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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’096Autori attivi: 7’474
Gli ultimi 5 iscritti: Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini - PostScriptum |
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Le 7701 poesie in esclusiva dell'argomento "Natura"
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| Odor di mosto a settembre,
l'uva matura ricolma i vigneti
di fragrante aroma,
intrecci di viti arricciate
in un innesto agrodolce
che insapora l'aria frizzantina.
Grappoli succosi
tra i pampini porpora
invitano il palato
a gustar la
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| Sulla scogliera incandescente
non basta il vento a cambiare l’azzurro
che si mescola nel liquido dell’aria
che gonfia le ali di un cormorano
confuso nel planare
nel luccicar di un pesce
nell’acqua che rompe le sue creste
sulle teste emerse di
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È finito un sogno
e la nuova stagione arranca
le ultime nuvole dell'inverno
con il fragore della luce
Che trama le sue spire
ignobili e perverse
a stringere forte la pelle
nel gesto sconosciuto delle sere
Il vento non soffia
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Si affaccia sul cielo e sui sogni
questo terrazzo dalla tiepida aire.
Si abbraccia al blu pastello
e rosa delicato
come un amore fresco
appena nato.
Sprigiona la vita
da ogni cantuccio
e dalle verande schiuse
un quadro si tinge di gabbiani
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Seti
cerca segnali la parabola
scruta il cielo una speranza
seti
contatto certo del cuore
un amore per la ricerca
seti
galassie ascoltate
un uomo soffre
seti
stella cadente esprime un desiderio
sei in ascolto
seti
invia progetti
ti
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Qui, si confonde il cielo
in quieta timidezza
saluta prati e fiori.
Sicché noi
consegnati al suo inchino,
altro
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Tornerà il sole
nella festa del biondo grano
e mieteremo una stagione di sorrisi.
Sarai al mio fianco
tenendoci per mano
sogneremo
lo
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| Sono qui
sulla battigia nel silenzio assorta.
Aria frizzante del mattino
della brezza marina ascolto il canto.
Spumose onde si rincorrono
in una danza perpetua
Nello sguardo
il mare nel suo crespo azzurro.
Al grande spazio rapita
un
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Il sole arroventato
brilla tutto attorno
nei campi di grano
spiccano
i papaveri rossi.
Odore di fieno
di spighe mature
che la falce
inesorabilmente miete.
Stille di sudore
sulla fronte
del mietitore
I canti s'innalzano
nei biondi
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Le superstizioni
le petizioni animali- vegetali
superstiti translucenze della Verità
Il cibo logorroico della compulsione,
droga del XXI secolo,
produce la silenziosa sofferente distruzione
delle carni vive
PIL.
No, io mi chiamo
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Generosa Barbagia
dai candidi graniti
e alberi profumati,
ti specchi
nel Flumendosa,
incoronata
da serre e tanche.
I tuoi migranti
bramano il ritorno
osservare faville
che giungono alle stelle.
Sognano l’amore
e fresco pane,
fieri
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Vento di tempesta
e l'obbligo divampa
nel pensare oltre
che vista non conclude e tace...
vigliacco forse prudente
nascosto appiccicato vapore
lento di rimando sul quale svanire
riflesso latente a morsi e tremiti
gocce di puro vitreo
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Nuvole sgualcite
e foglie arse
Sole a picco
come un falco sulla preda
Ma languide le ore
concedono ristoro
Meriggio...
fra esseri striscianti e sciocche voci
Nella belletta che ribolle
l’ombra di qualcosa
mi appartiene
Ondeggiano
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Il cielo si apre
ed accoglie il sereno,
filtra un raggio di sole
che accarezza il terreno,
l'ennesima pioggia
era ormai terminata
mentre si eleva il profumo
dell'erba bagnata
Steli robusti
sfiorati dal vento
percorsi da gocce
imperlate
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In un verde acceso mi sono inoltrato
e il sentiero col piede ho calcato.
Il mare d’intorno faceva da sfondo,
il cielo azzurrato portava l’incanto
che io miravo sudando e cantando.
Poi, improvviso il folto del bosco,
dentro a quel verde mi trovo
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Solo seduto accanto ai sogni
Tienili da parte ancora un po'.
