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Gli ultimi 5 iscritti: Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini - PostScriptum
♦ Marcella Usai | |
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Ottobre 2024 |
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Le 7700 poesie in esclusiva dell'argomento "Natura"
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Il rito di spogliarmi.
L’inverno non è più gelido,
ma non perde il suo vizio feroce.
Abbandonato dalla merla,
non è un vedovo,
ma un marito
abbandonato dal biancore
che in un mito lontano
aveva il corvo.
E mi ruba le
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Passi solitari fendono l'aria
intrisa di fumo di camini accesi,
platani nudi stendono gialli tappeti
qualche cornacchia ridacchia di loro.
Perle di brina baciano campi
pronti nel ventre ad accoglier semi,
sbuca pian piano la gente
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C’è una pulitezza d’aria, ancora
profumata di neve
e oltre la quiete, ali di passero
frullano, sonanti, alle finestre.
Com’è limpida l’ora... ti vedo!
Senza radici e senza fiori
staccarti dal suolo e tuffarti
nell’ultimo
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| E gli anni passano a uno a uno
ricolorando le mie stagioni
che il tempo spegne nei suoi viali
come in un cantico di sporche ali.
E gli anni volano rapidi e folli
cadendo spenti tra le mie voglie
di questa vita lungo i viali
in mille pagine
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Innamorati i rami
spogli, tra palpiti
d’attesa delle fronde.
Nel silenzio dei nidi
e taciti colloqui con
le stelle, si tendono
anche siepi di agrifoglio.
Germogliano i sogni
di promettenti fiori e
frutti di passione che
s’accompagnano
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Pensieri che nascono da pensieri
passato e presente si dividono
nel grigio dei ricordi
come grigio è il cielo senza nuvole
sopra il mio viale arrugginito
dalle umide foglie di un autunno
che sembra abbandonato a se stesso.
Le foglie bagnate
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Se spogli non lo so ma sempre vivi
sospesi in questo cielo di cobalto
col verbo pellegrino del gran salto
con foglie e dentro rami produttivi.
Se nudi non lo so ma trasgressivi
e pronti per la vita a un altro assalto
per ritrovare ancora il
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Spoglio è il viale dove svanisce il tempo...
laddove svanivano le mie mani
quando scivolavano nell'aureo
splendore dei suoi slacciati capelli.
Finché un iridescente sfolgorio
colava dagli alberi sul suo volto;
dolce era il rifiorir
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Palpitanti respiri
soffiano lungo il viale della vita tra rami prostrati
di malinconia
Dove spoglia l’anima delle foglie di tenerezza
precipita
in un baratro di sogni naufragati.
Acuminate gocce di fredda rugiada
scivolando
su visi scarni
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Le nuvole d'opale bramano guai,
il cielo fa il baro, coi santi e coi dei
i dei sono turbati perdono in meraviglia,
che certe volte l'orizzonte scintilla
e poi
raccolsi una foglia e me ne andai,
e poi,
raccolsi una foglia morta oramai
Cammina
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Nero |
30/01/2016 16:49| 781| |
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Lento il cammino lungo quel viale
da gigantesche piante costeggiato.
Lenti passi, come a frenar la corsa
di pensieri intrisi di malinconica saggezza.
Oltre le fronde cupe nubi schiacciano angosce
dentro di me profonde,
in solchi disseminati
di
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Spoglie queste strade
spogli questi rami
legati a tante vite
dai fiori ormai tradite.
Spoglio come un giorno
col niente ancora intorno
spoglia questa sera
da tarda primavera.
Spoglio questo sole
di pallide viole
più pallido che
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Come le foglie gialle a una a una
cadono i giorni e scarni sono i rami
e invecchiano nel cielo e ancor più spogli
nascondono per terra i morti stami.
Come la vita in fretta si consuma
e in questi viali attende a passi grevi
il tempo
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| Rami disadorni
rovinati dal gelo
abbandonati al vento
rendono muto il mio cuore
nessun mormorio di foglie
ad accarezzare il viso
o sospiri tremanti
di capinere e pettirossi
a rendere più tiepido
il mio pieno inverno.
Cala su di me
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| E’ in quest’assenza
d’azzurro,
che s’intravede la luce.
Il flebile sole
si proietta tra i rami
dove non c’è più ombra.
Non una foglia
ha risparmiato l’inverno
sul crudo percorso
di alberi raggrinziti.
