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♦ Egidio Capodiferro | |
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Le 5058 poesie in esclusiva dell'argomento "Morte"
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Per noi
che non siamo mai nati
portate un fiore
sulla tomba del nulla
Per le vostre carezze
promesse al vento
e svanite nel cielo
scuro di troppe bugie
Per le parole
che non avete scritto
e per i gesti curvi
sulla schiena del
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 | Solitaria, sempiterna
bussa.
Scandisce l’istante
indugiato,
è già arrivata.
Disdegna
l’amore
i rimpianti
gli odi
e i sogni
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I colori di giugno
mescolano gli umori
scivolano liquidi
dentro miasmi di nubi
quando la notte
sta per cadere
sulla terra.
Ti penso laggiù
in una dimensione inaccessibile
svuotata di tramonti
e di voci
e di risa.
Ti guardo
con l’occhio
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Non ti ho detto
che avevo paura
di non trovarti sola
quando era sera
E che la mia pelle
rimaneva offesa
appena guardavo
i tuoi occhi chiusi
Non ti ho detto
dei sogni morti
appena sei andata
via da quei giorni
E che le nuvole
hanno
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Ho sempre detto
che siamo morti dentro
mentre la luna sentiva
le nostre parole
Ho sempre saputo
che l’amore è solo morte
con il vestito scuro
tessuto dalla notte
E se mi hai lasciato
pregare i nostri desideri
è stato solo per il gioco
delle
leggi

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Non sei più con noi, dove noi siamo,
siamo noi ad averti insieme, nei cuori,
staresti a giocare, di nuovo, con noi,
noi siamo tutti con Te;
La domenica sera, quell’ora scoccò,
indelebile verità del nostro cammino,
unico, in un sol senso,
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Non parlarmi
proprio ora
che ho finito di morire
fra le nostre ombre
Non morire
fra questi pensieri
perché hai un posto
nel mio cuore antico
E se domani
sarò ancora triste
respirerò il tuo buio
che ho sempre sulla pelle
Non
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Non sarò più lì
quando si spegnerà la luce
ed ogni cosa sembrerà
l’ultima stella nera
Toglierò il respiro dal cuore
ed avrò le nuvole
al posto delle ombre
che la sera conserverà per me
Non sarò più vivo
non vedrò mai il dolore
e la luna si
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Non è il momento
di piangere
e mi domando sempre
cosa tu abbia pensato
Prima di morire
con la nostalgia del mare
e con il sole
che baciava le nuvole
Non è tempo
di lottare con le favole
e se rinascerò
voglio vivere nel buio
In una casa
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Non mi piego
all’impero del sole
e torno alla notte
come la luna al mare
Non sento più
le tue parole nere
ma so ascoltare
il vento sussurrare
Riti di nostalgia
attraverso le porte
appena socchiuse
fra questo universo
E le altre
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La fine è la nostra previsione...
L’infinito? Ovvia contraddizione!
Così, ogni mossa sembra letale,
nel costruire la vita sociale.
L’ilarità ci paga nel percorso,
ma spesso interviene in soccorso,
ci assiste come un infermiere
è un nostro
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Mi aspettavo di più
da un tramonto di Maggio
le nuvole rosse, un amore
il cuore sfinito dal cielo
E non un respiro di pioggia
attesa sui sogni del vespro
che profuma l’aria di morte
e regala i giorni al silenzio
Mi sarei abbandonato
alle luci
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Il tuo sguardo impaurito,
le tue movenze da adulta,
facevi di tutto per essere grande e farti notare.
Ma il cuore era impazzito,
quando ti vedevo non sapevo mai come comportarmi
provavo un amore fortissimo
che mi faceva girare la testa
ogni volta
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Respirerò il dolore
così non avrai paura
della notte e delle ombre
dove l’anima già vaga
Ed accarezzerò la pelle
sul velluto della sera
mentre la luna trema
di dubbi e di incertezze
Respirerò il buio
per non farti sentire sola
dove la luce
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Nessuno canta
dentro il silenzio.
Il riverbero lambisce
una lacrima
e nell’immobilità
si adagia il ricordo
come goccia minuta
sul fragile stelo.
