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Poesie pubblicate: 360’928Autori attivi: 7’474
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Le 5007 poesie in esclusiva dell'argomento "Morte"
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Come cristalli
sul tuo viso brillavano
rugiada e lacrime,
desideri sopiti,
acerbi segreti,
lunghi silenzi
inghiottiti dal tempo.
Quel tempo
che, crudo come
gelo d'inverno,
il tuo verde esistere
e l'innocente grazia
con un soffio spense.
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tutto si ferma
divengo pianta
dalle foglie morte.
Tacito è lo spazio
affollato e nefasto,
uno di quelli
che guardo con l'arte.
Il suono delle corde
solenne risonanza.
Osservo il tempo distante,
non ne svelo traccie
riconducibili
ad un
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| Passi incerti nell'attraversare
il fiume della paura
Occhi sbarrati scrutano silenti
i volti di chi nega lo sguardo
Non è la morte che fa stringere
i pugni ma vivere il suo abbraccio
Quell'istante temuto
in cui ogni muscolo
è
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| Nel mio nulla,
quando i giorni
immobili nel tempo
resteranno,
non voglio lacrime,
solo canti di gioia.
Del mio corpo
cenere sia
dispersa ai venti
come lo fu la vita mia.
Non recidete fiori,
lasciateli crescere
liberi di vivere.
Loro son
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| "mi dispiace, non c'è più nulla da fare"
come dietro un vetro
la voce arriva al cuore
ti accorgi in un istante che
non esiste tormento
non esiste problema
non esiste amor tradito
non esiste solitudine
non esiste
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| Il tuo nome ticchetta
come gocce alla finestra
in questo freddo novembre
di neve troppo acerba
Immerso nella vasca
fissando il soffitto
nel grigio di una domenica:
non lasciarmi andare...
Il neon agonizza
sul mio viso di vetro
mi frantumo
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| Polvere sdoppiata in particelle di neuroni.
Siamo cervelli incastonati da granelli di riso.
realtà avvelenate,
veleno.
Poison, poison!
Occhi anneriti da calci infuocati
scoppiano in nervi accavallati da cazzate.
Semplicemente odio!
Strade
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| Una rosa appassita sul selciato
ha attirato lo sguardo
mi sono ritrovata lì
in quel luogo d'afflizione
ove una rosa rossa
poggiai
sopra quattro assi
che abbracciavano
quel corpo di donna
tanto amato
colei
che aveva vissuto con me
attimi
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| Potresti mai arrivare tardi al tuo funerale?
La morte arriva all'ora più strana
inattesa, imprevista.
Stringe con la sua mano gelida la falce,
porta freddo e solitudine
tristezza e malinconia.
Avvolge con il mantello
buoni e cattivi,
ricchi
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| Mi abbandono languida
nelle braccia della morte.
E' il mio destriero
con il quale galoppo
nelle praterie
immense dei cieli,
dentro l'urlo del tuo nome .
E' colei che
così tante volte
mi ha baciato
con il suo soffio gelido
la carne
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| Juornu e notte,
mi cunsuma vrascia 'mpiettu
core nivuru... tintu sbatta,
ccù vuce abbragata t'avviertu
aju 'ntisu campane a muortu.
Figlio
si canci vita, canci la tua sciorte,
sinnò u cunti, pue, li fai ccù ra morte.
Ca
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| Or ti vedrò danzar per le romite aere,
animo gentil, che pria che il fato
inaridisse il lembo, splendea di
giovinezza il cor;
grato a colei che ti predisse amor,
donde lasciva dall'etereo grembo
seguitar la stirpe del divino allor!
Non
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| Dipinsi così di te
un dolce volto
nel sonno dormiente,
adagiato
su un candido cuscino.
Nulla udivi più
nè il pianto, né le grida
che intorno a te danzavano.
Stanchi i giorni
e infinite le notti
in cui sottili
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| È un tetro canto che proviene
dalle infinite buie fiamme che circondano l'abisso,
un pianto senza fine che tramuta una distesa
in un fiume apparentemente illimitato
Un fiore che muore affogando tra le lacrime
Un piccolo pulcino sperduto
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| Il nero confine
ed un turbolento orizzonte
nel mare di ponente
inghiotte drappi e merletti
della flotta veneziana.
Il nero confine
ed uno strider di spade
nella piana mediterranea
distrugge vasi ed anfore
delle città fenicie.
