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♦ Anna Di Principe | |
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Le 5007 poesie in esclusiva dell'argomento "Morte"
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Sento rancore,
colline di fumo,
resti di cadaveri.
Buio fitto,
perso nel vento,
rocce bruciate.
Vita schiacciata,
rime volate,
grandi regate.
Ombre di dolore,
carro distruttore,
uomo d'onore,
vedo il suo dolore.
Spari del cielo,
avvolti nel
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| Qui pleure
à cette heure là
Sinon le vent.
Qui pleure
à coté de moi
D'une fin profonde.
Qui pleure
ma faiblesse
Et...
Una larme se fond.
Un coeur brisé
S'éclaire
dans le silence.
Nos destins
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| Tra dita di angeli piumati
assonnati
assopiti
indietreggio
senza coraggio
Affronto la vita
sparuta
sparita
la legge del mai
Pervasa di umori
languori
livori
detriti
di sogni e realtà
attendo
l’evento
sapendo
che un
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| Quanto silenzio ancora
saprò sopportare,
adesso che manchi,
la mia vita è vuota,
i miei giorni insensati?
Quanto silenzio ancora
potrò sopportare,
adesso che chiedo
i tuoi utili consigli,
il tuo dolce conforto?
Il cuore
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Fanny |
28/04/2009 10:47| 1464 |
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| Trema la terra
nel buio funesto
pensieri di morte
si rincorrono
e lo spazio si fa polvere,
il tempo un ticchettio infinito.
Poi più niente.
Pensieri si affollano
alla ricerca di spazio,
puntini in un cielo immaginario,
viaggio virtuale
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| Un istante
e sei silenzio
Urlo il tuo nome
non rispondi
Resto qui
accartocciata
immersa
nell'eternità del tuo ricordo
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Momo |
25/04/2009 11:50 | 4438 |
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| Oggi
una candela senza ciliegia
celebrerà un urlo di dolore
e la memoria che si tingerà di eterno
a vital giorno...
farà indossare la veste nera.
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| ...pensieri
smarriti nel nulla,
malinconie disseminate
da chiodi appuntiti;
sotto macerie ruvide
di cristalli sintetici...
accartocciata vita.
Tempesta nel sole
questa morte,
pagata e disperata,
festeggiata dall'anno nascente
strascinata da
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| Sei di nuovo tra noi
Ospite indesiderata
della nostra FESTA
CHI dovrà danzare con TE?
Voragine di dolore
ci risucchia
Mille i perché
senza risposta
Travolti dal torrente d'angoscia
annaspiamo
alla ricerca di uno scoglio su cui
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Momo |
19/04/2009 23:59| 1355 |
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| Sopra quel marmo
scritto d'ottone ormai brunito
il sunto d'una vita,
inizio e fine
sinteticamente definito
in un catalogo tridimensionale
illustrato di ceramiche stampate e sorridenti
e qualche fiore
che non sa appassire
nè ha
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| Occhi azzurri
carichi d'anni e di memorie,
nel solitario fondo
d'un letto straniero
a passar l'ultimo tempo,
martoriato corpo
che nulla pretende
se non di cessare.
La vita non v'è più
se non nello sguardo,
che supplice
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| Crono divino protettore del Tempo,
solenne, determinato
nel momento della vita,
un compito mi hai assegnato.
Arduo, il conflitto
sempre perfetto,
l'essere mio diletto,
nell'apprendere dal
non essere,
per ragione sapere.
Tempo, mi hai
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| Fiocchi di neve che si sciolgono al sole,
ecco la morte.
Nel buffo gioco della vita,
aleggia la mala sorte.
Tutti la temono nel profondo,
io mi sento disarmata.
Pronta a raccogliere ciò che rimane di una vita,
pronta a legarmi ai
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| Ho paura di morire,
paura di morire
in una splendida giornata di sole
e non sentire il piacere
di mettermi all'ombra.
Ho paura di morire,
paura di morire
di mattina presto
e non veder come passerò
del giorno il resto.
Ho paura di
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| Me ne chiederai conto,
o Signore...
quegli occhi
d'uccellino curioso,
quel ciangottare
che niente diceva
e tutto raccontava,
profumato di talco
d'incredibile meraviglia
per un mondo da scoprire
che pure doveva esser buono,
se v'eri
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| Speranze, mal riposte,
in un futuro che non esiste!
Sogni infranti,
come i vetri dopo un
terremoto,
la nera signora avanza
e distrugge
ogni residuo
di illusione!