I rami si stagliano
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| Vagando nella notte fonda
inconsistenti e gelide ombre
vedo, nei viali ormai deserti.
Alberi dai lunghi rami spogli
inarcuati verso il ciel s'innalzano
a simular preghiera di cristiane genti
Sui clivi e sopra i colli
non v'è rimasto un
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| Viali intrisi di malinconia
madidi tronchi denudati al vento,
spoglia la mente del suo perso amore
non sa vedere dentro i volti intorno
la sofferenza, ne’ recar conforto.
Ne’ ascolta attenta il cinguettio gioioso
d’un uccellino che richiama il
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Si consumò il distacco
s’aprirono i cieli
bloccati dagli ingorghi di nuvole
nel via vai dei passanti.
Ancora un momento,
e pensai alla sospensione del grigio
al laghetto immobile
alle ombre dei rami scheletrici
di un inverno inoltrato.
Il
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Casca ghiaccio dal cielo di piombo:
giaccio su di un velo a strapiombo,
come stalattite che gocciola lenta
su ingiallite vite di lucciola spenta,
laggiù non s’ode il pianto ed il riso,
sotto l’alta coltre del manto intriso
di grida e silenzi
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E' vento prepotente
spazza via ciò che incontra
poi sul mare s'accanisce
come acerrimo nemico
e veloce corre... e va.
Nessun lo ferma.
Ogni cosa è intimidita
elettrizzata dal momento
gli orchestrali sono tesi.
Fiati e
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| Il silenzio assopisce il vento.
Nel viale scheletrico d’autunno
echeggia il fruscio di foglie
insecchite dal tempo.
Risuona un lieve cinguettio
dagli scarni nidi
impigliati tra i rami.
Un merlo è in cerca di briciole
per sfamare i
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| E dietro questi rami
il vuoto mi sgomenta e gonfia il cuore
che senza far rumore
pretende inutilmente una ragione.
E l’eco dei richiami
si lega con pazienza al vecchio ardore
pesando le sue ore
che vanno incontro a nuova
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| Ardono i rami spogli
ai lati dei viali
Il freddo è un fornaio
che
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Odor di muschio
esala dal manto
d'alberi in sonno.
Accordi silenti
agli abbracci di passeri
impauri.
Tralci sparuti
s'alzano in croce
come torce spente
in cerca di tepore
che nenia il dormire.
Cammino...
sospesa sui passi
e assaporo la
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Una doppia fila
di sinuose
robinie secolari,
intonano
con braccia tese
un lieve rintocco
verso il cielo
vibra
tra tronchi nodosi
e contorti
un gelido richiamo
artico
la parola si spegne
sulla soglia del viale
e il sospiro risale
al
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Che mi divori
tra le braccia dei rampicanti
come confusione, come tristezza,
come pianto che non è partorito,
come felicità,
distendersi come fa l’acqua
lungo la golena.
Giganti di foglie e rami
che aprono le mani
oltre i loro
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Altero il mio cinerino
ma scostante alquanto
e antipatico pesante
che non sopporto affatto.
La vista è acuta assai
niente passa
che non sfugga
immobile fa da tappezzeria
sul bordo di quel fiume
confuso tra le canne.
Controlla bene il
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Colmo di sabbia
l'acqua mi pulisce
il sale mi purifica
e il sole mi scalda
il suo nome è Estate
che riecheggia
nelle urla dei bambini
come un coro
d'una Chiesa piena di fede
Con occhi lucidi
piango con il cielo
l'azzurro che
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Mi inchino al travolgente tramonto
beltà misteriosa del creato
quale Dio abbia mai potuto donare tanta bellezza
quale Dio ci abbia tanto amato senza chiedere niente,
estasi d’amore è il cercar risposta
è il profondo mistero
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Lenta,
silenziosa scende sui tetti e
nei giardini,
come soffici piume
s’adagia leggera,
trangugia colori bianca bufera.
Cime innevate
s’affacciano al cielo,
sembrano giganti dal terso mantello,
verde vallata dal fiume bagnata,
si veste
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Come libellule
portate dal vento
in cielo brillano
forse son cento
saranno luci
così sconosciute
fra quelle valli
d'anime perdute
non si disperi
così in purgatorio
l'oro brillava
come l'avorio
ma una piccola luce
ora si
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7700 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2041 al n° 2070.
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