Un
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Lascio le mie lacrime
agli amici più sinceri
perché possano capire
le ragioni del mio buio
Lascio le ombre scure
e le stelle del mattino
alle amanti appassionate
delle tenebre più calde
Le parole tristi levigate
dal dolore saranno chiuse
in
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C’erano lacrime
nei tuoi occhi
feriti dal vento
che tremava ora
Di qualche gesto
definito dal male
e dall’odio invaso
senza rispetto
C’era il sangue
sulle labbra
aperte dal legno
inflitto sul nulla
Di qualche idea
malsana ed
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Il telo di cenere
che hai tessuto
mi ha protetto
dai semi di buio
E non potevo
restare vittima
di qualche lacrima
caduta sul vetro
Né di parole
levigate sul marmo
delle tombe nuove
e mai visitate
Da alcuno
che non fosse
un’ombra
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Se anche stasera
sei venuta a graffiare
la pelle e la poca luce
conservata alla notte
Se anche le stelle
hanno rimandato
la loro ombra diffusa
nel cielo al tramonto
Allora posso dimenticare
e rinviare le parole
alla prossima luna
più
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Ormai penseremo alla fine
ad una morte
fra le tante possibili morti
e all’ultimo respiro del mondo
Ormai crederemo all’eterno
a tutte le cose
non visibili eppure
silenziose più del tempo
Più vere delle grandi parole
sprecate sul filo
di
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Dovevano andare.
La notte cedeva veloce al giorno di maggio.
Nervosi bisbigli tra gli uomini lungo la trincea,
incrocio di preghiere e imprecazioni,
speranze e scongiuri.
Occhi arrossati da notte insonne e furtive lacrime,
poi gli ultimi ordini
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Ho atteso la pioggia
per molto tempo
ed ora non so
se le nubi piangeranno
Solo veleno
o anche questo buio
che ricopre la notte
con il suo fiato di Lete
Ho atteso le labbra
rosse come il fuoco
ma non ho avuto
che il silenzio
Solo
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Vorrei mostrarti
i tramonti del cielo
ma tu sai già
che ci sono troppe lune
E tanti semi
che germineranno buio
tra una notte e l’altra
i fiori appassiranno
Vorrei parlarti
di carezze infinite
ma io ho già perduto
il tuo cuore
Tanti anni
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Ti chiedo rispetto
per il mio sonno eterno
e per le tenebre
che non ho consumato
Fra queste ombre
che scivolano via
verso le nuvole nere
ed il tramonto degli anni
Ti chiedo silenzio
per l’infelicità del mondo
e un velo di seta
sullo sguardo
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La città è morta
quando non mi tenevi la mano
e ti voltavi dall’altra parte
per non vedere il cielo
La notte è finita
con la nostalgia delle nuvole
costrette a piangere
la pioggia dei giorni senza luce
Non è ancora scomparso
questo dolore di
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C’era lo stesso sole
e fors’anche i teneri germogli
della paziente quercia,
e su nel cielo
sono rimaste appese
le parole non dette,
certi moti dell’anima
cruenti e stolti.
C’era lo stessa aria
di una mattina d’aprile
come tiepida carezza
di
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Verso sera tre gocce
avevano annunciato la pioggia
ed io le avevo lavate
dal tuo viso quasi fossero lacrime
Già versate per la notte
che sarebbe calata come un velo
a coprire tutto
con il silenzio delle cose perdute
Al mattino la nebbia
era
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No, io non sarò dimenticato
se ripenserai
alle mie carezze verso sera
quando la luna pregava
E le stelle parlavano di morte
nelle strade deserte di te
che piangevi la luce
prima di un’alba sconosciuta
No, io non sarò seppellito
ma la mia
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 | Nonostante le nitide avvisaglie
non sono giunto pronto:
gli alberi mai saranno pronti a cedere
al vento nero la tenera foglia.
Ho trangugiato il calice
amaro mai mostrando alcuna lacrima
e, col petto trafitto,
al sole ho sciorinato i miei
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| Bruciano i corpi in questo olocausto d’imperfezione
sono le nostre membra di un ieri che non vive più
senza un saluto ridotti a cenere eterna
siamo silenzi riposti in urne cinerarie .
Eppure si sente ancora la nostra presenza
tra le pareti di
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Non ti ho cullata
quando la terra si apriva
e quando il vento
portava via il profumo
Della primavera
e della tua pelle malata
di un dolore sconosciuto
e privo di compassione
Non ti ho amata
abbastanza per morire
di crepacuore
e andarmene
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5058 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 781 al n° 810.
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