Ma si che prego
nel mio buio,
la morte,
che solleva ogni pena,
e mi porta via
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| Da qui vedo gli aerei
rincorrere albe e tramonti
Hanno le ali aperte alle nubi
e sospesi in aria
si sollevano da terra
Da qui penso che tu sei lì
in viaggio verso il Padre
Da qui verso lagrime
che hanno sapore di calcinacci
quella
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| Guardo le loro bare chiare
accostate agli scuri filari di alberi
cui, nell'estate, più non chiederanno ombra.
Il silenzio è rotto dai gemiti
del pianto di ostinate madri che chiamano
figli che non risponderanno.
Refoli di vento
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Un boato e un frastuono
nella notte riecheggiano nell'aria
e vagano in un assordante rombo.
Deflagrano come bellici ordigni.
E' il sisma. E' il dramma.
Rapide scosse si susseguono
in un crescendo di sussulti
e di ondulazioni che
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| Cada día
me acuerdo
de ti papá
Soltanto tu
mi ha fatto
sentire amata
Da bimba prima
da donna poi
ogni volta
il tuo sguardo
cadeva su di me
vedevo l'amore
nei tuoi occhi
E ora in questo
triste Gennaio
i tuoi occhi
si sono
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| Ad un passo dalla morte
Improvviso lentamente
morte della carne e del cuore
Anima che vola...
Dal verde della speranza nasce una luce
porta calore al mondo evanescente.
Lentamente inesorabilmente
il respiro s'invola
lunghe scie di
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| La ferita da te
infertomi, sanguina
come un fiume
in piena;
non v'è più
alcuna speme
che un dì
ci si possa
ritrovar insieme.
Tu! carne della
mia carne
ed ossa delle
mie ossa,
m'hai infranto
il cuore
che mai
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| Ricordo ancora
quando battevi le mani
felice di essere felice
Tutto intanto correva
e come se correva
Ricordo la tua stanza
ancora piena della tua essenza
di donna di bambina
di un gioco ormai diventato vita
Ricordo la tua entrata
sempre
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| Tu sei
Tutta la mia pena e Il mio nulla.
Il mio tempo e La mia gioia.
Il tuo viso
è una maschera di pietra senza espressione.
Pallido.
Le orbite di stelle
immobili e buie.
La tua statua cadde gocciolando
Lunghi giorni
cose e
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| Come vorrei vedere ancora quel sorriso
appoggiarsi sulle tue labbra.
Amore mio, conoscerai all'alba le
nuvole del cuore di mamma
tuffarsi nel tuo dolore, in quel vortice di nebbia,
fuggevole degli anni tuoi migliori,
che spazzano la tormenta
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| Su fili d'esistere
sottili e contorti,
nell'opaca e umana commedia,
come ombra di cristalli,
s'adagia in attesa
l'argentea falce brandendo.
L'ultimo affanno
ormai è incipiente.
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I corvi che si appoggiano
sugli alberi d'inverno
le musiche che cantano
rimbomban nell'interno.
Le favole raccontano
dei cappi dall'inferno
che salgono, si snodano
e brucian nell'eterno.
Lucidi, i rami nudi
ghiacciati dal tepore,
pensieri
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Fuori |
29/03/2009 20:29| 1140 |
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A nulla serve ormai,
ridir le proprie pene,
che a chi è senza speme
giovar non può un pianto.
Ma a chi contar m'è vanto
si gran dolor nel canto,
in questa sterile natura
avversa, che il destino
m'ha posto accanto!
Oh morte,
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Lanciato nel vuoto della vita
correnti furibonde mi portano lontano coi pensieri.
L'insistente battere delle mani
non riesce a farmi prendere quota.
Discendo rapido tra nuvole di oscuri pensieri.
Il cielo rosso sangue sembra prendere
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Non vedo più il tuo sorriso
oh Nella ed io
agogno il tuo bel viso,
ma se d'aria è fatto l'Eliso,
io sento ancor la tua candida
mano sfiormi nella passional carezza
che ti fece mia.
E se fossi Io già al di là
di
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Una foglia che annega in un mare,
dalle cupe esistenze passate.
Un corpo che si accinge a tremare,
delle labbra dal terrore gelate...
Il silenzio di un'onda che avanza,
uno scoglio, dinnanzi ad essa, s'erge fiero.
E serrando gli occhi, rapito da
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5007 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4621 al n° 4650.
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