Il nero
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| Da tempo sono morta
nel campo dei senza amore sepolta,
mi sarei contentata di un sorriso,
una parola una carezza un bacio,
la tua porta aperta per porgerti una rosa,
così t'avrei ricordata,
l'essenza di te,
bene prezioso
in me l'avrei
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| Un arcobaleno di sangue
dalla savana assolata
si protende ad osservare
sciacalli che banchettano
di un'antilope le carni lacerate.
E poi scivola lontano
osservando mitra fumanti
sventagliare morte
contro carrette disperate
stipate di tanti
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| Il sangue di Sagunto
come l'uggiosa pioggia di novembre
dallo stipite della porta
gocciolava sulle teste mozzate
degli elfi luciferini.
Ed i predoni del tempo
manipolavano grosse clessidre
fermandosi ora alle porte di Sparta
ora in ginocchio alla
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| Pietra dura e tagliente
che scortica l'anima...
rimbombano passettini
nel cuore vuoto;
sogno senza sonno
d'una notte senz'alba,
ed una voce roca
che grida il tuo nome.
Mano di bimbo tesa
che afferro e mi sfugge
nel solco d'una lacrima
che
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| S'alza un grido sordo
nel traffico della città,
le lacrime vuote
come le ossa di un volatile,
un gabbiano nella tempesta,
la morte lo sorprenderà.
Sul ciglio della strada
ad aspettare un forse
che ad arrivare tarderà.
E
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Anfra |
30/10/2008 00:42 | 4431 |
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| Disperdo quello che di me resta
nel profondo del mare.
Navigherò sull'onda sotto un lucente sole.
Mi solcheranno navi, mi investiranno tempeste e io...
sarò ancora lì disteso, illuminato da un manto di stelle.
La pioggia
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Veleno |
29/10/2008 08:29 | 3183 |
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Questa notte, ad un tratto,
un lampo ha squarciato
il cielo,
Era la tua anima,
che volava tra le braccia
di Dio
Ora, il tuo volto sereno
infonde a noi tutti
pace
Ho accarezzato e baciato
il viso, ti ho parlato
sembrava sorridessi
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Ritorna tutto al tempo,
di un cortile mille girotondi con corti calzoncini
di un'estate castelli di sabbia vinti dal mare
di un gennaio stanche foglie cadute sui prati
di una cartella tante matite ed un agenda.
E ciò che era ieri ora non
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| Laggiù
ove spinto il velo
c'è la morte
ho sostato
con la mia debole vita
Sognando ancora
un raggio di Sole
che venisse a rischiararmi
il cinguettio di un uccello
che arrivasse ad allietare
il mio ramo staccato
ormai
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| Verde pensiero
cultura solidale e libertà...
ti ricordo, una gran barba
la tolfa tra le mani
parole infuocate
ed una chitarra
suonata di rabbia
di passione che arde.
Su nulla concordavamo
ma d'amicizia sincera
nutrivamo lieti
i
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| O della notte, tragica,
abbandonata essenza!
Nel tuo mantello nero avvolgi, magica,
quest'anima d'eterea sussistenza
e la disciogli, liquida, nel sonno:
acqua battesimale che risolve
la forma del reale e la dissolve
in nulla, in quiete, in
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| Di quella notte profonda ricordo
ali imponenti di pipistrello,
e nudi crani colpiti da corvi.
Di quella notte profonda ricordo
ombre di salme pendenti da rami
-Morti destati dal pianto
d'un innocente bambino-
che sguardi gettano oltre la
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| Sabbia rossa infuocata,
sangue di un mondo ferito,
il mio giovane viso
che muore lontano
dalle mie fresche fonti.
Sogno morendo la pace,
la pace della mia valle,
lo sguardo di mia madre,
il suono della campana
al tramonto infuocato della
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| la pianura si estendeva fredda
nell'aria l'odore di una battaglia
i corvi già banchettavano allegri
come in una grande festa
animali giungevano affamati
al richiamo della carne
il vento sembrava parlasse
una triste melodia si
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| Il tempo ha domato
l'ira che fece rosso il mare
nell'isola del sole Greco:
ma il cuore ancor si stringe.
Coprono le nuvole nere
i colli che hanno in sé
le ancor vive urla
che la mente non cancella.
Si chiude lo stomaco
per tutto
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| Cupo fragore del liquido distacco
della bianca coltre il nevoso manto
precipita nella forra che dall'alto domina.
La immacolata valle il turbine travolge
seppellendo il silenzio tragico della vita
troncata, follia degli elementi
nel giorno di festa.
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5007 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4741 al n° 4770.
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