Dedicato ai fiori
agli animali
agli uomini
coscienza fu
guidami alla poesia attraverso gli eroici furori
ammaestrami come una scimmia
uno studente qualunque.
O come un
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Ventre
con latte di luna,
vaschette con perle,
d'inverno dai sifoni
piovono cristalli,
hai milioni di anni
e non invecchi!
Scrutavo la bellezza
per portar via
effetti speciali
che son veri,
brilli al buio,
come luce dei sogni,
proiettando
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| Fra cielo invaso hai preso campo
dopo il temporale nello sconquasso,
tu meraviglia sublime cogli l'attimo
e fra il grigiore illumini la scena,
arte unica e sopraffina messa in vetrina
rinasce più vivo il pensiero d'amore.
Magia
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Rallegra natura viola del pensiero,
fluttua leggera,
al soffiar del vento,
fragranza soave pelle profuma,
meraviglie colgo,
al sorger del pulviscolo atmosferico.
Scuoto l’aria, colgo colori,
chiudo arcobaleno nelle mie mani,
mi perdo nella luce
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Mi fumo le ore
al molo degli addii,
quando una nave si stacca
e prende il largo
e penso sempre a un guscio,
sperduto in mezzo al mare,
e alla sua solitudine gelata,
peggiore di quella d'una
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Mavec |
11/06/2015 12:01| 545 |
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Dovunque ormai;
non conta dove io vada,
avidi occhi che ben sono consci
del loro spegnersi si posano sul mondo
a rinsaldare la memoria. Fino
ad ora fu pietosamente lento
questo processo che però s’è fatto
tumultuoso e scoraggiante.
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Imprudente
un seme di tiglio
trova spazio a parete
tra incroci di pietre.
Affonda forti
le radici sul retro
ma rischia la
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La Bellezza è un fiore che
non si sciupa.
Non tanto perché non va
mai toccata
non tanto perché sia
scalfita dal tempo
ma perché essa risiede
nella reciproca simpatia
dell'animo.
L'amor monotono non tona
li
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Scintilla la stella
nella notte più bella.
Sorge al mattino
con fare divino
il sole splendente che accende la mente.
Si muove la nuvola
In modo altezzoso
Per invitarci a un dolce riposo.
Scorre l’ora senza rimpianto
Per quello che è
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Biondo maturo
in corsa verso il sole
che l’indora.
S’abbraccia la brezza
che i capi fa chinare.
Gli occhi si perdono
nel mare d’oro
e un grazie a Dio
per cotanto tesoro.
Fra steli curvi
fili d’erba si intrecciano
con ricami verde
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Non so se resterai ancora a lungo
nel nostro vasto dominio
o se spirerai al mattino
quando il vento soffierà veleno
Il regno dei corvi grigi
non ammette sogni
né una luna d'argento da maledire
o da combattere col fango
Di questa
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Piove nei silenzi scritti di fine maggio,
nell'afrore dell'incipiente solstizio
tacita epigrafe di quanto trascorso.
Arranca il glicine, si sporge al sole
la rosa
rumoreggia il gufo
E' immobile
la litania di stanchi asintoti
in attesa di
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| I cerbiatti brucano, sostano,
muovono ritmicamente le code
frangendo l’aria adombrata
si spostano, le teste ciondolano,
fissano allertati gli astanti
con lo sbigottimento di una domanda.
Potresti giurare di aver già visto
le loro corporature
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| Si va verso l'estate e nelle strade
già picchia un sole d'infocati dardi
e le persone adesso sono rade
nelle ore di punta per le vie.
Si comincia a cercare la frescura
pomeridiana nelle stanze chiuse
attenuando questa gran calura
col non
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Lasciamole ad altri
certe amenità,
diamo un calcio
a soprusi, angherie
e restanti banalità,
sia pura cortesia
trovar l'armonia
nelle nostre realtà.
È in quest'oasi,
di limpide acque
che oggi l'Umbria
sembra
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S'ode di lontano il ronzante rumore del mare.
S'ode di lontano della città l'irritante voce.
Tu, piccola bianca casupola, sul colle stai,
contemplando degli uccelli nell'aprico ciel il volo.
Tu, solo abitante, dall'amara finestra il
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7701 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2371 al n° 2400.
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