffi nel lago
e io vengo con te
nel dondolio delle acque
dove riflesse
due lune siamesi
vagiscono insieme
- Immenso
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Elettrizzante scena di natura
in quel rosso fuoco intenso
a salutar il giorno nel suo declino,
prima d'invasi- ve tenebre
splendida presente meraviglia
in riflesso accecante che contrasta.
Ricca palla... di fuoco ardito,
culla del raggio
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Ci troveremo al ponticello bianco
minuto osservatorio per folaghe
quando il bosco ha le tinte non vaghe
di una calda euforia creatrice.
Sull’acqua scivoleranno financo
due cigni innamorati e regali
col portamento di ospiti casuali
in
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la mano ferma
segna antica ruggine
su lune nere (D)
Cento e cento aurore fuori tempo,
l'argento dei dolori ora sarà breve
e le tante sere arroventate piano
con il viso rivolto al lato oscuro
Buio convesso, semplice riparo
per i
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Iata ... straluceste
ca un crai vioi
in linistea de aur
transparenta s- a marit
in miezul verii
suflet de cos impletit
ciresul
priveste lung,
de roade plin,
boier de curte,
fum alb strabatand
albastrul departarii
cantecul lui se va
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Vivo dove il cielo nel mare si confonde
dove a tarda sera l’istante si perde
dentro a un ora ch’è rimasta ferma
vivo
oltre lo sguardo che
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Turan |
17/12/2013 21:23| 475 |
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Cangianti le
dune,
di vetro
si fanno dei
bracci.
Il vento a
portarle lontano
con i petali secchi
ch'aspettano
rivoli d'acqua
a ridare,
vita e respiro ai
gambi mai morti,
come desti a Maria
da Gerico nel sacro
cammino.
Nulla
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Tu, che non temi le stagioni
creato eretto secolare e forte
nelle tue vene scorre un dono
il verde oro gustoso e buono
Lavora l’uomo al tuo cospetto
una volta l’anno ti prende di petto
ti scuote, ti graffia
e tu, sempre lì a respirare
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| I fiori variopinti
si volgono verso
il Sole,
tanto da poterci parlare.
Noi non possiam saperlo,
ma è come se fossero amici...
I fiori guardano il Sole
ed Egli ha cura di loro,
come una madre
con suo figlio.
Il Sole canta,
sia
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Brevemente si flettono raggi
sulla ancor sopita campagna
includendo in tepido abbraccio
i nudi pruni e la sfaldata rosa
che di rugiada ancor intrisa
langue
La coda al ciel drizzata,
punta un gatto maculato
l'ultima foglia accartocciata
in
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| Il pettirosso
danza lento
al suo cercare:
dona colore
al bianco arrivo
di nuova
neve.
Inverno cresce
e ramo spoglio
in veste d'acqua:
del ghiaccio letto
è il suo
dormire.
Dalla finetra
rigata al vento,
respiro forte
il
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| Chi conosce la montagna
Ne rispetta la bellezza
E apprezza quella forma
Che la nube grigia e densa
Ne nasconde la sua testa.
Quando il vento in un
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| Il vento soffia
impetuoso.
Tu non lo prendi,
però sei preso,
tu non lo vedi
però sai
che
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Sei tu crudele cocchiere
nei viali morenti, pigri e distesi
che sol tempo prima furon istigatori di amori lieti
e di cui or non ne rimane neppur il mestiere .
Nelle tue viscere si muore:
muoion il sole e le aiuole in cornice .
Come anime
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Sviluppo ecosistemi
sulle prossime correnti
mentre indago
a quale era glaciale
possa indirizzarmi.
Inconsapevoli equilibri
all'unisono si spezzano
e rubano memorie scritte
al cuore di un ghiacciaio.
Si sgretola e cede
la sua millenaria
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Nella vallata
tra grotte e miniere,
la sorgente
di Picculu Mau,
sgorga freschissima l'acqua.
Non lontano,
troneggia Corongiu Acca,
dove l’aquila
dimora .
Froixeddu è
ammantata di gigli.
A S’Ortu Mannu
Sa Reina fa da corona.
La
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Triste Parigi d'inverno!
Un untume di nebbia e acqua
deprime la città dei lumi,
che scompaiono
dentro un velo di gocce.
L'anima divora,
l'aria tetra e scura
e lascia nudi
come una riva arida,
ma se c'è luce d'incanto
tutto
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Mavec |
13/12/2013 18:28| 570 |
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Credemmo che fosse
un semplice grido di rabbia
invece era l'urlo
di chi soffocato moriva.
La notte lunare
mostrava profili di dune
Gli sguardi sgomenti
scrutavano strani bagliori
Sorgeva dal buio
stupenda una sfera azzurrina
Sembrava
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Zapada a- nceput sa cada
soarele in vale
pe furis
copiii cu sani in catena
pe covor moale
galagie
si florile albe in geam
in serile de iarna
vers limpede
in templu se desface
amintandu- ti de toate,
freamat lung si pace pe
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Arrampicato appari all'orizzonte
sul far del mattino,
tra canute rocce
che irte s'elevano
nel rigido chiarore d'inverno,
su immaginari fiumi
e riarsi sentieri
dell'assetata tua terra,
mentre tornanti illuminati
s'inerpicano
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| Non conosco il colore dei colchici
e, non so come nasce un simile fiore
che sfida cieli infiniti
ove s’involano saettanti falchi
nei dirupi a strapiombo,
né quale mano arcana cosparge
i semi nei solchi,
o se per incanto ne è artefice
il riflesso
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| Ecco, è l’ora violetta e il mare
sembra versarsi nel cielo;
dal molo scuro
si levano in volo i gabbiani
e fanno di sé largo stuolo
incontro ai variopinti pescherecci.
Le nuvole bianche si cingono
adesso di un vivido viola
come
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Foglie brunite
tra rami in radici
sole calante.
Caldarroste dorate
sul braciere rovente.
Acini rossi
fermentati nel tino
Bacco divino.
Eccitano il gusto
annaffiando l'autunno.
Ho respirato
il profumo del vento
nel suo
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Coglier con la mia mano
del mare il sal di ghiaccio.
...Assaporar suo gusto
rinchiuso nella neve...
Sabbia di vesti lacere
fronteggia il vento ardito
che co’ arroganza e forza
insidia la ragion.
Non v’è, però, paura
o
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Se nell'inverno sentirai gelo
tu non badare al fiume,
lui resta fermo in superficie
ma non nel cuore abbandonato
ed ogni molecola di silenzio
scorrerà ancora verso riva
anche quando i mattini opachi
lasceranno vento alle sue
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La timidezza in amore
un cavolo amaro
da gestire con le dovute pinze
ritornano alla mente
insegnamenti solenni
inculcate parole
da lasciare sul selciato
difficile credere a fin di bene
il domani ne è la prova
timori paure si
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Il cielo è gonfio
di tutta la pioggia caduta,
anche se oggi un sole scialbo
è fuoco gelido
sul caos dei tetti.
L'aria è fangosa,
striata di vento
e gli alberi scintillano
di gocce residue.
Eppure tutto sembra nelle vie
una
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Mavec |
09/12/2013 18:27 | 599 |
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Tu terra rossa
che io strappo a pugno chiuso
mi sei compagna in questo chiarore brullo
abisso insondabile
dove si perdono i
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7702 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 3361 al n° 3390.
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